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Basilicata, ultimo test prima delle europee tra polemica sull'aborto e Ponte di Messina

Si vota nel fine settimana per il rinnovo del consiglio regionale in Basilicata e la questione è nazionale ma i sondaggisti che non si sbilanciano. Centrodestra alla prova dell'unità

Giuseppe Alberto Falcidi Giuseppe Alberto Falci   
Da sinistra, Vito Bardi e Piero Marrese (Ansa)
Da sinistra, Vito Bardi e Piero Marrese (Ansa)

Si torna a votare nel weekend: urne aperte, da domenica a lunedì, in Basilicata per il rinnovo del consiglio regionale. Centrodestra versus centrosinistra. Sondaggisti che non si sbilanciano, bookmakers del Transatlantico sul destino dell’esecutivo dopo le europee.

La sfida

Vito Bardi, governatore uscente in quota Forza Italia, sfida il centrosinistra Piero Marrese. Dettagli di questo match che, come tutte le consultazioni del Belpaese, viene considerata un mini test nazionale. «Ah - sospira un deputato in Transatlantico - qui si politicizzano anche le elezioni del mio condominio». Dettaglio di questo match di aprile: Bardi ha al seguito sette liste e sarà sostenuto anche da Matteo Renzi e Carlo Calenda. Insomma, centrodestra extra large. Marrese potrà contare su cinque liste. Altro due dettagli: c’è un terzo incomodo che si chiama Eustachio Follia e non c’è il voto disgiunto. Va da sé, va tenuta d’occhio l’affluenza.

Voto di caratura nazionale

Qui però la questione è nazionale. I leader del centrodestra si sono presentati compatti e uniti al comizio finale a Potenza. Dopo una settimana vissuta fra le montagne russe - dall’aborto al Ponte sullo Stretto - urge invertire la narrazione di un centrodestra diviso che rischia di implodere dopo le elezioni europee. Ragion per cui quando l’inquilina di Palazzo Chigi si materializza per l’ultimo comizio prima del voto sparge all’esterno un messaggio unitario per tirare la volata alla coalizione: «Per me è molto importante questa boccata d'ossigeno, non il fatto che siamo all'aperto, ma lo è poter tornare in piazza, raccogliere il vostro entusiasmo e trasformarlo in benzina per avere l'energia per fare questo lavoro difficile che stiamo portando avanti. È fondamentale sapere che c'è consenso e entusiasmo, che si fa per qualcuno, questa vita non si può fare per se stessi, finché il popolo italiano me lo chiederà non mi risparmierò per il lavoro».

La premier e il governo

Meloni elogia i risultati del governo che «sono certificati da diversi indicatori che non sono del governo ma di soggetti terzi che dicono che l'Italia oggi, pur in una situazione che attorno a noi è esplosiva, sta facendo meglio di molti Paesi europei. Oggi non è più fanalino di coda». E ancora: «Noi stiamo condividendo un'esperienza difficile e entusiasmante. Il centrodestra non sta insieme per interesse ma da trent'anni sta insieme per scelta, perché abbiamo una visione da costruire e dare a questa nazione. Non credete alle fake news sul fatto che litighiamo, vogliono mettere zizzania per rallentare l'attività del governo». Non mancano, va da sé, gli attacchi agli avversari del campo progressista: «La sinistra si è arrabbiata perché ho detto che le tasse non sono una cosa bellissima. Non sono una cosa bellissima, ma sono una cosa necessaria ad erogare dei servizi. Abbiamo fatto la riforma fiscale, era attesa da 50 anni . Il contribuente non deve essere trattato come un suddito. Voglio un fisco amico che non ti vessa con delle norme astruse e con tasse ingiuste. Un fisco amico ti chiede di pagare il giusto, in tempi ragionevoli, e spende bene i tuoi soldi». La difesa della casa è uno dei must della narrazione del centrodestra, lo è stato negli anni del berlusconismo, lo è oggi con Meloni alla guida del governo: «La casa è un bene sacro ed intendiamo difenderlo. In questo anno e mezzo noi abbiamo sgomberato circa 110 stabili interi ed oltre mille case popolari che era state occupate abusivamente: è un lavoro che intendiamo continuare».

Tutti sorridenti

In questo contesto mostrano il sorriso, i tre leader: Meloni, Tajani e Salvini. Quest’ultimo viene considerato il guastafeste dell’esecutivo. Un avversario interno? A taccuini chiusi più di un dirigente della maggioranza mormora che la postura di Salvini sia «spesso e volentieri ambigua». Tanto dipenderà da quello che succederà all’indomani delle europee. Se non muterà l’atteggiamento Meloni potrebbe chiedere una verifica e ridimensionare la delegazione leghista. Dopodiché Salvini se la dovrà vedere anche con gli equilibri interni alla Lega. Chissà. 

La recita di Salvini

Sia come sia, davanti agli elettori della Basilicata anche Salvini recita la parte dell’alleato leale e tuona: «Questo governo, si mettano l'anima in pace Conte e Schlein andrà avanti per i prossimi 5 anni e poi sarete voi a decidere se abbiamo fatto bene». Addirittura, Salvini si dice pronto a perdere il derby di lunedì tra Milan e Inter che potrebbe far vincere lo scudetto ai nerazzurri pur di ri-conquistare la Basilicata: «Sono pronto a perdere il derby di lunedì in cambio di un grande risultato del centrodestra e della Lega in Basilicata».

La fotografia

C’è la foto che immortala i tre leader, segno che all’esterno si voglia veicolare un messaggio di unità. Dice il leader di via Bellerio: «Siamo tutti insieme, non è un caso che abbiamo voluto farci la foto con voi che fate da grande sfondo, perché la speranza di questa regione e dell'Italia è il centrodestra, che noi siamo veramente uniti e coesi, andiamo sempre insieme, a ogni elezione c'è una coalizione di centrodestra che si candida a vincere sempre.

I sondaggi

Anche in Basilicata i sondaggi dicono che le cose andranno bene, ma ci sta ancora qualche giorno di lavoro, dobbiamo impegnarci per far vincere Vito Bardi e avere altri cinque anni di buon governo di centrodestra». Dello stesso tenore le parole di Antonio Tajani, ministro degli Esteri e leader di Forza italia: «È un segnale importante vedere sfilare tutti i leader del centrodestra a sostenere lo stesso candidato presidente e così faremo in tutte le Regioni e i Comuni italiani" chiamati al voto e "questa à la miglior dimostrazione di serietà che diamo ai nostri elettori, questo significa essere seri e leali con gli elettori. Siamo uniti, siamo partiti diversi, ognuno con la propria identità ma con un comune denominatore, siamo alleati perché abbiamo una visione alternativa a quella della sinistra, a parte che bisogna vedere quale è la loro: raccontano che noi litighiamo, ma sono loro». E ancora: «Il vero campo largo è il centrodestra, sempre più ci sono forze che si uniscono a noi e lo vediamo in questa campagna elettorale e anche il governo guarderà con interesse alla Basilicata». Insomma, Tajani conferma che la Basilicata sia un test. E dunque lunedì pomeriggio lo stato maggiore del centrodestra osserverà i dati che arriveranno da quella terra. Forza italia ancora una volta supererà la Lega? E quale sarà la percentuale di Fratelli d’Italia? Domande che ci accompagneranno fino alle europee. E da cui dipenderà il cammino della maggioranza. Il rimpasto? «Se ne parlerà dal 9 maggio in po…» assicura a tarda un forzista di prima fascia. 

Giuseppe Alberto Falcidi Giuseppe Alberto Falci   
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