Le casse dell’U.S. Air Force sono vuote. L’aeronautica militare statunitense, a corto di bombardieri, è stata così costretta a riesumare dai cosiddetti “cimiteri degli aerei” - parcheggi dove vengono riposti i velivoli obsoleti - i vecchi B-1B, anche noti con il soprannome di “Lancer”. Per il momento verrà recuperato un solo bombardiere, che andrà a sostituire un altro mezzo coinvolto in un incidente a terra esattamente 2 anni fa, nella base aerea di Dyess, in Texas. Il B-1B, il cui primo volo risulta effettuato il 23 dicembre del 1974, entrò in servizio attivo il primo ottobre del 1986. Nei piani dell’U.S. Air Force avrebbe dovuto sostituire i B-52. La totale uscita di scena è prevista entro il 2037. Il “Lancer”, il cui costo superava i 317 milioni di dollari, ebbe inizialmente la capacità di bombardamento nucleare. Nel 1994, a seguito del Trattato Start, venne però modificato. A seguito di un processo di eliminazione dei cablaggi e della relativa avionica (2007 / 2011) resta nella categoria bombardieri ma per le sole armi convenzionali. Dei 62 B-1B prodotti ne restano attualmente 44. Molti Lancer sono stati inviati nei cimiteri dell’aeronautica, anche a causa dell'usura dovuta alle numerose ore di volo accumulate. Il B-1B riammesso al servizio era stato mandato “in pensione” esattamente 3 anni fa. L’U.S. Air Force lo inviò al 309esimo Gruppo di manutenzione e rigenerazione aerospaziale (Amarg), presso la base aerea di Davis-Monthan (Arizona), nel mese di marzo del 2021. Qui vengono mantenuti in modo da poter essere eventualmente riammessi al servizio. Stando a quanto riferito dal sito The War Zone gli Stati Uniti potrebbero optare per recuperare entro l’anno un altro B-1B.