Il Generale batte Salvini, lancia il suo Movimento e attacca a testa bassa Forza Italia
Ospite alla Versiliana, Vannacci ha richiamato, dicono gli organizzatori, più pubblico di Salvini. Più che un’intervista, un doppio comizio. La nascita del partito. Già circa diecimila iscritti. Il battesimo a Viterbo il 19 settembre. Attacchi a giornalisti, Bersani, Bindi. Durissimo contro Tajani, Gasparri e Bergamini. L’ipotesi di una lista propria già alle regionali
MARINA DI PIETRASANTA - “Parlano tutti di me, tutti i giorni, dalla scorsa estate. Ho provato a fare un po’ di vacanza, sono andato persino in Sardegna, ma non c’è stato modo. Va bene così dai”. Roberto Vannacci saluta e ringrazia il pubblico del Caffè della Versiliana che affolla ogni spazio, posti in piedi compresi, lo spazio della pineta tanto cara a D’Annunzio. “Dicono gli organizzatori - sottolinea compiaciuto - che quello di oggi è l’evento più partecipato nei circa cinquanta organizzati in questa estate. Grazie, grazie di cuore. Sento quasi salire l’ansia da prestazione”. Applausi. Più partecipato anche di quello di cui è stato ospite Matteo Salvini all’inizio del mese, un altro che qui ha spopolato per anni. Annotazione micidiale che dà subito il senso politico dell’incontro: “Vannacci più di Salvini” mormora il pubblico compiaciuto. Il Generale che già conta ottomila tesserati del suo movimento “Il mondo al contrario”. E con cui si federa un altro movimento “Noi con Vannacci” lanciato da un altro militare, ex senatore leghista, Umberto Fusco anche lui presente nei vialetti della Versiliana. “Ci troveremo tutti insieme a Viterbo il 18 e il 19 settembre e lì ci conteremo” dice Fusco che assicura: “Siamo più di mille già adesso”.
Circa diecimila tesserati
Per quanto Vannacci si sforzi di ribadire che “giammai” sta per fare un partito perchè il suo è solo “un movimento culturale, nato da un libro, e che ora diventa politico solo perchè io sono entrato in politica”, è chiaro ed evidente che il pubblico in coda per una firma, un selfie, una stretta di mano (“mi chiamo Pinco pallo, sono un consigliere comunale della lista civica e, prego, prenda il mio contatto” dicono stringendo la mano prima e dopo l’intervista) scommette su Roberto Vannacci come nuovo leader di qualcosa che sta ancora più a destra dell’attuale maggioranza. Lui, camicia bianca, abbronzato, esemplare di maschio che “non ha paura di abbassare i pantaloni per dimostrare di esserlo” come ha detto di recente in un talk tv, accarezza la notorietà e, secondo un copione ormai consolidato, dice e non dice cosicché sarà poi possibile dire tutto e il suo contrario. Sorride tanto, però.
Vannacci farà il suo partito e, soprattutto, soffierà la leadership a Salvini che gli ha aperto la porta di casa? A questa domanda che ha portato alla Versiliana un migliaio di persone e un nutrito gruppo di giornalisti e telecamere, Vannacci risponde eludendo la risposta. “Il comitato il Mondo al contrario - prova a rassicurare - si sta trasformando da associazione culturale a politica
semplicemente perché prima seguiva uno scrittore e ora un politico”. E’ sicuro che potrà “portare al centrodestra tanta gente che supporta Vannacci ma anche la Lega. Un elettorato che in parte esisteva già ma anche trasversale perchè forse non lo sapete ma io ho preso tanti voti anche a sinistra e da tanti altri che non andavano a votare”. E poi, secondo un cliché qualunquista/populista sentito e risentito in questi anni ma che a quanto pare ancora affascina, arriva anche la spiega sociologica: “Quello che fa differenza è che non sono stato un politico e che faccio politica alla vecchia maniera, cioè sono coerente con idee e principi dei quali mi sono fatto interprete. Non vado là per la poltrona, né per fare negoziati, maggioranze, inciuci o cose varie. Finché va bene, vado avanti, quando non andrà più bene vado a pescare o vado a funghi, ho tanti lobbie sapete, non mi mancano le cose da fare”.
La distanza
Verrà il giorno in cui, anche per Vannacci così come per altri prima di lui in quest’ultima dozzina di anni, si dovrà misurare la distanza tra gli enunciati e la prassi perchè una cosa è amministrare e altra è prendere voti alle elezioni. Intanto bisogna prenderlo su serio il generale, per rispetto a 560 mila italiani che lo hanno votato e delle nostre rispettabilissime Forze Armate che lo hanno avuto in servizio per decenni. Così sul serio che, chiarito che sta per fare un partito benché dica il contrario, vale la pena attenersi alla cronaca di questo incontro estivo nella pineta di D’Annunzio. Un’ora di “banalità” come ammette lui stesso (“sempre rivoluzionaria” aggiunge subito dopo) esposte con l’aiuto dell’amico giornalista Aldo Grandi. Tra i due, sul palco, parte un palleggio serrato in cui il
giornalista alza palle comode e molto uncorrect e il Generale schiaccia facile - un po’ come Paola Egonu insomma - ma sempre con “misura e buonsenso” rivendica il leader del Mondo al contrario. Più che domande Grandi fa commenti, Vannacci li sottoscrive e conclude il ragionamento. Più che un’intervista pubblica, un doppio comizio.
