Tiscali.it
SEGUICI

Meloni sempre più vicina a votare Ursula. Ma si tratta fino all’ultimo voto. L’ombra del successo di Metsola

Ieri prima giornata di votazioni a Strasburgo. La maltese confermata presidente del Parlamento Ue con il 90% dei voti. E’ la più votata di sempre. E a questo punto diventa un ottimo Piano B nel caso von der Leyen non ce la facesse. Eletta Sberna, la prima vicepresidente di Fratelli d’Italia all’europarlamento. E’ una delle tre condizioni poste dalla presidente di Ecr per dare il sostegno alla presidente uscente

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
Meloni sempre più vicina a votare Ursula. Ma si tratta fino all’ultimo voto. L’ombra del successo...

Alle 19 e 30, quando si chiude la conta del secondo scrutinio, Ursula von der Leyen tira un sospiro di sollievo. L’Europarlamento ha appena eletto i 14 vicepresidenti e tra Popolari, Socialisti (confermata anche la Pd Picierno), Liberali, ci sono ben due  Conservatori guidati da Giorgia Meloni. Una di loro, Antonella Sberna, 42 anni, è di Fratelli d’Italia. Questo vuol dire che i 24 voti dei parlamentari meloniani sono sempre più vicini e sicuri. E per la presidente uscente in cerca del bis, sono voti preziosissimi.  La Sorella d’Italia in questione è superamica di Arianna Meloni, assessore prima e ora consigliere comunale a Viterbo, laurea in pubbliche relazione, altri incarichi amministrativi a Bruxelles, per la prima volta eurodeputata. 

Amica di Arianna

E’ la prima volta che un rappresentante della destra italiana rompe il cordone sanitario e viene eletto vicepresidente.Anzi sono addirittura due gli eletti della famiglia dei Conservatori (Ecr) presieduta da Giorgia Meloni: Sberna, appunto, e il lettone Roberts Zile, confermato nell’incarico. Resta fuori invece il candidato dei Patrioti per l’Europa, il francese  Leggerì, già direttore di Frontex, eletto con il Rassemblement National, che è andato comunque a un passo dell’elezione. Verso i Patrioti regge dunque il “cordone sanitario”, una sorta di veto ad entrare della stanza dei bottoni delle istituzioni europee toni  motivato dal fatto che “sarebbe controproducente mettere alla cloche dei comandi chi non crede all’Europa e la boicotta ogni giorno”. A cominciare da Viktor Orban.  

Nicola Procaccini e Carlo Fidanza, co-presidente del gruppo Ecr e capodelegazione di Fratelli d’Italia a Bruxelles, hanno sottolineato ieri sera con forza quanto era succeso. “Per la prima volta un rappresentante della destra italiana viene eletto alla vicepresidenza del Parlamento europeo. Siamo quindi molto soddisfatti” ha detto Procaccini.  “E’ un importate riconoscimento per l’azione politica svolta da Fratelli d’Italia in ambito europeo” ha aggiunto Fidanza.

“Cordonati” i Patrioti 

Soprattutto è “una vicepresidenza di peso” (vedremo poi le deleghe) era una delle tre condizioni che Giorgia Meloni ha chiesto per dare l’appoggio in aula a Ursula von der Leyen. La premier segue tutto da lontano, oggi è in Libia (per il Forum sulle migrazioni) e domani a Oxford per il vertice europeo.  La “partita” per completare le caselle della governance europea sta andando come previsto. Iniziata il 27 giugno, si chiuderà domani dopo le 13. Dopo le votazioni che dovranno o meno confermare il bis di Ursula von der Leyen. Più che altro si tratta di un puzzle a cui manca ancora il “pezzo” più importante - la presidenza della Commissione - e che è ancora confuso tra tanti altri pezzi.

Le cose stanno andando come dovevano:  Roberta Metsola eletta alla presidenza del Parlamento con il 90 per cento dei voti; le 14 vicepresidenze tra cui la parlamentare di Fratelli d’Italia. Ma sarà comunque una conta fino all’ultimo voto.

