[L’inchiesta] Animali esotici, bagnini e una concessione autostradale. Ecco cosa M5s e Lega “blindano” con la fiducia sul Milleproroghe
Per la prima volta nella storia l’esecutivo chiede il voto di fiducia sul provvedimento omnibus che rinvia le scadenze e viene sottoposto ogni anno al Parlamento. Pentastellati e leghisti hanno voluto aggirare l’ostruzionismo del Pd, ma hanno messo in difficoltà il Quirinale. Gli articoli più caldi riguardano vaccini e periferie, ma nel Milleproroghe si crea anche il Fondo per i risparmiatori truffati dalle banche e si disciplinano centinaia di altre cose più o meno importanti

Cosa hanno in comune le autocertificazioni per i vaccini dei bambini e le misure per il controllo della nutria e delle altre “specie esotiche invasive”? Cosa c’entrano i prodotti succedanei da fumo con i rifugi alpini e la proroga dei termini in materia di intercettazioni telefoniche ed ambientali? Quali collegamenti si possono trovare tra i controlli tecnici periodici dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, il compenso del commissario per l’Agenda digitale, e il regolamento per gli addetti al salvamento acquatico, cioè i bagnini? Semplice: sono tutti capitoli di uno stesso decreto, il decreto Milleproroghe. Fatto, più che altro, di rinvii. Per la prima volta nella storia del provvedimento di fine estate, il testo-omnibus - formalmente “Proroga di termini previsti da disposizioni legislative” - , già approvato dal Senato nella seduta il 6 agosto, sarà votato questo pomeriggio alla Camera mediante un voto di fiducia. M5s e Lega l’hanno così riempito di contenuti “hard” da rendere anche il più innocuo dei provvedimenti, che ogni anno proroga la scadenza di alcuni termini, un testo “pericoloso”.
Il Pd occupa i banchi
Così il governo gialloverde ha deciso di chiudere il dibattito e di chiedere ai suoi parlamentari un voto a scatola chiusa allo scopo di evitare al provvedimento eventuali incidenti di percorso. Anche a costo di scatenare le ire dei deputati del Pd, alcuni dei quali hanno occupato simbolicamente i banchi del governo, e la contestazione da parte di Forza Italia e di FdI. A cambiare l’ordine del giorno della Camera dei deputati, costringendo Giuseppe Conte a rinunciare al previsto question time, è stata la minaccia dei dem di ostruzionismo sulla parte del testo che riguardava l’autocertificazione sui vaccini e su quella contenente i tagli - già decisi - di 1,6 miliardi di euro stanziati dai governi precedenti per le periferie italiane. Di fronte alla richiesta di tutti i deputati dem di intervenire nel dibattito, i Cinquestelle hanno messo ai voti la sospensione della seduta (passata con 293 voti favorevoli e 224 contrari). Poi il colpo di teatro.
La prima volta del governo giallo-verde
La vicepresidente di turno della Camera, Maria Elena Spadoni, comunicava che il dibattito poteva pur essere chiuso avendo l’esecutivo deciso di mettere - per la prima volta - la fiducia sul testo. Ovviamente nell’intento di evitare di ritrovarsi per giorni sulla graticola e di far passare giorni preziosi che il governo non ha, dal momento che il decreto deve necessariamente essere convertito entro il 23 settembre. Al di là di questa “anomalia”, Pd, Forza Italia e Fratelli d'Italia hanno contestato soprattutto la legittimità dell’atto, dal momento che il voto di fiducia sarebbe stato autorizzato dal Consiglio dei ministri tenutosi un mese e mezzo fa, il 24 luglio, ben prima che il decreto fosse firmato dal presidente della Repubblica e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Dopo la pillola del giorno dopo, insomma, il decreto del giorno dopo. “Il decreto da quel giorno è cambiato radicalmente, sul tema dei vaccini almeno tre volte”, si è lamentato, per esempio, il piddino Roberto Giachetti. “E’ stato compiuto per la prima volta un atto eversivo, mai vista una cosa del genere”, gli ha fatto eco Alessia Morani. “Avendo io una certa esperienza, esprimo tutta la mia solidarietà al ministro Riccardo Fraccaro che per la prima volta pone la questione di fiducia. Ma sottolineo che è impossibile decidere la fiducia prima che il Presidente della Repubblica abbia firmato il decreto e prima che questo sia stato pubblicato in Gazzetta”, ha sottolineato Maria Elena Boschi, in passato ministro per i Rapporti con il Parlamento. “E’una procedura assolutamente legittima e regolare”, ha replicato Riccardo Fraccaro, ministro per i Rapporti col Parlamento. Il pentastellato, anzi, rivendica come quella sul Milleproroghe sia la prima fiducia dopo 100 giorni dalla nascita del governo. Nemmeno per il contestatissimo decreto dignità i gialloverdi avevano fatto ricorso a questa forzatura.
