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[Il retroscena] E' sfida tra Di Maio e Salvini anche per andare in America. Ma Washington li snobba

I due vicepremier sono gli unici due big del governo a non essere mai stati ricevuti dall’amministrazione americana. Sarebbe un spot utile in vista delle elezioni europee ma il “sogno” è destinato a rimare nel cassetto

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
[Il retroscena] E' sfida tra Di Maio e Salvini anche per andare in America. Ma Washington li snobba

Che i rapporti tra Di Maio e Salvini siano meno buoni di quanto voglia far apparire lo storytelling ufficiale del governo non ci sono ormai più dubbi. E’ stato lo stesso premier, Giuseppe Conte, a spiegare alla cancelliera tedesca, Angela Merkel, che quando lui dice “basta” i due “smettono di litigare”. E purtroppo i motivi per non andare d’accordo sono tanti. Secondo quanto emerso da un retroscena svelato da Il Fatto Quotidiano, i due vicepremier sono in competizione per andare in visita ufficiale negli Stati Uniti. Tra le fila del governo ci sono ormai andati tutti, tranne loro due. E una visita a Washington a stretto giro potrebbe essere una bella carta da giocare in vista delle elezioni europee. Purtroppo per loro però, il “sogno” non è così semplice da realizzare.

Le visite negli Usa di Conte, Moavero e Tria 

Chi non sente la necessità di farsi riprendere dai media in visita nella capitale degli Stati Uniti è il premier Conte. Lo scorso luglio è  stato già ricevuto calorosamente dal presidente Trump. Il ministro degli Esteri, Moavero, si è confrontato con i vertici dell’amministrazione Usa all’inizio dell’anno. Il ministro dell’Economia, Tria, è in visita ufficiale negli Stati Uniti proprio in questi giorni. Gli unici che mancano all’appello sono proprio i vicepremier che incominciano a sentire il peso insopportabile di non esserci mai stati.

Il piano di Salvini 

Sia Di Maio che Salvini stanno lavorando da tempo per essere ricevuti a Washington. Per il leader leghista la speranza era quella di poter incontrare Trump a fine febbraio alla conferenza dei Repubblicani ma l’ipotesi sembra essere ormai tramontata. Dovrà accontentarsi ancora una volta di guardare la foto scattata assieme al Tycon quando entrambi erano ancora degli outsider e lontani dalle stanze dei bottoni.

L'errore di Salvini 

In teoria vista la vicinanza nelle politiche sull’immigrazione per Salvini dovrebbe essere semplice incontrare Trump. Perché invece non lo è? Il motivo è semplice: agli americani non è sfuggito il rapporto privilegiato del leader leghista con Vladimir Putin. Lo scorso ottobre la visita del ministro dell’Interno a Mosca è stato un vero show di baci e abbracci che ovviamente Washinton non ha gradito.

La distanza tra M5s e gli Usa

Di Maio ha ugualmente fatto il possibile per volare oltreoceano. Secondo quanto riportato da Il Fatto, il suo staff avrebbe spiegato che il viaggio è slittato a causa dello shutdown ovvero del blocco dell’attività amministrativa americana. La verità anche in questo caso è diversa e assomiglia molto a quella di Salvini: a Washington non sono molto contenti delle posizioni dei Cinquestelle in politica estera. Non è piaciuto in particolare l’endorsement del ministro dello Sviluppo alla nuova via della sete cinese, che gli americani vedono come una minaccia alla loro leadership mondiale. Le dichiarazioni di ieri del M5s contro l’autoproclamato presidente del Venezuela Guaidò (sostenuto dagli americani) potrebbero essere la pietra tombale alle speranza di Di Maio di essere accolto da Trump. Il "sogno" dei due vicepremier di volare in America almeno per ora resta nel cassetto. 

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
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