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[Il punto] Il tradimento della spending review. Ecco a quanto ammonta il taglio degli sprechi in Manovra

Il team Mani di forbice annunciato con clamore mediatico da Di Maio è rimasto fermo ai box

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
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Della spending review da 30-40 miliardi sbandierata in campagna elettorale dal M5s e dalla Lega ancora non c’è nessuna traccia. Per l’ennesima volta alle promesse non sono seguiti i fatti. E questo nonostante il varo di una legge di Bilancio molto costosa sul fronte delle nuove spese.

Il team Mani di forbice 

Eppure a fine settembre è stato lo stesso capo politico dei Cinquestelle, Luigi Di Maio, ad annunciare, con grande clamore mediatico, la nascita del team Mani di forbice. “Comincerà a tagliare tutto quello che è inutile” aveva promesso il vicepremier parlando, a margine del Global Forum, delle coperture della manovra finanziaria.

Tagli per soli 1,4 miliardi di euro

Gli eventi hanno dimostrato che si è trattato solamente dell’ennesima mossa propagandistica. I dati parlano chiaro. Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, nella Manovra del Popolo la spending review ammonta a soli 1,4 miliardi di euro, a cui si aggiungono 2 miliardi di spese ministeriali congelate. Decisamene poca roba rispetto ai 30-40 miliardi promessi prima delle elezioni dello scorso 4 marzo.

L'esplosione della spesa corrente 

Paradossalmente non solo le spese statali non sono state messe a “dieta” ma sono esplose. Sempre secondo quanto spiegato dal Sole 24 Ore, la legge di Bilancio le fa crescere nel prossimo triennio di ben 51 miliardi in 3 anni, di cui 40,9 di spese correnti. Il logico effetto del varo delle 2 misure simbolo del governo gialloverde: il reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni.

I dubbi degli economisti 

Molti economisti nutrono forti dubbi sulla capacità della Manovra di produrre un effetto benefico sulla crescita economica. Al contrario degli investimenti l’effetto moltiplicativo sul Pil delle spese correnti è ridotto. Quasi sempre si traducono solo ed esclusivamente nella produzione di nuovo deficit e nuovo debito. Come se quello che già abbiamo non fosse sufficiente.

Il tradimento delle promesse elettorali 

Ogni governo (indipendentemente dal suo colore politico) ha il diritto di portare avanti le proprie politiche. Non ha però il diritto di raccontare bugie ai cittadini. In campagna elettorale è stato raccontato sia dal M5s che dalla Lega (nell’ambito del programma del Centrodestra) che le nuove spese sarebbero state finanziate grazie alla spending review ovvero al taglio degli sprechi. Perché non è stato fatto? Perché alla fine il governo del Cambiamento ha fatto esattamente come gli esecutivi della prima Repubblica che hanno prodotto il fardello del debito pubblico? Sono risposte a cui Di Maio e Salvini dovrebbero dare una risposta, quantomeno per essere coerenti con quanto raccontato per mesi a propri elettori.

 

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
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