I contenuti del decreto
Ma cosa ha voluto “blindare” Giuseppe Conte, chiedendo un atto di fede a scatola chiusa ai parlamentari pentastellati e leghisti? C’è innanzitutto il rinvio sui vaccini. Sarà possibile sostituire la documentazione attestante l’avvenuta vaccinazione del proprio figlio con un’autocertificazione dell’avvenuta vaccinazione fino al 10 marzo 2019. L’emendamento sulle periferie, invece, prevedeva l’investimento in progetti diversi di un miliardo e seicento mila milioni già stanziati per 96 progetti in altrettante città e Aree metropolitane italiane. Presenti pressoché tutte le grandi aree urbane, resteranno a bocca asciutta le Città Metropolitane di Catania, Genova, Messina, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia. Un atto così grave che l’Anci ha minacciato di interrompere i rapporti istituzionali con il governo qualora il ministero dell’Economia non provvedesse a rimandare i soldi nelle città. È sempre un articolo del Milleproroghe, il cui nome è stato storpiato durante la discussione, il dispositivo che rimanderà alle urne le Province italiane, dopo che queste sono riuscite a scampare la chiusura due volte, prima con Mario Monti e poi con Matteo Renzi. Ma col voto di fiducia di oggi, la maggioranza gialloverde ha trovato anche il modo di blindare un provvedimento importante come la creazione di un fondo di ristoro in favore dei risparmiatori truffati dalle banche, dando seguito ad una promessa fatta sia da Matteo Salvini che da Luigi Di Maio.
Dalla giustizia ai rifugi alpini
Accanto a disposizioni così delicate, nel lungo articolato hanno trovato spazio anche provvedimenti meno importanti, eppure anche loro diventati oggetto di “blindatura”. Qualche esempio? All’articolo 4 comma 2 si rimanda nuovamente, al 31 ottobre 2019, l’applicazione del regolamento per i bagnini, aulicamente definiti “addetti al salvamento acquatico”. I baywatch già operativi potranno quindi continuare a lavorare nonostante non sia ancora stati individuati “soggetti autorizzati alla tenuta dei corsi di formazione al salvamento in acque marittime, acque interne e piscine e al rilascio delle abilitazioni all'esercizio dell'attività di assistente bagnante”, cosa che doveva essere fatta già nel 2011. C’entra sempre il mare nell’articolo che prevede il “differimento dell’applicazione dell’obbligo di titolarità della patente nautica per la conduzione di unità aventi motore di cilindrata superiore a 750 cc a iniezione a due tempi”. Prorogati allo stesso modo la riforma dell’esame di abilitazione forense e l’obbligo di fare “controlli tecnici periodici dei veicoli a motore e dei loro rimorchi”. Due articoli del Milleproroghe edizione 2018 riguardano la giustizia: il primo proroga i termini in materia di intercettazioni·telefoniche; il secondo consente, in assenza di una norma dedicata, la “partecipazione al procedimento penale a distanza con il sistema del collegamento audiovisivo”. E’ la norma salva-pentiti, insomma, che consente ai collaboratori di giustizia di partecipare ai processi in video-collegamento da località sicure e protette. Altrettanti articoli rinviano l’entrata in vigore della nuova “normativa antincendio e le verifiche di vulnerabilità sismica degli edifici scolastici e degli asili nido”, che, dunque, per qualche tempo potranno continuare a non essere sicuri. Accanto ad un articolo che rimanda al futuro le regole per il “possesso di animali appartenenti alle specie esotiche invasive” e disciplina l’atteggiamento che lo Stato dovrebbe avere nei confronti delle nutrie, il decretone contiene la proroga della “Concessione dell’infrastruttura autostradale A22 Brennero- Modena”, un tema di stringente attualità. Meno vivace, obiettivamente, il dibattito sui rifugi alpini, per i quali continueranno a valere le vecchie norme, così come, grazie al voto di fiducia mentre non cambieranno nemmeno le “Imposte di consumo su prodotti succedanei dei prodotti da fumo” - cioè le sigarette elettroniche - o lo stipendio del Commissario straordinario per l’Agenda digitale. Che continuerà, dunque, da domani, a dormire sonni tranquilli. Così come le nutrie, del resto.