Ancora scintille su norma 'salva-Berlusconi', insorge Fi, scontro M5S-Pd

di Adnkronos

Roma, 5 gen. (AdnKronos) - Non accennano a placarsi, anzi aumentano di intensità, le polemiche sulla cosiddetta norma 'salva-Berlusconi', la disposizione inserita nel decreto fiscale che depenalizza alcune fattispecie e che potrebbe essere applicata anche alla vicenda che ha portato alla condanna per frode fiscale di Silvio Berlusconi. Il Movimento 5 stelle va all'attacco di governo e Forza Italia con Beppe Grillo e con il deputato Alessandro Di Battista, membro del 'direttorio' del partito, che solleva il caso nell'Aula della Camera, convocata per annunciare l'avvenuta presentazione del decreto legge 'milleproroghe'.Nel partito dell'ex premier si difendono i contenuti della norma incriminata, facendo riferimento al merito e respingendo ogni possibile collegamento con i guai giudiziari del leader azzurro, mentre il Pd rinvia al mittente ogni accusa di intelligenza col nemico, rispondendo ai Cinquestelle nell'Aula di Montecitorio con il capogruppo in commissione Giustizia Walter Verini."Renzie il burattino", scrive Beppe Grillo in un tweet in cui posta un fotomontaggio che ritrae Silvio Berlusconi nei panni di un ventriloquo, tra le mani un burattino con il volto del premier. "Bugiardo -incalza ancora il leader 5 stelle- Renzi ha bloccato la legge dichiarando di non saperne nulla. Peccato che il 24 dicembre in conferenza stampa Renzi disse ben altro: 'conosco a memoria quel testo. Lo abbiamo esaminato articolo per articolo in Consiglio dei ministri'".Nell'Aula della Camera è invece Di Battista a dare fuoco alle polveri: "ultimamente palazzo Chigi, sembra, ripeto, sembra, come uno di quei rioni in mano alla camorra, dove nessuno sa nulla all'inizio e poi alla fine qualcuno parla per proteggere qualcun altro. Il presidente Renzi si è trasformato da rottamatore a protettore, sta proteggendo qualcuno. E chi sta proteggendo è Verdini, è lui che ha fatto inserire la norma". Dichiarazioni alle quali replica Walter Verini, del Pd, accusando M5S di "malafede e propaganda: ammettere un errore è un segno di forza -afferma riferendosi alla decisione del premier di fermare la trasmissione del decreto al Parlamento- non è questo governo che fa leggi ad personam .Auspicherei che Cinquestelle, nel buttare fuori persone che hanno compiuto un solo reato, pensarla diversamente dal capo, dicesse abbiamo sbagliato, ci fermiamo: sarebbe un segno di forza, ma non credo che questa forza noi potremo vederla". Forza Italia, nel difendere i contenuti della norma e respingendo ogni legame con le vicende che coinvolgono Berlusconi, critica lo stop del governo: "Non è che tenere in sospeso questa legge sia una specie di ricatto? In nessun caso la cosa ci riguarda", scrive 'Il Mattinale', la nota del Gruppo di Forza Italia alla Camera, che rivolge cinque domande al premier Matteo Renzi. "Nessun ricatto. Berlusconi e Forza Italia - aggiunge la nota azzurra- agiranno sempre con la coscienza del mandato ricevuto dal popolo. Una coscienza che questa vicenda ha accresciuta e resa più dura, saggia, determinata, vincente". "Singolare e pericolosa -denuncia sempre da Forza Italia Altero Matteoli- è la decisione del ritiro del provvedimento che era rivolto erga omnes. Da ora in poi non sarà facile e semplice fare norme per tutti gli italiani, chiunque infatti potrà contestare che fra gli italiani c'è un cittadino di nome Silvio Berlusconi. Non entriamo nel merito della norma ma è sulla lesione del principio di eguaglianza, tanto decantato, che il governo dovrebbe dare precise e inequivocabili risposte".