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La “metamorfosi” del presidente Fontana: pro Europa, pro Ucraina, al fianco del Cio, lontano da Vannacci

Il braccio destro di Salvini “stupisce” per le prese di posizione su tutti i dossier più importanti e divisivi, dalle riforme alla libertà di stampa. Critico anche sulle polemiche per l’incontro di pugilato tra l’atleta italiana e quella algerina. Durante il Ventaglio chiede il minuto di silenzio e commemora la strage di Bologna. Il comunicato della premier Meloni arriva oltre un’ora dopo. E ha toni ben diversi

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
La “metamorfosi” del presidente Fontana: pro Europa, pro Ucraina, al fianco del Cio, lontano da...

C’era una volta un fedelissimo di Matteo Salvini, no euro, pro vita, cultore della famiglia tradizionale, simpatizzante di Mosca e di Putin, devoto al mille per cento a Matteo Salvini. Più o meno con queste “caratteristiche” Lorenzo Fontana fu eletto presidente della Camera. Era ottobre 2022. Al Senato Ignazio La Russa, alla Camera Lorenzo Fontana, Giorgia e Matteo s’erano garantiti con i loro fedelissimi la seconda e la terza carica dello Stato. Si dice che il ruolo e la carica spesso cambiano le persone. E’ successo con Lorenzo Fontana. Due anni dopo, eccolo qua. Troppi decreti che snaturano il ruolo del Parlamento? “Ho uno scritto una lettera a Meloni, ho detto che così non si può andare avanti”. Vannacci? “Non ho letto i suoi libri, non lo seguo, non mi risulta sia iscritto alla Lega”. La riforma costituzionale, il premierato? “Decideranno i cittadini, al referendum, è la democrazia”. L’autonomia differenziata? Idem come sopra, non si straccia le vesti: “Ancora una volta saranno i cittadini a decidere” come se non stesse parlando ella riforma bandiera della Lega, il suo partito. Il caso della pugile algerina intersex, cioè donna ma con ormoni maschili? “Le regole sono decise dal Comitato Olimpico nazionale con esperti del settore, non siamo certo noi a poter decidere o recriminare. Tutto quello che abbiamo visto e sentito in questi giorni è un di più”. I giornalisti aggrediti, come il collega della Stampa, vittima di un pestaggio da parte di militanti di Casa Pound? “Una cosa inaccettabile e da condannare, non ci possono se me e distinguo. Inaccettabile”. Solo su un tema, tra quelli posti dai giornalisti, il Presidente della Camera resta fedele a se stesso: il divieto della cannabis light deciso a maggioranza ed inserito nel disegno di legge sulla sicurezza che però andrà in aula a settembre. “E no su questo - ha detto quasi scusandosi - il mio pensiero è quello di sempre: sono contrario a tutte le droghe e cominciare dalla cannabis light”.

La trasformazione di Lorenzo Fontana, perchè di trasformazione sembra trattarsi, si è disvelata risposta dopo risposta ieri mattina durante la cerimonia del Ventaglio, il tradizionale incontro con la stampa parlamentare prima della chiusura del Parlamento per la pausa estiva. Alla fine nel bloc notes e tra gli appunti viene fuori un’altra faccia della Lega, diversa da quella quotidianamente proposta da Matteo Salvini. E un altro modo di rappresentare le istituzioni, ben diverso da quello di Ignazio La Russa.

La lettera

Il governo fa troppi decreti. Su materie troppo diverse. Vanno trovati correttivi. “Per questo ho scritto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni (con la quale ha già avuto “diverse interlocuzioni sul tema”) per far presente le difficoltà. Le ho fatto presente che una riduzione dei decreti sarebbe giusta e gradita anche perché ogni tanto ci troviamo ad affrontare tematiche forse non così urgenti come prevede invece lo strumento del decreto”. E’ un problema non solo di oggi ma in questa legislatura ha assunto proporzioni che squalificano il ruolo del Parlamento che “va difeso”. L’ingorgo del mese di luglio con dieci decreti da convertire in poco più di un mese, con doppia lettura e doppio esame in Commissione, è qualcosa che non deve più succedere. Fontana ha proposto delle soluzioni come i disegni di legge “urgenti”che possono essere approvati in 60 giorni come i decreti, nel rispetto però delle prerogative parlamentari. Sotto accusa, per quanto con modi eleganti, anche gli uffici ministeriali che fanno arrivare gli “emendamenti del governo spesso all'ultimo minuto mettendo in difficoltà Commissioni e Aula anche per i pareri.

