Fratelli d'Italia sbanda sulle deleghe del Mezzogiorno e costringe la premier a tenerle per sé. Malumori anche in Fi
Nel mazzo delle deleghe c’è anche il Sud, dicastero molto ambito da chi proviene da quei territori e in particolare da Forza Italia
Transatlantico di Montecitorio, ore 10 di mercoledì mattina. Un capannello di parlamentari di centrodestra parlotta: «Avete visto che Giorgia ha tolto le deleghe del sud a Foti? È stata una mossa conservativa perché le stava sfuggendo di mano il partito». La questione è più o meno questa: la presidente del Consiglio ha affidato il super-ministero guidato da Raffaele Fitto a uno dei dirigenti di massima fiducia, ovvero a Tommaso Foti. Nel mazzo delle deleghe c’è anche il Sud, dicastero molto ambito da chi proviene da quei territori e in particolare da Forza Italia. Inizialmente Meloni dice a Foti che si dovrà occupare anche del Mezzogiorno. Dopodiché la scena cambia e Meloni tiene per sé il dossier Sud. Nel mezzo cosa sarà mai successo?
Il messaggio dei parlamentari meridionali
Questa volta le spinte centrifughe sono però arrivate dal suo partito, ovvero da Fratelli d’Italia. Raccontano che il dietrofront sarebbe stato determinato da un nutrito gruppo di parlamentari meridionali meloniani che ha voluto recapitare il messaggio a Palazzo Chigi: «Cara presidente, è un errore affidare le deleghe del Sud a chi non conosce il Mezzogiorno». In particolare, viene confidato da una fonte qualificata, che si sarebbero anche mobilitati i coordinatori di Fratelli d’Italia delle regioni del Sud, su tutti quelli di Campania e Puglia, perché torneranno al voto nel 2025. Tenersi quindi la delega è anche un modo per mettere nel mirino le due grandi regioni del Meridione d’Italia, guidate oggi dalla sinistra con Vincenzo De Luca e Michele Emiliano. Un appuntamento elettorale che Meloni non vuole lasciarsi sfuggire, convinta com’è che sia in Campania sia in Puglia il centrodestra debba individuare figure competitive e provare a vincere.
Cambio di linea
È solo a questo punto che l’inquilina di Palazzo Chigi decide di cambiare linea. Il timore manifestato a Meloni è stato quello di subire una campagna ostile da parte delle opposizioni per aver dato una delega strategica come il Sud a un dirigente del settentrione.
Silenziata Forza Italia
Una mossa che è servita anche a silenziare Forza Italia. Il partito fondato da Silvio Berlusconi ha sempre avuto come zoccolo d’oro le regioni più popolose del Mezzogiorno: Sicilia, Campania, Calabria e Puglia. Uno dei pallini del Cavaliere è stato sempre quello di coccolare il popolo meridionale. Ed è la ragione per cui nel regno delle due Sicilie gli azzurri continuano a veleggiare in doppia cifra, e in alcuni casi, sono a un passo dalla testa della classifica. Non è un mistero che le truppe di Tajani avrebbero gradito un beau gesto da parte dell’inquilina di Palazzo Chigi. Uno spacchettamento del superministero di Fitto e la consegna chiavi in mano del ministero del Mezzogiorno a Forza Italia. Ma la premier ha voluto evitare l’apertura del vaso di Pandora. Per una ragione molto semplice: perché a quel punto i due azionisti di minoranza avrebbero potuto chiedere di ridiscutere altri ministeri in bilico, su tutti il dicastero del Turismo guidato da Daniela Santanché o anche il ministero dell’Interno. Il rimpasto, al momento, non rientra nei piani di Meloni. Che preferisce intervenire chirurgicamente evitando verifiche o tagliandi che possono essere pericolosi per la stabilità dell’esecutivo.
Tensioni con la Lega
Inoltre, l’ipotesi di un ministro tajaneo avrebbe fatto innervosire la Lega di Salvini. Non era il caso acuire ancor più le distanze all’interno della coalizione, a maggior ragione dopo le tensioni degli ultimi giorni. Ecco perché Meloni ha preferito lasciare a Palazzo Chigi il dossier Sud. In questo modo gli azzurri non hanno più proferito parola. E allo stesso tempo il gruppo dirigente di Fd’I non ha più bofonchiato. Innegabile altresì che Meloni non potrà tenersi all’infinito le deleghe del Mezzogiorno. Sceglierà al momento opportuno. D’altro canto, deve indicare il viceministro ai Trasporti al posto di Galeazzo Bignami, ieri acclamato come nuovo capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia. E deve poi pensare a come giocarsi le caselle rimaste vuote dopo le dimissioni di Augusta Montaruli (Università) e Vittorio Sgarbi (Cultura). E in più adesso c’è il Sud. Ma meglio rinviare perché il partito le stava sfuggendo di mano.