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[Il retroscena] Draghi o Tajani, ecco chi sarà il premier del centrodestra al governo

"Ha un incarico importante ed è quello giusto". L'identikit del candidato premier ideale secondo Berlusconi. L'ex presidente del consiglio rivela: "Farò il nome prima del voto, aspettavo che mi autorizzasse". Riflettori su Tajani, Draghi o Del Debbio, che è l'unico in grado di avere l'appoggio di tutto il centrodestra. Il presidente di Fi prenota un posto in prima fila: "Io? Voglio dare una mano per far crescere l'occupazione"

Draghi e Tajani
Draghi e Tajani

Il mio compito? “Sarà quello, accanto al presidente del consiglio, di creare posti di lavoro”. Silvio Berlusconi scarta di lato. “Presidente” come da definizione nel simbolo del suo partito, sembra avere in mente un ruolo diverso per sè. “Dopo la vittoria che certamente avrà il centrodestra il 4 marzo, riporterò la disoccupazione sopra la media europea”. L’ex premier ha scelto ancora una volta la trasmissione di Bruno Vespa per dare un annuncio importante in vista delle prossime elezioni Politiche. Ospite di Porta a Porta, dopo avere scherzato con i ragazzi seduti tra il pubblico, chiedendo se per caso ci fosse “qualche Cinquestelle nascosto”, ha firmato un nuovo Impegno con gli italiani accettando, però, di non esserne più il protagonista. “Il premier che indicheremo? Penso che sarò autorizzato a dire il nome prima delle elezioni. Ed è il migliore possibile”, anticipa. “Volevo aspettare che il candidato premier, che ricopre un altissimo incarico, mi desse il via a comunicare il suo nome”, si è giustificato per il ritardo. Quel riferimento del Cavaliere all’ “altissimo incarico” ha alimentato i sospetti che il predestinato sia Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo.

L’ex portavoce di Berlusconi a Palazzo Chigi, però, ha sempre detto di voler proseguire il suo lavoro a Strasburgo e, soprattutto, rischia di cadere vittima del veto di Matteo Salvini. Non è un mistero che il leader della Lega non ami molto Tajani, che pure ha conosciuto bene all’europarlamento e che ha avuto un ruolo importante nella chiusura delle liste di Forza Italia per queste elezioni politiche. Già in passato il presidente dei Forza Italia aveva sparato tre nomi molto “pesanti” di ipotetici candidati premier del centrodestra. Il bersaglio grosso è Mario Draghi, attuale governatore della Banca centrale europeo, che fu “promosso” a quel ruolo proprio dal governo di centrodestra, ma che è impegnato per un altro anno a Francoforte. Su di lui, però, potrebbe gravare un veto dei sovranisti dal momento che si tratta pur sempre di un banchiere e che, anche se personalmente stimato da tutti, non è in cima al gradimento dei nemici dell’Europa che si annidano nel centrodestra. Per i partner europei, invece, entrambi potrebbero rappresentare il profilo ideale dell’uomo chiamato a guidare un governo di grossa coalizione che tagli fuori le “estreme”.  Berlusconi nel corso di una cena, l’estate scorsa, ipotizzò anche di poter convincere Sergio Marchionne a candidarsi. L’amministratore delegato di Fiat Chrysler, però, ha già risposto picche, seppure con garbo: “Silvio è un grande, ma non è possibile”.  L’ultimo nome che l’ex premier ha fatto era quello dell’ex generale dei Carabinieri Leonardo Gallitelli. Alla voce “tecnico”, fresco di assoluzione e quindi pronto per essere speso, il leader di Forza Italia oggi era pronto anche a giocarsi la carta Guido Bertolaso. L’ex capo della Protezione civile ha un problema con Giorgia Meloni, con la quale si era scontrato prima delle elezioni Comunali a Roma poi vinte da Virginia Raggi. L’unico nome sul quale lui, Salvini e Meloni sembravano poter convergere un anno fa era stato quello di Paolo Del Debbio. L’ex professore che nel 1994 teneva i “corsi” per i candidati di quella che sarebbe diventata Forza Italia,  oggi conduttore di successo delle trasmissioni Mediaset della sera piace a tutti e tre e, secondo i sondaggi fatti ai tempi, aveva tutte le carte in regola per andare fortissimo. Berlusconi gli chiese anche in diretta tv di candidarsi, ma senza successo. Il conduttore vorrebbe rimanere dove sta e avrebbe ribadito questa sua intenzione anche nelle settimane scorse. In compenso ieri a Porta a Porta si è presentato con l’ex premier un altro giornalista, cioè il direttore uscente di Panorama, Giorgio Mulè. Candidato tra le file degli azzurri, è predestinato, secondo quanto ha detto il numero uno del partito, “a non essere un deputato semplice perchè gli daremo un sacco di cose da fare…”. Berlusconi scherza: “Avevo proposto di fare il premier al dottor Vespa, ma mi ha detto “sono vecchio”...”. 

Nell’attesa che si diradino le nubi o che il leader di Forza Italia cambi idea e aspetti il dopo-voto a spendersi nomi che finirebbero per essere inevitabilmente bruciati, Berlusconi ha prenotato un ruolo pure per sè. Già perchè dal 9 marzo i suoi legali potranno chiedere che venga riabilitato e possa tornare a ricoprire “pubblici uffici”. Non sarà parlamentare, ma, sulla carta, potrebbe fare addirittura il ministro. Degli Esteri? Dell’Interno? Dell’Economia? L’ex premier sembra prenotarne un altro, lo Sviluppo Economico. “Sento il dovere di mettermi al servizio del mio Paese. Dopo la vittoria del centrodestra alle elezioni il 4 marzo, che è assolutamente sicura, io avrò come mio lavoro creare posti di lavoro. Ho un obiettivo: portare entro fine legislatura il tasso di disoccupazione sotto la media europea che oggi è 8,7 per cento”, ha detto. Ecco perchè diciassette anni dopo il Contratto con gli italiani, stavolta Berlusconi ha firmato un meno pomposo Impegno con gli italiani: “Ho visto le inquadrature di 17 anni fa avevo meno capelli di adesso darò anche a lei il nome del mio tricologo…”.

Paolo Emilio Russodi di Paolo Emilio Russo, giornalista parlamentare   
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