[L’analisi] La spending review mai fatta: organici gonfiati negli enti locali. La classifica delle regioni
Da uno studio dell’Osservatorio sui conti pubblici, guidato da Carlo Cottarelli, è emerso che si potrebbe risparmiare almeno 1 miliardo di euro l’anno
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In campagna elettorale la spending review da 30 miliardi è stata una delle bandiere del M5s. Archiviato il successo elettorale, il taglio degli sprechi è però finito nel dimenticatoio, analogamente a quanto accaduto con tutte le più recenti esperienze di governo. A fine settembre, durante il varo della Manovra del Popolo, Luigi Di Maio è tornato alla carica, annunciando la nascita del “team mani di forbice”. Ma anche questa volta, nonostante la fame di risorse per tenere a bada il deficit, di risultati non si vede traccia. Eppure di interventi da fare ce ne sarebbero tanti.
Lo studio di Cottarelli
L’Osservatorio sui conti pubblici, guidato dall’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli, ha messo nel mirino gli organici degli enti locali (regioni, province, comuni, società controllate). I risultati confermano quanto già si sospettava: sono gonfiati rispetto alle reali necessità.

Risparmi potenziali sfiorano il miliardo
Complessivamente si parla di un esercito di 670 mila dipendenti. Considerando alcuni parametri come la popolazione, la superficie e il prodotto interno lordo delle singole aree geografiche, l’Osservatorio ha stimato un possibile risparmio di 645 milioni di euro, per le sole 15 regioni a statuto ordinario. Somma che sale fino a sfiorare il miliardo di euro considerando anche le altre 5 regioni a statuto speciale.
Le regioni peggiori e le migliori
Quali sono le regioni con gli organici più gonfiati? Contrariamente alle aspettative il fenomeno non riguarda solamente il Sud ma l’intero Paese. Dalla classifica del numero di dipendenti ogni mille abitanti emerge che i primi due posti sono occupati da Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige. Chiude il podio la Sicilia. Tra le regioni più virtuose, al primo posto la Puglia, seguita da Piemonte e Veneto.
Il caso Sicilia
Alcuni dati rendono bene l’idea che il dimensionamento degli organici non abbia seguito logiche razionali. Il numero dei dipendenti della sola Sicilia (82 mila) è pari alla somma di quelli di Piemonte e Veneto pur essendo la popolazione dell’isola simile a quella della regione del Nord Est.
Classifica dipendenti enti locali ogni 1000 abitanti
Valle D’Aosta 48,6
Trentino Alto Adige 20,1
Sicilia 16,1
Liguria 14,5
Lazio 14,4
Sardegna 14,2
Friuli Venezia Giulia 14,2
Calabria 13,7
Umbria 10,7
Basilicata 10,4
Toscana 10,1
Molise 10,0
Marche 9,8
Abbruzzo 9,8
Campania 9,5
Lombardia 9,3
Emilia Romagna 9,0
Veneto 8,8
Piemonte 8,5
Puglia 7,5
Il rapporto con il numero degli occupati
L’analisi offre però una lettura diversa se il numero dei dipendenti viene confrontato non con la popolazione totale ma con il numero degli occupati complessivi. In questo caso i primi posti sono occupati interamente dalle regioni meridionali che complessivamente hanno un rapporto di 39,6 contro il 23,8 del Nord e il 30,2 del Centro. La conferma che il peso percentuale del lavoro pubblico sugli occupati è maggiore dove inferiori sono le opportunità di lavoro.