[Esclusiva] Minniti a Tiscali: “Sullo stop allo sbarco dei migranti abbiamo fatto un passo avanti”
Il ministro dell’Intero commenta l’accordo raggiunto a Parigi nel vertice europeo

Se non gli sbarchi nei porti europei, almeno riuscire a «rallentare» l'attività di soccorso e poi di sbarco delle navi delle Ong. È questo uno degli obiettivi del codice di condotta per le Ong a cui sta lavorando la delegazione italiana. Il meccanismo dovrebbe prevedere che le navi Ong non possano trasferire i migranti raccolti nello specchio di mare ai confini delle acque territoriali libiche sulle navi delle missioni europee.
Il nodo degli sbarchi in altri porti europei, per il momento, sembra che non abbia trovato consensi neppure dai ministri dell'Interno francese e tedesco che si sono incontri domenica sera a Parigi, con il nostro ministro dell'Interno Marco Minniti e il commissario UE all'Immigrazione, il greco Dimitris Avramopoulos.
Commenta con Tiscali.it il ministro Minniti: «A Parigi abbiamo fatto dei passi in avanti. Il documento sottoscritto registra i punti sui quali c'è una intesa».
E lo sbarco di migranti in altri porti europei non è previsto nel documento. Del resto, fanno notare ambienti di Palazzo Chigi, non è materia da discutere tra ministri dell'Interno. Proprio il premier Paolo Gentiloni si è di nuovo appellato all'Europa: «Bisogna evitare che la situazione diventi insostenibile e alimenti reazioni ostili».
La strada è tutta in salita. E dobbiamo aspettare la riunione dei ministri dell'Interno UE di Tallin, Estonia, per capire come intenderà muoversi complessivamente l'Europa.
Ma al vertice di domenica sera a Parigi si è trovata una intesa a tre che sarebbe sbagliato definire minimalista. Intanto, nel documento finale sottoscritto dai ministri francese, tedesco e italiano, si fa riferimento esplicitamente alle navi delle Ong: «I Paesi hanno convenuto le seguenti misure: Elaborare un codice di condotta per le Ong che dovrà essere redatto e presentato dall'Italia per migliorare il coordinamento con le organizzazioni che operano nel Mediterraneo».
I Ministri hanno convenuto che si deve rafforzare «il sostegno alla Guardia costiera libica», con programmi di addestramento e finanziamenti. Aiuti vanno garantiti anche all'Unhcr e all'Oim per garantire che i centri di accoglienza in Libia rispondano «a standard internazionali in termini di condizioni di vita e di diritti umani».
Anche il fronte sud non va lasciato sguarnito. Cioè le frontiere a sud della Libia da dove entrano i flussi migratori. Aiutando a controllare quelle frontiere si può tentare di bloccare i flussi in ingresso.
A Parigi si è discusso anche di rafforzare una strategia comune europei dei rimpatri, non lasciando il nostro Paese a dover affrontare da solo il problema.
E poi c'è il tema delle relocation, della distribuzione in Europa di quote di migranti, in attesa della riforma del Trattato di Dublino. LE vecchie relocation sono fallite, finite, esaurite. Per le nuove, l'Italia si augura che si possa allargare il ventaglio delle nazionalità a cui garantire una protezione. Per l'Italia, sarebbe molto importante che i nigeriani potranno entrare nelle relocation. Il 15% degli arrivi di quest'anno in Italia, sono migranti di nazionalità nigeriana, appunto.