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[L’analisi] Assistenza agli anziani, una bomba sociale che esploderà nei prossimi anni e di cui nessuno parla

Il numero degli over 65enni crescerà vertiginosamente e già oggi le risorse messe a disposizione dallo Stato sono insufficienti

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
[L’analisi] Assistenza agli anziani, una bomba sociale che esploderà nei prossimi anni e di cui...

Tra i tanti temi assenti dall’agenda di governo e dunque dal dibattito pubblico ce n’è uno destinato a diventare una vera e propria emergenza sociale nei prossimi anni: l’assistenza agli anziani. L’Italia, come noto, è un paese di vecchi e lo sarà ancora di più in futuro. I dati dell’Istat parlano chiaro: oggi gli over 65enni sono circa 2 milioni e mezzo. Nel 2045 sfioreranno i 4 milioni. Un trend dunque inarrestabile a cui la politica non presta nessuna attenzione. E l’indifferenza ovviamente porta alla mancanza di qualsiasi pianificazione. Si stanno ponendo le basi per un bomba sociale che inevitabilmente prima o poi scoppierà.

Risorse del welfare insufficienti 

Ad alimentare il pessimismo contribuiscono altri due trend molto evidenti. Il primo è la riduzione di risorse che lo Stato dedica al welfare pubblico. Già oggi non ci sono i fondi necessari per l’assistenza domiciliare agli anziani. Solamente il 31% delle famiglie che ne hanno bisogno riesce ad ottenere un sostegno pubblico sotto forma di assegno di accompagnamento. Le altre famiglie devono provvedere da sole. E questo ovviamente si traduce in un impoverimento dato che il costo medio per anziano supera i 650 euro.

Il problema dei Neet, i poveri di domani 

Ma l’ammortizzatore rappresentato dal sostengo familiare in futuro potrebbe incepparsi. E qui siamo al secondo trend evidente nella società italiana: la difficoltà dei giovani ad entrare nel mercato del lavoro. La disoccupazione giovanile è da tempo superiore al 30% e l’Italia è prima in Europa per numero di Neet ovvero di giovani che non lavorano, non studiano e non fanno formazione professionale. A questi si aggiungono i precari con retribuzioni basse e discontinue. Il risultato è che questi milioni di giovani in futuro non solo non potranno eventualmente aiutare i propri genitori bisognosi ma avranno loro stessi grosse difficoltà quando diventeranno anziani dato che avranno assegni pensionistici di importo minimo.

Le cose che la politica dovrebbe fare 

Come si può invertire questa tendenza? In due modi. La prima è pianificando già ora le cose da fare per gestire la bomba sociale dell’assistenza agli anziani destinata ad esplodere. Servono investimenti per la creazione di strutture di ricovero in tutto il territorio italiano, serve pensare già da ora ad un modello organizzativo che consenta economie di scala e quindi un abbattimento dei costi. La seconda è la riduzione immediata del numero di Neet attraverso azioni mirate. Non solo formazione ma anche incentivi a favore di forme contrattuali che prevedono un orario ridotto (part time da 4, 5 ore) perché quando il lavoro diventa una risorsa scarsa è necessario dividerlo. La soluzione dei problemi che pone la contemporaneità richiede nuove mentalità e nuovi modi di pensare. Questa è la vera sfida che l’Italia deve vincere.

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
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