L’attacco a Forza Italia
Nel mirino i soliti argomenti: i giornalisti, la questione di genere e i diritti civili. E poi la sinistra e la destra dove si assiste ad un attacco mai visto nè sentito contro Forza Italia ribattezzata “Sforza Italia”, contro il vicepremier Antonio Tajani (“quello con il jolly in mezzo” dice Grandi e Vannacci ride) e contro “una certa Deborah, Deborah ah, si aspetta, Bergamini. Qualcuno lo conosce?” celia Grandi e Vannacci ride. E poi contro Gasparri: “Uno che dice che ho la testa vuota, senti da che pulpito” dice Vannacci; “eh sì, parla quello che ha la testa piena di neuroni”, conclude Grandi. C’è un motivo più contingente e uno più generale all’origine di questo attacco sguaiato nel lessico e scorretto nei modi (nessuno dei citati era presente). Così come Vannacci sta pensando ad una proprio lista per le prossime regionali (Umbria, Liguria, Emilia Romagna), a maggior ragione ci pensa per la Toscana che andrà al voto nel 2025. Deborah Bergamini è la carta che Forza Italia vorrebbe giocare per la presidenza. Ecco perchè va derisa e umiliata. Più in generale, è in corso il posizionamento politico di Vannacci and friends: attaccare da destra la destra al governo per soddisfare i delusi dai primi due anni di governo giudicato non abbastanza efficace e conseguente con le promesse fatte.
Il nemico a destra, per Meloni e Salvini, non sono più Alemanno, Casa Pound o Forza Nuova ma Vannacci. Quanto vale il Generale? Chi può dirlo. E’ stimato fra il 3 e il 4, in tutta Italia però, dal nord al sud. Dunque occorre farci i conti. E così si spiegano anche molte scelte a destra degli ultimi mesi di Lega e Fdi, dal voto contro von der Leyen, agli attacchi a Bruxelles, al giornalismo e ai diritti.
I giornalisti
Un’ora di intervento, tutta declinata in chiave “me-myself and I”, ovverosia egoriferita in cui spesso il Generale parla di se in terza persona. I primi dieci minuti se ne vanno per attaccare i giornalisti. Uno soprattutto è nel mirino oggi: Fabrizio Roncone, editorialista ed inviato del Corriere della sera che nei giorni scorsi ha firmato un pezzo dal titolo: “Via la vestaglietta fru fru, il Generale è pronto a fare il partito”. Roncone diventa “il dottore/signore” che “non sa fare il suo mestiere perchè strumentalizza ed esagera tutto”, un “rosicone che non ha mai venduto 350 mila copie”. Uno che scrive che “al meeting di Viterbo bisognerà venirci con la camicia nera: venga pure con la bianca, a noi interessano gli ideali”. Il palleggio con Grandi scatta puntuale: “Se gli imbecilli potessero volare, il cielo sarebbe pieno”. E comunque, dice il generale alla fine ferito nella sua mascolinità, “non era una vestaglia ma un accappatoio”. Attacchi a Repubblica e anche a Giuliano Ferrara, “uno che scrive di me che sono l’esempio dell’imbarbarimento della politica. Senti chi parla, lui che anni fa ammise di essere stato un confidente della Cia”.
Bersani e Bindi
Di Forza Italia abbiano detto. Quasi sullo stesso piano di improperi contro il Pd, Pierluigi Bersani e Rosi Bindi. Sul primo il giornalista Grandi afferma che “sarebbe da rinchiudere in manicomio visto che si sciacqua la bocca con la parola democrazia”. Vannacci ha appena vinto in primo grado la causa per diffamazione fatta a Bersani che aveva definito “un coglione il generale visto che ha definito anormali gli omosessuali”. “Ma io che sono un gentiluomo - concede il Generale - gli ho offerto una via d’uscita: scusarsi e fare un’offerta a una delle associazioni dei nostri valorosi militari… Bersani forse non capisce la differenza tra critica e insulto. Ci ha provato anche la Bindi, mi ha definito fascista pensando di offendermi. Ma io non mi sono offeso perchè il fascismo è finito 80 anni fa e non torna. Perchè la storia non si ripete”. Ma tu pensa un po’: anni e anni a comprendere il fascino di quella frase sui corsi e ricorsi della Storia e poi arriva Vannacci alla Versiliana a spiegarci che Giambattista Vico ha preso un clamoroso abbaglio.
Lo stesso che abbiano preso tutti noi sulla “X Mas” definito da Vannacci “un valoroso reparto della regia marina”. Fino al 1943, forse. Ma dal 1943 al 1945 la XMas erano quelli che portarono i nazisti, proprio in queste terre, lungo la Linea Gotica, casa per casa per rastrellare innocenti da trucidare al posto dei partigiani. Il Generale dovrebbe saperlo bene visto che è di Viareggio e Sant’Anna di Stazzema è un luogo fondativo della nostra Repubblica.
Il Vannacci-pensiero
Il Vannacci pensiero è ormai a tutti noto. Ed è stato una volta di più ribadito. “Io non sono omofobo, dico però che essere omosessuali non è normale. Non sono neppure estremista, fascista, razzista”. Subito spiega con parole sue esattamente il contrario. “Non sopporto però che uno la sera si addormenti uomo e la mattina si svegli donna e magari partecipi alle Olimpiadi”. Parla di genere e identità sessuale come fosse la camicia da indossare. Non è razzista “ma è chiaro che esistono i caratteri somatici e quindi chi è nero non è italiano”. La cittadinanza agli stranieri è “la svalutazione di un valore”. Tema sicurezza, un evergreen: “Basta immigrazione e chi delinque, anche per un atto vandalico, tutti dentro e se non c’è posto costruiamo più carceri”. Semplice no? “Sapete che io fondo dico solo grandi banalità”. Anche questa volta, parola di Vannacci.