Il minuto di silenzio. In anticipo sulla premier

Prima di tutto però Fontana ha voluto dedicare un minuto di silenzio alle 80 vittime e oltre duecento feriti della strage alla stazione di Bologna, il 2 agosto di 44 anni fa. A Bologna erano in corso le commemorazioni, un rito che si ripete ogni anno, una memoria che si tramanda e che il presidente della Camera ha voluto celebrare dal Parlamento. Ha usato parole nette Fontana. Ha parlato della bomba come di una “ferita ancora aperta nel Paese”, “con lati che restano oscuri”, la cui “matrice neofascista” è ormai identificata. L’appello è a restare “guardinghi” nei confronti degli “estremismi”. Fin qui il Presidente della

Camera, più o meno le 11,15 di ieri mattina. Impossible non notare che la premier non aveva ancora detto una parola. Passano i minuti e nessuna nota arriva da palazzo Chigi. Meloni è a Parigi, tra Olimpiadi e impegni con la piccola Ginevra. E’ probabile che si sia dimenticata. O che nessuno glielo abbia ricordato con la necessaria urgenza. La nota della premier arriva solo alle 12 e 37 arriva la nota da palazzo Chigi: “La strage di Bologna è uno degli eventi più drammatici della storia nazionale. Il 2 agosto, che le sentenze attribuiscono ad esponenti di organizzazioni neofasciste, ha colpito con tutta la sua ferocia la nazione”. La seconda parte del comunicato, però, è un atto di accusa a chi dice che “le radici di quell’attentato oggi figurano a pieno titolo nella destra di governo” e a chi sostiene che la riforma della giustizia varata da questo governo sia ispirata dai progetti della loggia massonica P2”. Basta “con questo clima crescente di odio”, scrive la premier, perchè “le parole e i gesti stanno sfuggendo di mano anche alle persone più avvedute”.

La libertà di stampa è sacra

Ma torniamo Fontana. Per quanto riguarda la libertà d'informazione quello del Presidente della Camera è un sostegno senza se e senza ma, perché “è l'essenza della democrazia” e come tale “va difesa”. C'è forse “un po' troppa libertà di infangare qualcuno”, ma “non servono norme o multe. Bisognerebbe solo essere prudenti. I giornalisti hanno un potere importante”. Di sicuro “ogni forma di violenza”. Quella che si è vista a Torino contro il cronista de La Stampa è “intollerabile”.

Per quanto riguarda i temi caldi dell'Autonomia e del Premierato, “ben venga il referendum” così “vedremo i cittadini cosa ne pensano”. Il governo e la sua maggioranza godono di buona salute? “Secondo me sì, ma come lo dico poi magari succede il contrario o viceversa”. Risate.

Ci pensa il Cio

Molto netto anche sul caso della pugile algerina. “Ci sono delle regole, questa regole le decide il Comitato olimpico con gli esperti del caso e quindi non vedo perchè dovremmo sollevare il caso noi che non abbiano gli strumenti”. La canea di questi giorni è “un di più che non c’entra nulla” e che molto probabilmente ha danneggiato le stesse atlete. Anche Fontana vorrebbe conoscere Alessandra Carini, “mi ha colpito la sua storia, la dedica al padre”. Nessun invito ufficiale, però, alla Camera dei deputati. La Russa, invece, ha già invitato l’atleta italiana al Senato. Mentre Fontana parlava, da Parigi rimbalzavano le dichiarazioni dei vertici del Cio: “Le regole sono note a tutti prima dell’inizio delle competizioni. Regole che noi confermiamo. Nessun tecnico italiano ha sollevato il problema prima della gara”. E il Cio certo non si occupa delle strumentalizzazioni politiche orchestrate dall’internazionale delle destre, da Musk a Salvini. Con un po’ di Russia nel mezzo.

“L’Italia ha bisogno dell’Europa”

Fontana ha rivendicato i risultati ottenuti da quando è alla guida di Montecitorio, primo tra tutti, il “risparmio di 10 milioni di euro rispetto all'anno prima. Per non parlare di IA e cybersicurezza per le quali la Camera nell’Unione europea è considerata all' avanguardia. “Dal 5 al 7 settembre ci sarà a Verona il G7 dei Parlamenti”. Un vertice al quale parteciperanno il presidente Mattarella e la premier Meloni. E poi lo speaker Usa Mike Johnson e il presidente del Parlamento dell’ Ucraina. A Kiev va garantito senza dubbio “tutto il nostro sostegno ma una soluzione diplomatica va trovata” . Sollecitato su Orban, ha risposto che “il presidente ungherese guarda innanzitutto agli interessi dell’Ungheria un paese che come l’Italia ha senza dubbio bisogno dell’Europa”. C’è da chiedersi però “perchè aumentano le componenti euroscettiche nell'Unione europea”. Gli Usa sono “il principale alleato dell’Italia al di là di chi vincerà le elezioni”. Nessun giudizio invece sulle scelte di FdI di votare no al bis di Ursula von der Leyen. In generale, ha aggiunto, a proposito del presunto isolamento della Lega in Europa, “la Commissione Ue è importante ma ancora più importante è il Consiglio Ue” e la “Ue non può fare a meno dell’Italia”.

Il generale Vannacci viene liquidato con poche parole. “Non lo conosco, non ho letto i suoi libri, non lo seguo e non mi risulta sia iscritto alle Lega”. Insomma, se se ne dovesse andare dal gruppo e fare un movimento per conto suo, probabilmente Fontana non si straccerebbe le vesti. Il problema è che il generale non molla l’incarico di vicepresidente del gruppo dei Patrioti neppure con le cannonate. E Marine Le Pen lo ha messo nel mirino. Quella di Fontana sembra proprio una metamorfosi. Vedremo se e quanto duratura.

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
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