 I corridoi dell’europarlamento a Strasburgo sono il dietro le quinte di trattative serrate dove Ursula von der Leyen, già designata dal Consiglio europeo  il 27 giugno scorso, sta ancora contando uno dopo l’altro e lo farà fino all’ultimo minuto utile, i 361 voti necessari ad essere eletta per il bis della carica ricoperta negli ultimi difficilissimi cinque anni. I conti però ancora non tornano. “La sua rielezione è data al 60%, Ursula deve però ancora convincere molti colleghi” dice una fonte di primo piano del gruppo dei Conservatori (Ecr) che hanno a disposizione un tesoretto di 78 voti (sono il quarto gruppo europeo). Ieri hanno avuto l’incontro diretto con la candidata ma ancora non hanno sciolto le riserve sul voto che sarà comunque segreto.

Il verdetto domani alle 13

Ecco perhè fino a giovedì alle 13 dunque nulla sarà certo e nulla sarà deciso. Trattative su cui pesano altre dinamiche extraeuropee perché mai come questa volta gli occhi del mondo - dagli Stati Uniti nel mezzo di una durissima campagna elettorale, alla Russia di Putin alleata con la Cina di Xi e impegnata da due anni e mezzo per la riconquista dell’Ucraina, al Medioriente che balla sulla sottile linea di Gaza – guardano all’Europa e alla sua capacità di farsi soggetto politico autonomo e decisore nel nuovo ordine mondiale. Europa a sua volta alle prese con i venti delle destre che soffiano forti in molti paesi (tanto che sono diventati tre i gruppi di destra nell’europarlamento, Ecr, Patrioti, Esn) e contro i quali ha suonato la Marsigliese la Francia di Macron e, per quanto fuori dall’Europa, il Regno Unico del nuovo primo ministro labour Keir Starmer.

Le trattative di Ursula von der Leyen, quindi. La presidente uscente deve fare i conti non solo con i voti e il quorum ma anche con l’ombra di Roberta Metsola, non da oggi una sua possibile concorrente al trono della Commissione, donna, anche lei della famiglia dei Popolari, ieri mattina rieletta alla presidenza del Parlamento con una maggioranza mai vista prima: 562 voti su 699 votanti. Significa che il 90% degli aventi diritto l’hanno votata, ben oltre il perimetro della maggioranza Popolari-Socialisti-Liberali, e che la sua figura è assai più unificante di quella di Ursula von der Leyen. Dunque un ottimo piano B nel caso dovesse andare il Piano A, quello di Ursula.

Le citazioni di Roberta

Persino i leghisti del gruppo dei Patrioti (che magari speravano di essere ricambiati nel pomeriggio nelle votazioni sulle vicepresidenze) hanno votato Metsola grazie in particolare al suo rapporto con l'Italia. E alle lunghe citazioni dedicate al nostro paese nel suo intervento. Ha citato Alcide De Gasperi: “La tendenza all’essere uniti è una delle costanti della storia. Parliamo, scriviamo, insistiamo, non lasciamo un istante di respiro; che l'Europa rimanga l’argomento del giorno. Faccio eco delle sue parole che dobbiamo ricordare in questa legislatura”. E poi ha elencato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino tra coloro per cui bisogna costruire un’Europa di cui sarebbero orgogliosi. Non solo: ha ricordato Giulia Cecchettin tra le donne che “non potranno mai vedere questa Europa” a causa della violenza degli uomini. Furbo, probabilmente e abilmente suggerito (Tajani?), l’intervento di Metsola ha toccato le corde giuste e ha fatto bingo. La più giovane, la terza donna alla guida delll’europarlamento, ora anche la più votata.   Un centinaio di voti sono arrivati dalle destre. Lei ha ringraziato tutti: “Voglio creare ponti e alleanze” e questa larga maggioranza è per lei “l’opportunità per un forte messaggio di una maggioranza pro-europea”. Ursula von der Leyen – tra le due c’è sempre stata una gentile competizione – ha riflettuto con preoccupazione su questi record.

