[L'intervista] "Luigi Di Maio sognava di diventare poliziotto, in classe era il tesoriere"
Paolo Picone, giornalista, compagno di scuola del leader M5s e autore della sua biografia racconta il Di Maio privato
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S’intitola Di Maio chi? Vita, opere e missione del politico più «bersagliato» d’Italia la biografia indipendente scritta da Paolo Picone (Aliberti, pp. 174), giornalista nato e vissuto nella stessa comunità in cui è cresciuto il vicepresidente della Camera — Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli — e che ha frequentato lo stesso liceo del candidato premier del Movimenti 5 Stelle. Picone, racconta il «fenomeno Di Maio», il suo ambiente di formazione, le ambizioni coltivate sin da adolescente, i suoi pregi e i suoi difetti.
Come ha avuto l’idea di scrivere una biografia su Luigi Di Maio?
L’idea in realtà l’ha avuta il mio editore Francesco Aliberti che attraverso un collega ha saputo che io conoscevo da tempo Luigi Di Maio e che avevo frequentato lo stesso liceo sebbene un decennio prima. Quindi gli sono sembrato subito il più adatto a raccontare la storia di Di Maio in modo veritiero e affidabile.
Molti attaccano il candidato premier del M5S per le sue gaffe, per i condizionali sbagliati nei post sui social, ma com’è secondo Lei il vero Luigi Di Maio?
Sicuramente non è come lo vogliono raffigurare i suoi detrattori. La sua carriera scolastica, voti alla mano, dicono l’esatto contrario. Di Maio ha un’ottima base culturale, ha sempre brillato a scuola e non era quello che si può definire uno sgobbone bensì una mente vivace con una grande curiosità ed attitudine verso le materie letterarie. Il suo 100 agli esami di maturità sono solo una piccola testimonianza della sua carriera scolastica.
Ma non si è laureato
Si, perché a 26 anni non sono molti quelli che pur essendo iscritti ad una Facoltà universitaria si trovano improvvisamente all’interno del Parlamento ricoprendo addirittura la carica di vice presidente della Camera. Lui mi ha chiaramente detto che ha sospeso gli studi universitari per il momento anche perché, vista la sua carica istituzionale potrebbe essere involontariamente favorito sostenendo gli esami. Quindi quando i suoi mandati a tempo finiranno probabilmente riprenderà da dove si era fermato.
Com’era l’adolescente Di Maio?
Come tutti gli adolescenti, forse un po’ più introverso degli altri, ma già molto responsabile. Voleva fare da grande il poliziotto ed alle scuole medie gli assegnarono un incarico di responsabilità, cioè di mantenere la cassa della sua classe.
Lei come ha conosciuto Luigi Di Maio?
La prima volta che ci siamo incrociati era il 2007. Io avevo fondato il primo meetup di Beppe Grillo di Pomigliano d’Arco, perché credevo che quello che allora non era un movimento politico fosse un modo per esprimere idee giuste di cittadinanza attiva, Di Maio insieme ad altri amici, come ad esempio Dario De Falco, crearono il secondo meetup di Pomigliano. Quindi ci incontrammo in più occasioni. Poi dopo qualche mese preso dalla mia professione mi disimpegnai dal meetup, ma Di Maio ed amici li ho incrociati in varie iniziative da loro realizzate sul territorio. Ma una vera conoscenza che ritengo sia anche diventata amicizia è nata proprio con questo libro che è bene chiarire non è autorizzato e quindi Di Maio se lo è ritrovato. Ma quando gli ho chiesto di incontrarci per ottenere più informazioni esatte possibili sulla sua vita ed attività politica è stato sempre disponibile.
Eppure nel libro sono anche riportate alcune delle gaffe di Di Maio
Ecco questo è il Luigi Di Maio che io conosco. Non permaloso ed una persona che quando sbaglia lo ammette. Però è anche un ragazzo di 31 anni che da due anni almeno viene attaccato in modo strumentale un giorno si ed un giorno no. Nel libro infatti sottolineo che ogni qualvolta Luigi superava Matteo Renzi nei sondaggi, a distanza di pochi giorni gli arrivava un bombardamento mediatico contro. Veramente attacchi ad orologeria.
Lei quindi lo giudica positivamente nel libro?
Io non lo giudico affatto. Piuttosto da giornalista mi attengo ai fatti. Senza escludere nulla. Se poi emergono più lati postivi è un fatto obiettivo e non più soggettivo.
Nelle ultime righe della sua biografia su Luigi Di Maio, pubblicata diversi mesi fa, lei fa un pronostico che oggi si rivela esatto e cioè scrive che lui è l’unico papabile del M5S ad essere candidato a premier del Paese. Come ha fatto ad anticipare l’esito delle primarie del M5s quasi sette mesi prima?
Non era così difficile pronosticarlo. Perché tutta l’attività politica di Di Maio, le sue missioni all’estero, i suoi interventi in tv, la sua attività parlamentare hanno sempre fatto pensare che nessuno più di lui potesse essere candidato alla leadership del Paese dal M5S. Penso che Grillo e Casaleggio non a caso abbiano da tempo pensato a lui come il presidente del Consiglio.
Che presidente del Consiglio sarà eventualmente Luigi Di Maio?
E’ difficile dirlo ora, ma sicuramente se dovesse essere scelto per formare il prossimo Governo, sarà una grossa sorpresa per tutti. La sua storia, seppur breve, insegna che non è mai stato inappropriato, nonostante qualche errore che ha potuto fare. Ma chi non sbaglia e soprattutto quale politico o premier non ha commesso errori. Dalla sua c’è la genuinità e l’essere diverso per dna da tutti i politici finora candidati alla leadership del Paese. Sarà una sorpresa, è garantito.