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La provocazione di Giorgia: sul palco a New York con Elon Musk. Quel filo rosso tra politica, spazio e satelliti

La premier premiata dall’Atlantic council “per la sua ferma posizione atlantica e al fianco dell’Ucraina”. Lei sceglie di essere premiata dal ceo di Tesla e Starlink nonché il primo sponsor di Trump. Curiosità e sbigottimento. Tutti i possibili affari tra Italia e Elon che Meloni ha ringraziato “per i suo prezioso genio” 

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
La premier Meloni a New York (Ansa)
La premier Meloni a New York (Ansa)

Quindici minuti di discorso nel cuore della cerimonia annuale del più prestigioso think tank atlantista quale è, appunto, Atlantic council. Giorgia Meloni rompe anche questo tabù: ha ricevuto il Global citizen award “per il suo ruolo pioneristico di prima donna capo del governo in Italia, per il suo forte sostegno all’Unione europea e all’alleanza transatlantica e per la presidenza del G7”.  Prima di lei, nei decenni, il premio è stato consegnato ad un solo premier italiano che di nome fa Mario Draghi e ad altri del livello di Henry Kissinger.

Il discorso della premier

L’intervento di Meloni, interrotto da molti applausi e hip hip, è stato un’esortazione all'Occidente perché non si rassegni all’idea del suo declino, idea alimentata dalle autocrazie che gli contendono sempre più spazio politico, ma ritrovi la sua identità senza vergognarsi di difendere concetti come Nazione e Patriottismo e, anzi, rivendicando la propria civiltà secolare. “Le autocrazie lo sappiamo - ha detto molto elegante in un abito nero lungo con ampio scollo - noi, l’Occidente, non siamo un luogo geografico ma difendiamo i propri valori e non cederemo mai la libertà in cambio di un po’ di comfort in più”.  A lei, poi, piace più “essere leader che follower”.

Il sodalizio con Elon Musk

Un buon discorso, che ha toccato le corde giuste. Ma l’attenzione della platea e anche di molti non presenti alla Ziegler Ballroom di New York era sull’ospite che Meloni ha invitato perché ha voluto che fosse lui a consegnarle il premio: Elon Musk, uno degli uomini più ricchi al mondo ma anche più divisivi d’America. L’inventore e ceo di Starlink, Space X, Tesla e X si è schierato con Donald Trump staccando un assegno da 289 mila dollari per la sua campagna. Davanti alle leadership di tutto il mondo riunite a New York per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite e a soli 44 giorni dal voto. Per caso o per scelta, ognuno la pensi come vuole, la premier italiana ha fatto una scelta di campo precisa che sta agitando le cancellerie occidentali contravvenendo, tra le altre cose, ad una sua massima: mai impicciarsi delle campagne elettorali altrui. E però, anche sempre pronti a cambiare piano, guai restare spiazzati. 

I complimenti reciproci

Sul palco quindi sono arrivati insieme Elon Musk e Giorgia Meloni. “Meloni è una persona che ammiro molto - ha detto Musk - onesta e verace. Ha fatto un lavoro incredibile, l’Italia sta registrando una crescita e un'occupazione record”. Diciamo che le parole di Musk risentono molto della narrazione della maggioranza di governo con cui coltiva ottimi rapporti, tanto con la premier quanto con Salvini”. La corsa certa è che la premier ha voluto stringere sotto gli occhi del mondo un patto affettivo ma anche politico ed economico con colui che in questo momento è il nemico numero 1 dei Democrats e della Casa Bianca. Diciamo, però, che si è portata avanti qualora dovesse vincere Trump.

La missione americana è finalizzata all’intervento all’Assemblea generale delle nazioni Unite (stasera alle 19.30, sempre nella notte italiana), è la seconda volta per la premier italiana e i temi chiave del suo intervento saranno l’Ucraina, il conflitto in Medio oriente, “la sicurezza internazionale sempre più precaria”, il governo dei flussi migratori, la lotta all’immigrazione clandestina, lo sviluppo dell’Africa e l’intelligenza artificiale che “apre scenari catastrofici se non sarà usata per il bene comune”. Temi in parte già anticipati ieri mattina nell’intervento di apertura al “Vertice sul futuro” che dovrebbe portare ad un documento finale, un Patto sul futuro con due allegati principali dedicati al digitale e alle generazioni future.

I dubbi sulle scelte italiane

Ma non c’è dubbio che il caso Musk sia quello a cui gli osservatori internazionali e americani guardano con più attenzione mettendo sul tavolo una serie di domande: il governo italiano si schiera con Trump? Che fine fa in questo modo il rigoroso posizionamento filo-atlantico e al fianco dell’Ucraina? Meloni è il cavallo di Troia per portare il trumpismo nel cuore dell’Europa?