Tre tasselli

Se Metsola è il primo tassello del puzzle che ci porta domani allo show down finale, il secondo tassello sono state le vicepresidenze e il tema del “cordone sanitario”, cioè l’esclusione delle destre dalla cabina di regia della nuova Europa. Per Giorgia Meloni “una vicepresidenza di peso” è una delle contropartite – l’altra è il commissario di peso, cioè con portafoglio economico Pnrr compreso -  per dare i suoi 24 voti a Ursula con der Leyen.

Il terzo tassello saranno le dichiarazioni programmatiche che von der Leyen presenterà domattina (ore 9) e fino a che punto gli impegni di legislatura, che dovranno lasciare l’ambiguità dei bilaterali, sapranno attrarre voti oltre il perimetro politico di base, cioè i presunti 401 voti di Popolari, Socialisti e Liberali. 

Il voto dei Verdi

È ormai certo che una buona parte dei Verdi (54 parlamentari) dovrebbe votare per von der Leyen e sarebbe una novità politica. I Conservatori (Ecr) hanno lasciato libertà di voto e le trattative sono quasi individuali, o meglio, paese per paese. Ieri Ecr ha incontrato la presidente uscente e incaricata. Nella delegazione anche Carlo Fidanza dei Fratelli d’Italia che dispone di 24 voti ancora ufficialmente indecisi. “La ascolteremo con attenzione”. La delegazione italiana ha chiesto “un radicale cambio di passo sul Green Deal”, contro “l’approccio ambientalista ideologico”, in difesa della “neutralità tecnologica” (cioè no alla messa al bando secca delle auto a benzina e diesel dal 2035). Se la frenata sul green deal compiuta negli ultimi mesi non ha convinto, lo ha fatto però la linea sull’immigrazione e il via libera agli accordi di cooperazione e di rimpatrio con i paesi terzi.  Il fatto è che von der Leyen considera Meloni e i Fratelli una destra con cui “non è possibile avere un’alleanza strutturale ma con cui si può lavorare sui singoli dossier”.

 

 

 

 

 

 

 

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
I più recenti
Difesa Ue, Tajani: Senza Europa non si va da nessuna parte
Difesa Ue, Tajani: Senza Europa non si va da nessuna parte
Colloquio telefonico tra Salvini e Vance
Colloquio telefonico tra Salvini e Vance
Lega, rivediamo norma sulle adozioni dopo sentenza Consulta
Lega, rivediamo norma sulle adozioni dopo sentenza Consulta
Sindaco Ventotene, 'vorrei Meloni all'Europa Festival'
Sindaco Ventotene, 'vorrei Meloni all'Europa Festival'
Teleborsa
Le Rubriche

Alberto Flores d'Arcais

Giornalista. Nato a Roma l’11 Febbraio 1951, laureato in filosofia, ha iniziato...

Alessandro Spaventa

Accanto alla carriera da consulente e dirigente d’azienda ha sempre coltivato l...

Claudia Fusani

Vivo a Roma ma il cuore resta a Firenze dove sono nata, cresciuta e mi sono...

Claudio Cordova

31 anni, è fondatore e direttore del quotidiano online di Reggio Calabria Il...

Massimiliano Lussana

Nato a Bergamo 49 anni fa, studia e si laurea in diritto parlamentare a Milano...

Stefano Loffredo

Cagliaritano, laureato in Economia e commercio con Dottorato di ricerca in...

Antonella A. G. Loi

Giornalista per passione e professione. Comincio presto con tante collaborazioni...

Lidia Ginestra Giuffrida

Lidia Ginestra Giuffrida giornalista freelance, sono laureata in cooperazione...

Alice Bellante

Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alla LUISS Guido Carli...

Giuseppe Alberto Falci

Caltanissetta 1983, scrivo di politica per il Corriere della Sera e per il...

Michael Pontrelli

Giornalista professionista ha iniziato a lavorare nei nuovi media digitali nel...