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Meloni scarica Pozzolo per evitare il tribunale politico in conferenza stampa

La premier è infuriata, arrabbiata, per quanto successo la notte di capodanno a Biella

Giuseppe Alberto Falcidi Giuseppe Alberto Falci   
Meloni scarica Pozzolo per evitare il tribunale politico in conferenza stampa

Preparare la conferenza stampa di fine anno non è mai facile. Figurarsi dopo averla annullata due volte, per ragioni di salute, e a maggior ragione a seguito di due scandali che hanno fatto il giro d’Italia, come il caso Pozzolo e Verdini. Giorgia Meloni è infuriata, arrabbiata, per quanto successo la notte di capodanno a Biella. «Siamo al governo, non possiamo più permetterci errori perché in un attimo si ritorcono contro. Così sembriamo inaffidabili». Ha aperto un’istruttoria all'interno del partito, minuto dopo minuto è aggiornata rispetto alle notizie che arrivano dalla Procura. Detto questo, l’inquilina di Palazzo Chigi vuole evitare il tribunale politico. Ed è per questa ragione che vorrebbe che la vicenda si chiudesse in due domande, al massimo. Così nel consesso della conferenza stampa  Meloni potrebbe scaricare il deputato Pozzolo.

Le testimonianze raccolte dagli investigatori sullo sparo esploso dalla pistola del deputato di FdI durante un cenone di Capodanno a Biella, ospite anche il sottosegretario Andrea Delmastro, sono colpi duri. La posizione di Pozzolo si fa a ogni ora più pesante. Dentro FdI, quasi tutti lo considerano «indifendibile». Meloni viene descritta come molto, molto irritata. Per il momento, il provvedimento di cui si parla è la sospensione dal partito.  Poco cambia che venga inflitta o che arrivi con un atto imposto a Pozzolo, un’autosospensione. È importante, per Meloni, guardare avanti proiettare l’azione dell’esecutivo ai prossimi mesi e alla lunga campagna elettorale. Anche perché l’opposizione continua a cavalcare la vicenda.

Luana Zanella dei Verdi va oltre e chiede le dimissioni di Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, che ha preso parte al cenone di capodanno in cui c’era anche Pozzolo: «La presidente Meloni fa sapere tramite indiscrezioni di essere molto infuriata per il caso Pozzolo-Delmastro: e meno male, ma non ci basta. Siamo di fronte ad un caso grave. È inquietante che un deputato giri armato, e non si sa per quali specifici e fondati motivi di sicurezza, e usi la pistola come fosse un giocattolo. Il sottosegretario Delmastro ha mostrato di non ricoprire il suo incarico con disciplina e onore. Meloni deve intervenire concretamente dando un segnale chiaro a tutta la sua classe dirigente, richiamandola a responsabilità e serietà». E ancora, Angelo Bonelli: «Che un deputato abbia sparato e ferito un uomo è un disonore per tutti i parlamentari della Repubblica, per questo Pozzolo si deve dimettere». Interviene anche la grillina Chiara Appendino: « il Deputato di Fratelli d'Italia Pozzolo che raggiunge Delmastro a una festa armato di pistola e dopo il ferimento di un agente prova a sottrarsi ai test. Stiamo finendo le parole per questo governo immorale ed arrogante che dimostra totale disprezzo del popolo italiano: Giorgia Meloni dovrebbe chiedere scusa per aver ricostituito l'Italia dei privilegiati e della casta». 

Ma il caso Pozzolo non è l’unica grana. Ci saranno domande sui rilievi del Quirinale sul disegno di legge concorrenza. E non mancheranno certamente chiarimenti da parte della stampa parlamentare sulla bocciatura del Mes e sui rapporti con l’Europa. Sui balneari e gli ambulanti, si sta consumando una battaglia sotto traccia con la Lega di Salvini. Cosa dirà allora l’inquilina di Palazzo Chigi? Farà un’apertura rispetto alle osservazione del Capo dello Stato? All’interno dell’esecutivo una parte propende per la ricerca di un accordo e di una soluzione che possa evitare la procedura di infrazione. Con l'obiettivo di arrivare sì a una norma quadro che superi l'attuale confusione e sovrapposizione di misure. L'altra invece è pronta allo scontro, come ha lasciato intendere la reazione leghista dopo la lettera del Colle.

E ieri non certo a caso il vicepremier Antonio Tajani ha utilizzato toni ecumenici rispetto a quelli di Matteo Salvini: «La direttiva Bolkestein ha creato una serie di problemi e forse bisognava intervenire diversamente durante l'iter legislativo, magari escludendo balneari e ambulanti. Ma la norma c'è, bisogna trovare una soluzione che ci permetta di rispettare il diritto internazionale e comunque, in qualche modo, di tutelare le imprese che rischiano di subire un danno. La soluzione va assolutamente trovata. Il governo è al lavoro, anche attraverso con una mediazione con l'Unione Europea. Io ritengo come leader di Forza Italia e vicepresidente del Consiglio che si debba trovare un compromesso che permetta di rispettare le norme e le decisioni della Giustizia europea e italiana, ma anche di tutelare le imprese balneari e gli ambulanti. Non è facile però l'obiettivo è questo, cioè trovare una buona soluzione che ci permetta però di rispettare le regole che comunque vanno rispettate». 

È pronta a rispondere a tutte le questioni. Resta da capire se i toni saranno da campagna elettorale cercando più lo scontro con l’opposizione. O se Meloni cambierà spartito provando a lanciare un messaggio distensivo all’esterno e in particolare alle cancellerie europee. E a proposito di Europa e del rinnovo del Parlamento europeo non mancherà la domanda sull’ipotesi di candidatura. Sarà lei la capolista di Fratelli d’Italia? Di sicuro nel partito in tanti se lo augurano, perché «con Giorgia in campo possiamo superare il 30%». Non è dato sapere se la premier prenderà ancora altro tempo. O se deciderà di sciogliere la riserva proprio per archiviare le prime 72 ore del 2024. 

 

Giuseppe Alberto Falcidi Giuseppe Alberto Falci   
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