Domande “mal poste” e “fuori luogo” secondo Palazzo Chigi. La scelta di Musk risale a mesi fa quando ancora non si era schierato e poi, in ogni caso, i due si stanno simpatici. Nell’autunno del ’23 stavamo quasi per prestargli il Colosseo per fare da sfondo ad una ridicola sfida di arti marziale tra Musk e Zuckerberg (il patron di Facebook), Per fortuna non se ne fece nulla.  Meloni lo ha ricevuto a palazzo Chigi e a dicembre scorso lo ha portato sul palco di Atreju.

L'intesa economica fra Musk e Meloni

Oltre la geopolitica, l’intesa tra i due - a questo punto un vero e proprio asse - è soprattutto economica e ha a che fare con lo spazio e internet, due asset chiave di ogni economia. Musk ha due jolly straordinari in mano che fanno gola e “preoccupano”: i razzi di Space X, necessari anche per la Nasa, e la costellazione di satelliti Starlink che, posizionati a bassa quota, garantiscono l’accesso a internet in Nord e Sud America, Europa, Uk, Giappone e Australia.  Il suo impero tecnologico, a cui vanno aggiunte le auto elettriche della Tesla (valore in borsa 761 miliardi) e il social X, ne fa uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo. Un profilo però discutibile e assai cinico. Qualche giorno fa su X Musk si è chiesto “perché nessuno abbia ancora provato ad uccidere Biden e Kamala Harris”. Poi lo ha cancellato. Ma il Secret Service, la tutela della Casa Bianca, è andata in fibrillazione.

I progetti per il futuro

Di fronte alla potenza di fuoco di Musk c’è lo stallo dei progetti Ue concorrenti che sono però fondamentali per la necessaria autonomia europea. Infine, l’Italia dell’amica Giorgia è irritata per come Bruxelles, attraverso l’ex commissario Breton, abbia sbilanciato a favore della Francia gli equilibri dell’industria spaziale europea. Quel Breton che, autore del Digital service act che ha nei fatti chiuso i mercati europei a Musk, è stato appena fatto fuori dalla Commissione europea. 

Prendete tutto questo, osservatelo dall’alto e si capisce perché il feeling Giorgia-Elon, in caso di vittoria di Trump, possa preoccupa l’Europa e il resto dell’Occidente. Senza contare la spiccata simpatia di Musk per i sovranismi nostrani - ad esempio Salvini - europei come Orban e la cura con cui segue i fatti di casa nostra.

A ben vedere l’allineamento tra il governo Meloni e l’impero di Elon Musk trova già alcuni indizi nel disegno di legge sullo spazio (al via tra poco l’iter in Parlamento). L’articolo 25 prevede che l’Italia si doti di una rete di “riserva” per “garantire il funzionamento di servizi strategici, militari e civili in caso di black out delle nostre reti internet terrestri”. Ci sono due aziende in grado di garantire questa rete di riserva: la francese Oneweb e la Starlink che parte con molti più satelliti (1600 in fase di lancio, a regime 12 mila), meno costi e già testata in due scenari di crisi come la guerra in Ucraina (Zelensky ha potuto comunicare in sicurezza grazie a Musk) e l’alluvione in Emilia Romagna (quella del ’23). Anche l’Europa sta per sviluppare una sua rete di riserva, la Iris 2, ma il progetto è quasi fermo e comunque non pronto fino al 2027. Starlink potrebbe essere la soluzione ponte per l’Italia anche perché la copertura a banda larga del territorio nazionale, fondamentale per la nostra crescita soprattutto a sud, prevista dal Pnrr è in clamoroso ritardo. Copriremo il territorio nazionale con i satelliti di Musk? Alla faccia dell’autonomia. La legge sullo spazio, sul tavolo del ministro Urso, garantisce intanto “modelli di coesistenza tra sistemi spaziali e sistemi terrestri. Il ministro Urso ha approvato uno schema regolatorio che garantisce alle compagnie spaziali straniere di operare nel Paese fino a generare investimenti per oltre sette miliardi nel settore spaziale a partire dal 2026. 

Anche nel campo dei progetti per lanciare i “razzi” siamo indietro. O meglio: Italia e Francia, protagonista la nostra Leonardo, cercano un rilancio sui razzi tramite l’italiana Avio e la francese Ariane ma Space X è avanti a tutti. 

Insomma, c’è molto business nella scelta di Giorgia di farsi premiare sul palco da Elon Musk. Per il multimiliardario una vetrina e una passerella molto ghiotta. Per la Casa Bianca, e non solo, tutto questo potrebbe avere il sapore della provocazione.

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
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