Cittadinanza, il bluff scappa di mano. La Lega avverte Forza Italia: “Se insisti metti a rischio la maggioranza”
Continua il braccio di ferro tra Lega e Forza Italia che rivendica il diritto di avanzare proposte anche se non sono nel programma. Come lo ius scholae. Ieri sera l’aut aut di Romeo in diretta tv, mandato da Salvini. Il forfait di Meloni a Rimini. Il centrosinistra presenta in Parlamento testi su cui mettere alla prova Tajani
Sta a vedere che la cittadinanza per gli studenti minorenni stranieri nati in Italia e dopo due cicli scolastici (ius scholae) diventa l’incidente che fa saltare tutto. Anche perchè Forza Italia non retrocede su autonomia regionale differenziata, nomine Rai, conti pubblici, nello specifico sulle pensioni, per non parlare dello Ponte sullo Stretto di Messina, i tanti dossier su cui Salvini continua imperterrito ad alzare le sue barricate. E insomma, su cosi tanti fronti aperti ci sta che qualcuno diventi il Papeete. Di Tajani, però. Cinque anni dopo.
Nel ping pong di dichiarazioni tra il palco del Meeting di Rimini e quello virtuale dei social, la parola definitiva la dice il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo. “Forza Italia deve stare attenta perchè se continua ad insistere sulla cittadinanza rischia di minare la stabilità del governo e della maggioranza”. Lo fa in diretta tv, ospite di “4diSera” il talk serale di Rete 4 e quando gli viene fatto notare che Forza Italia farà valere il suo punto di vista sullo ius scholae il 20 settembre quando sarà discusso un ordine del giorno del Pd, Romeo ribadisce una volta di più il concetto: “Per questo ho parlato del rischio di minare la stabilità di governo e maggioranza”.
Testuale
Sono le 21 e 30 di sera e a questo punto la giornata acquista un significato diverso. Perchè il capogruppo Romeo non è uno che parla senza aver avuto il via libera di Salvini.
“L'insistenza di Tajani non è che infastidisce tanto la Lega, che ha una sua posizione chiara e ribadisce il suo no, ma visto che offre una sponda alle opposizioni rischia di minare seriamente la stabilità del governo” è il testuale di Romeo che risponde proprio al ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. Il leader di Forza Italia, ospite del meeting di Comunione e Liberazione, nel primo pomeriggio aveva infatti tenuto il punto sulla necessità di ragionare sullo ius scholae. “Forza Italia non impone niente a nessuno, ma non voglio neanche che nessuno imponga qualcosa a me, quindi sono libero di parlare”.
In serata Romeo affonda il colpo facendo capire quale sia la situazione in maggioranza: “Cosa fa Forza Italia? Presenta una proposta di legge in Parlamento e l’approva con i voti della sinistra? Che cosa potrebbe capitare? Sinceramente troviamo un po’ curiosa questa insistenza. Insistere in questa direzione non so dove possa portare”. Neppure sull’autonomia si era arrivati a tanto. E se è solo l’ennesimo bluff, diciamo che stavolta si sono spinti un po’ troppo avanti.
Le foto
Il Meeting di Comunione e Liberazione, che giunge oggi al terzo giorno, è diventato il ring dove Forza Italia e la Lega combattono questa battaglia agostana. Matteo Salvini e Antonio Tajani, a distanza di 24 ore, si prendono l’abbraccio del popolo di Cl ma tra loro è sfida continua ormai da Ferragosto quando il social team di Salvini dette fuoco alla battaglia pubblicando un meme in cui Tajani e Schlein, la segretaria del Pd, condividevano l’idea di una nuova cittadinanza, più certa e sicura per circa 900 mila studenti minorenni nati in Italia. Un piccolo esercito di ragazzi e ragazze probabilmente più “italiani” di tanti altri loro coetanei, costretti a restare indietro nello sport, negli studi e nella vita perchè non sono cittadini italiani. Una realtà rispetto alla quale dire che l’Italia è il paese che rilascia più cittadinanze in Europa (circa 250 mila l’anno) è come parare d’altro.
Le foto di giornata dicono lo stato delle cose: il leader della Lega si fa immortalare mercoledì sul trattore di Confindustria; il segretario di Forza Italia ieri prende in braccio una bimba di colore la cui adozione è stata facilitata dalla stessa Farnesina. Soprattutto, i due soci di maggioranza non smettono di sfidarsi.
Un crescendo che non si ferma
Il crescendo di ieri merita di essere fissato perché sarà utile averlo bene in testa quando riaprirà il Parlamento (10 settembre). Appena arrivato dagli amici di Comunione e liberazione, subito incalzato dai cronisti, il leader forzista rivendica una volta di più dopo anche numerose interviste, la libertà di discutere di una riforma della cittadinanza. “Cosa vuole dire che non è nel programma? I tempi cambiano in fretta e noi dobbiamo essere capaci di leggere e capire”.
La Lega è avvisata. Ma il partito di Salvini non ci sta e va al contrattacco. E non solo con Romeo. Nel pomeriggio il social team di via Bellerio rilancia sui social un video di Silvio Berlusconi che, ospite di Fabio Fazio, diceva no allo ius soli e in parte allo ius scholae, per paura di invasioni di migranti in Italia. Poi, in chiusura, la chiosa leghista: “Ascoltate le parole inequivocabili del grande Silvio”.
