Luce e gas, avanti con il libero mercato. Salvini, Schlein e Conte “perdono” la battaglia della proroga
Il Consiglio dei Ministri ha approvato alcune integrazioni al decreto energia di una settimana fa. Più informazione e trasparenza e il monitoraggio delle tariffe. Abbastanza soddisfatto il ministro Pichetto Fratin che aveva chiesto queste - e altre - misure già nei mesi scorsi. Le proteste dei consumatori

Il mercato sarà libero. Senza deroghe, cioè nelle date prestabilite. Ma con paletti ben precisi per le società private che si prenderanno in carico le “nostre” utenze. Sarà più difficile - queste le intenzioni del governo - fare i furbi con la tariffe, confondere i clienti con contratti illeggibili e nascondere nelle pieghe di qualche regolina brutte sorprese nelle bollette.
Per gli utenti, quei quattro milioni e mezzo di famiglie per cui cessa il mercato tutelato cioè quello garantito con una media di pezzi fissata dall’Authority (Arera), si tratta di un percorso che resta obbligato “ma con le migliori condizioni e la massima informazione”.
Vittoria a metà? O mezza sconfitta?
Una vittoria a metà o una mezza sconfitta. Dipende se la vittoria fosse il mercato libero. O tutelato. Nella telefonia, ad esempio, a suo tempo questo passaggio ha garantito all’Italia le tariffe tra le più basse di Europa. Per la maggioranza si tratta dell’ennesimo incidente casalingo: otto giorni fa Matteo Salvini si era fatto paladino delle istanze dei cittadini- consumatori che chiedevano una proroga dell’entrata in vigore del mercato libero. In fondo - la tesi sostenuta anche dalle associazioni di consumatori - “è dal 2015 che si rinvia (fu introdotta dal governo Renzi, ndr) e non è certo questo il momento, con due guerre in corso e l’inflazione che fa quello che vuole, di esporre i cittadini ai rischi e alle variazioni del libero mercato”. Forza Italia e Giorgia Meloni hanno invece sostenuto la tesi opposta con qualche distinguo: il ministro Pichetto e Forza Italia hanno chiesto una “gradualità nel passaggio” e garanzie per legge rispetto agli operatori. Il ministro Fitto (Fdi) si era invece trincerato dietro la frase: “E’ una riforma del Pnrr, collegata alla terza rata che abbiamo già intascato, e non potevamo certo rinviare”. Come se non avesse rinviato/rimodulato 144 obiettivi del Pnrr tra cui 14 riforme. Giorgia Meloni ha ascoltato e otto giorni dopo, cioè ieri nel primo Consiglio dei ministri utile, ha scelto la strada indicata da Forza Italia. Non una nuova trattativa con la Commissione Ue bensì strumenti di tutela garantiti da leggi ordinarie dello stato.
“Sconfitti” anche Pd e 5 Stelle
Ci sono vincitori e vinti anche tra le opposizioni. Elly Schlein e Giuseppe Conte sono saltati sui banchi dell’aula per chiedere la proroga di quella che è stata subito ribattezzata “tassa Meloni”, il “regalo di Natale del governo” immaginando che già il 10 gennaio - quando scatta il libero mercato per il gas - e poi il primo aprile (luce), ci sarà un micidiale gioco al rialzo di cui faranno le spese i cittadini. Hanno dimenticato, però, entrambi che sia il Pd che i 5 Stelle hanno votato quella riforma in quella data. Soddisfatti invece Italia viva, Azione e Più Europa: furono Renzi premier e Calenda ministro nel 2017 a dire basta al mercato tutelato in nome del libero mercato. Da allora ogni anno sono state sempre votate le proroghe. Ma vediamo nel dettaglio il provvedimento approvato ieri in Consiglio dei ministri e che sono integrazioni al decreto energia votato martedì scorso.
Cinque milioni di famiglie coinvolte
Circa quattro milioni e mezzo di famiglie “vulnerabili” (over 75, malati e residenti in zone disagiate) continueranno a usufruire di gas e luce a prezzi calmierati. Circa sedici milioni di famiglie hanno già scelto cosa fare negli anni (il passaggio - non l’obbligo - al libero mercato è attivo dal 2017 appunto). Restano poco meno di cinque milioni di famiglie che sono ancora oggi con il mercato tutelato e che dal 10 gennaio dovranno liberalizzare le forniture di gas e dal 10 aprile quelle della luce. Le misure di ieri intervengono su questo specifico gruppo. “Vogliamo rafforzare - hanno spiegato fonti di palazzo Chigi - gli strumenti finalizzati a prevenire ingiustificati aumenti dei prezzi e possibili alterazioni delle condizioni di fornitura di energia elettrica”. La decisione, precisano le stesse fonti “è in linea con gli impegni assunti nell’ambito della terza rata del Pnrr e si è resa necessaria per garantire un graduale e informato passaggio al mercato libero”.
Si tratta di strumenti finalizzati a “prevenire ingiustificati aumenti dei prezzi e possibili alterazioni delle condizioni di fornitura”.
Regime transitorio
I “non vulnerabili” oggi in tutela, in caso di mancata scelta di un nuovo operatore sul mercato libero, già ora la norma prevede per la luce un regime transitorio con l’assegnazione all’operatore che ha “vinto” i pacchetti di clienti: le assegnazioni si terranno entro il 10 gennaio. Si tratta del cosiddetto Servizio a Tutele Graduali (STG), che è già entrato in funzione con le microimprese, inclusi i condomini. Il regime transitorio dura massimo tre anni, in cui il prezzo è stabilito in parte da Arera.
Per il gas, invece, chi esce dalla tutela senza operare una scelta sul mercato libero continua a stare con lo stesso gestore ma in un regime tariffario diverso, simile alle attuali offerte che replicano la tariffa in maggior tutela. Ma che potrebbe essere anche più caro rispetto all’attuale regime tariffario.
La campagna informativa
Chi vuole passare al libero mercato, sarà destinatario di una specifica campagna informativa - certamente non con telefonate anonime e che poteva iniziare in modo serio già nei mesi scorsi - e saranno anche beneficiari di una costante attività di monitoraggio sulle attività degli operatori e sull’andamento dei prezzi. Di questa attività si occuperanno Arera, il ministero dell’Ambiente e le principali associazioni dei consumatori. Il ministro Pichetto, che forse aveva una lista di richieste un po’ più lunga ma soprattutto non così in ritardo, ha preteso anche una “semplificazione relativamente al trasferimento della domiciliazione bancaria per il pagamento delle bollette”. Che restano bimestrali “ferma restando la libertà dell’utente di scegliere un fornitore diverso da quello assegnato all’esito delle procedure competitive e una differente modalità di pagamento”.
Le associazioni: “Siamo alle comiche”
Dunque, le barricate dei giorni scorsi hanno prodotto una campagna informativa efficace e chiara, il monitoraggio sulle bollette nei primi mesi di mercato libero e la semplificazione per i Rid bancari. Le associazioni dei consumatori restano critiche. Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unc: “Siamo alle comiche. Il rinvio va fatto per tutti. Basta prese in giro dei consumatori con la scusa del Pnrr”. La richiesta è di “prorogare il tutelato fino a che i prezzi non saranno tornati ai livelli pre-crisi e fino a che non saranno varate le nuove regole per una bolletta più trasparente”. Chi non sceglie nulla e non fa nulla, resta in un regime semi-tutelato, sotto la regia di Arera, per i prossimi tre anni. Poi scatterà lo stop definitivo. Forse conviene togliersi il dente adesso.