[L’inchiesta] Manager, avvocati, insegnanti, carabinieri e poliziotti. La svolta degli autocandidati a Cinquestelle

Gli attivisti grillini che passano la selezione di Luigi Di Maio rispetto a 5 anni fa, hanno curricula più solidi, rivendicano di avere un lavoro. I curricula dei parlamentari M5s che “scadono” il 23 marzo prossimo sono stati in effetti un handicap: quasi la metà dei parlamentari in carica non aveva un reddito prima che a versaglielo fossero Camera o Senato. Ora si cambia

Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo
Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo

Sono un architetto”, “lavoro come dottore di ricerca”, “sono un poliziotto da diciassette anni”, “ho fatto parte dell’arma dei Carabinieri e poi sono stato all’Ilva per diversi anni”. I video  degli aspiranti candidati parlamentari dei Cinquestelle che continuano a comparire  su Youtube raccontano una classe dirigente diversa da quella che abbiamo conosciuto finora. “E’ gente che non ha mai lavorato, che non ha presentato la dichiarazione dei redditi”, diceva di loro Silvio Berlusconi, con fare dispregiativo. I curricula dei parlamentari M5s che “scadono” il 23 marzo prossimo sono stati in effetti un handicap: quasi la metà dei parlamentari in carica non aveva un reddito prima che a versaglielo fossero Camera o Senato.

Sarà pure vero, come dice Massimiliano Petrucci, citando Martin Luther King in chiusura della sua  videopresentazione che “La salvezza dell'uomo è nelle mani dei disadattati creativi”, ma stavolta gli aspiranti parlamentari grillini sembrano un po’ meno “disadattati” del solito. A sentirli mentre si descrivono sembrano voler dimostrare - prima ancora di essere candidati e quindi magari eletti - di essere tutt’altro che un branco di disoccupati alla ricerca di uno stipendio come qualcuno ha provato a dipingerli. Il meccanismo scelto da Beppe Grillo e da Gianroberto Casaleggio per selezionare i candidati del Movimento è diverso da quello di cinque anni fa. Tutti si potevano autocandidare - e, difatti, ci hanno provato quasi tutti gli iscritti certificati, circa 15 mila persone -, ma spetta a Luigi Di Maio fare una scrematura, dire chi può passare alla fase “eliminatoria” e chi no. Questo lavoro terminerà entro il 29 gennaio: è questa la deadline, dal momento che non più tardi delle 20 di quel giorno  dovranno essere presentate le liste al Ministero dell’Interno.  

Quelli che hanno superato il primo ostacolo e sono già alla fase del breve video di presentazione caricato su Youtube - ne compare uno nuovo ogni mezzora - rivendicano sin dalle prime parole di avere un mestiere.  Alessio Caretto Carrozzo, 37 anni, di Taranto, padre di due figli, parla praticamente soltanto di quello. “Sono stato nei Granatieri, poi nell’Arma, quindi ho lavorato all’Ilva e poi, dopo un periodo di precariato, sono agente di commercio per un’azienda di comunicazione”, dice, raccontandosi dal sedile della sua automobile, che lui stesso definisce “il mio vero posto di lavoro”. Già, il lavoro. “Sono poliziotto da oltre 17 anni”, spiega Fabio Grifalchi.

In un Paese dove il tasso di occupazione è fanalino di coda in Europa e si ferma al 57,2%, nel quale un ragazzo su tre è disoccupato e vive grazie ai genitori, capita che tra gli aspiranti parlamentari a Cinquestelle ci sia un dottore di ricerca in economia. E’ il caso di Domenico Cortese di Tropea, che ha pronto un “bazooka monetario per il Sud” (che prevede, tra l’altro, una doppia moneta regionale per la Calabria) capace di far ripartire l’economia, forte dei suoi studi. Elisabetta Caldarola corre per le Parlamentarie a Barletta e dedica metà dei tre minuti coi quali chiede il voto degli attivisti grillini a raccontare il suo percorso professionale: dal ruolo di ragioniera “in una grossa azienda della grande distribuzione organizzata andata fallita”, al periodo da precaria alle Poste Italiane nella sua città, fino al “call center outbound della Tim” e poi, ora, il pendolarismo dalla Puglia fin verso Roma.

Tonio Papa, anche lui pugliese, è un avvocato e ha svolto le funzioni di “giudice onorario presso il Tribunale di Gallipoli”, come Federico Amato, che si candida e denuncia le lentezze della giustizia citando Seneca. Anche Giovanni Milione è un avvocato, conferma che è proprio il mestiere del legale quello che sembra andare per la maggiore tra i candidati grillini.  Giovanni Manzo, un po’ più in là con l’età, è “impiegato presso l’università del Salento” ma “per molto tempo” è stato “dipendente della Provincia di Lecce”: crede fermamente nell’idea dei “comitati” a tal punto che ne aveva fondato uno “per contrastare il proliferare delle strisce blu in città”.

Alessandro Pagano, nato a Milano,  tre figli, si è montato un video con la sigla di autocandidatura per Montecitorio, con diverse ambientazioni: “Lavoro in banca da 20 anni,  in una banca di credito cooperativo, sono vicedirettore di filiale”, racconta. Può essere utile, di questi tempi di bail in e banche che saltano, uno che conosce veramente il sistema degli istituti di credito.  Denis Nunga Lodi, milanese, di colore, è un (giovane) avvocato di diritto penale, immigrazione e diritto internazionale e nel suo video offre non solo le sue idee, ma, innanzitutto, “la sua professionalità di tecnico al Movimento 5 stelle”, pensa ad un posto a Montecitorio. Portano un cognome straniero anche il fotografo trentunenne Morris Ifarajami e Mohamed Mouslih “detto Med”, che è un “manager in un’azienda multinazionale” dove ha sviluppato grandi competenze specie nel settore dell’automotive.

Marvin Oxenham, ha nome e cognome canadesi (come i genitori), ma è nato a Roma e fa l’educatore a Viterbo. Carla Fiderà è “docente di scuola primaria” a Marsala e ha fatto molti clic perché, nel video, dice di essere “matta”.  I giovanissimi  Luca Carabetta ed Alessia Cuppone sono rispettivamente  “ingegnere e consulente della Camera dei deputati”, e “speaker radiofonica”. Non sono stranieri, ma vivono all’estero Adele Castellaccio, Andrea Cerati e Francesca Bisogni. La prima, 37 anni, laureata in giurisprudenza, avvocato, madre di due bambini, nata a Tivoli vive dal 2008 in Marocco, dove si occupa “dell’amministrazione di un’azienda e di sviluppo internazionale”, a Tangeri.

Corre per l’M5s nella circoscrizione estero Asia, Africa e Oceania.  Il secondo vive in Spagna da molti anni, è un docente e musicista (diplomato in chitarra al Conservatorio) ed ha raccontato per primo, cinque anni fa, il rischio di brogli nel voto degli italiani all’estero. L’ultima, nata a Montecalvo Irpino, insegna matematica in Inghilterra, ma vuol tornare in Italia, quindi si vorrebbe candidare nella circoscrizione Campania: “Parlo fluentemente tre lingue: italiano, inglese e dialetto montecalvese”... Hanno status, reddito, titoli di studio: non c’entrano proprio niente con Antonio Razzi, “pescato” un decennio fa dall’Italia dei valori in una fabbrica svizzera, “salvato” dal Cavaliere nell’ultima legislatura.