E’ una mossa che spiazza e infastidisce Forza Italia che vuole tenere il punto sulla propria diversità di proposta e dice giù le mani da Berlusconi. “Si chiama centro-destra - fa notare Tajani - e noi siamo il centro di questa coalizione di destra. E’ chiaro che i nostri elettori cercano qualcosa di diverso e lontano dal solito cliché leghista. Così come è chiaro che noi si debba cercare questo consenso anche nell’area del centrosinistra”. Mai stato così chiaro. E puntuto.
Usare, e in modo improprio, il brand di Berlusconi viene vissuto dalla delegazione azzurra presente al Meeting (con Tajani anche l’onorevole Nevi) come un colpo basso ed eccessivo. Tanto che Tajani risponde secco: “Credo di conoscere bene il pensiero di Berlusconi e non credo che Berlusconi debba essere utilizzato per fare polemiche politiche”.
La sponda dei cattolici
Tajani cerca a Rimini la sponda nei cattolici di Cl, così vicini agli elettori di Berlusconi e sensibili a solidarietà e integrazione. Gioca in casa, assai più della Lega. E si vede dall’accoglienza ricevuta. “Essere italiano, essere europeo, ed essere patriota non è legato a sette generazioni, ma a quello che sei tu” scandisce. E insiste su formazione, identità e cultura, perché se “accetti di essere europeo nella sostanza, sei italiano ed europeo”. Per dirla in modo più pop: “Preferisco quello che ha i genitori stranieri e canta l'inno di Mameli all'italiano da sette generazioni che non lo canta”.
Applausi dalla platea. Centrato l’obiettivo di distinguersi - come forza moderata e cattolica - rispetto alla destra sovranista e anti migranti. Parallelamente, e nonostante le stoccate reciproche, il segretario azzurro dà prova di equilibrismo garantendo lealtà agli alleati. Parte dal personale: “Ho tanti difetti, ma la lealtà è uno dei pochissimi pregi che ho”. E vira sul partito: “Il governo può dormire sonni tranquilli. FI è parte integrante del centrodestra e vogliamo allargare i confini per far avere più voti al centrodestra”.
La giornata doveva finire qui. Con evidente vantaggio per gli azzurri. Salvini è stufo di replicare. E dà mandato a Romeo per dire basta altrimenti rischia di saltare la maggioranza.
Meloni dà forfait
In tutto questo Giorgia Meloni resta blindata in masseria in Puglia. Ieri ha tolto ogni speranza agli organizzatori del Meeting: non andrà a Rimini, brutta botta per gli organizzatori convinti che alla fine la premier sarebbe andata. E’ girata voce, ieri, che potrebbe partecipare ad un evento legato alla notte della Taranta. Sarebbe strano se preferisse il ballo a Cl. Intanto FdI osserva prudente questo nuovo scontro in maggioranza. Tommaso Foti, capogruppo di Fdi alla Camera, ripete da giorni che lo ius scholae non può essere in agenda perché non è nel programma di governo. E mette in guardia dal rischio di “creare confusione nella maggioranza”.
Il tanto atteso vertice di maggioranza, in agenda da fine giugno, e che si spera chiarisca questo e altri nodi parecchio intricati, è in agenda il 30 agosto. Fino ad allora si andrà avanti così. Intricando i nodi e accumulando tensioni. Che difficilmente saranno risolti con l’apertura di una sessione di bilancio che deve recuperare una ventina di miliardi visto che solo solo sette quelli disponibili. Dice che il gettito fiscale sta andando molto meglio del previsto. Si parla di tesoretto. Ma in autunno, insieme al bilancio, ci sarà anche la campagna elettorale per il rinnovo dei tre consigli regionali di peso: Umbria, Emilia Romagna e Liguria. Il centro sinistra allargato, da Renzi a Sinistra italiana passando per i 5 Stelle, punto all’en plein, tre su tre, mentre gli uscenti sono 2 a 1 per il centrodestra.
Il centrosinistra
Il centrosinistra resta scettico. Parla di fuoco estivo. Ma prende al volo la bandiera dello ius scholae. Perchè ci sono le aperture di Forza Italia e ci sono, soprattutto, le parole del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi (“bisogna seriamente porsi il problema di come rendiamo i migranti nostri cittadini”). E quelle del governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta che il giorno prima ha detto chiaro: “Ci servono gli immigrati regolari per la forza lavoro, per pagare le pensioni ed evitare di finire stritolati nella morsa del calo demografico e di quello del pil”.
I Cinque stelle, da sempre fan dello ius scholae, ricordano di avere una Pdl pronta a prima firma Vittoria Baldino. Basta calendarizzarla. Italia viva, come Maria Elena Boschi, tira fuori la legge già approvato alla Camera nel 2017 e poi bloccata al Senato del governo Gentiloni. “Quel testo - ricordava ieri Boschi - fu votato anche da parti del centrodestra. Ho ripresentato lo steso testo. Forza Italia può dare seguito alle sue parole”. Graziano Delrio, il dem che da sempre spinge per lo ius soli o uno ius culturae, si appella al non vincolo di mandato. Alla riapertura Forza Italia avrà tante occasioni per dimostrare che fa sul serio.