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Sos agricoltura. Il clima che cambia fa scatenare i parassiti, che diventano “globali”

di Italia Libera   
Sos agricoltura. Il clima che cambia fa scatenare i parassiti, che diventano “globali”

Proprio l’anno dell’esplosione del Covid, il 2020, era stato “dedicato” dalle Nazioni Unite alla salute delle piante. Ma naturalmente quando questa decisione è stata presa non si erano fatti i conti con la pandemia; quindi “l’anno internazionale” ha visto stravolgere i suoi piani di comunicazione, ed eventi programmati si sono trasformati solo in incontri a distanza o produzione di podcast. Nel frattempo, ci sono segnali drammatici. In Africa il clima provoca stravolgimenti, e migrazioni conseguenti di donne e uomini che cercano terra fertile, in fuga da condizioni estreme. E in tutto il mondo, l’emergenza climatica si accompagna con fenomeni meteo devastanti che aggrediscono anche quei territori che ne erano stati risparmiati finora

L’analisi di MARIA LODOVICA GULLINO (Agroinnova, Università di Torino e AgriNewTech s.r.l.)

IL 2020 È STATO per le Nazioni Unite l’Anno Internazionale sulla salute delle piante. Nelle intenzioni dei promotori e di chi di salute delle piante si occupa nella sua professione (da agricoltore, tecnico, ricercatore, …) l’anno intero avrebbe dovuto essere dedicato a una forte azione di sensibilizzazione, svolta a livello mondiale, della popolazione tutta sul tema. La pandemia da Covid 19 ha, di fatto, costretto a rivedere tutti i piani di comunicazione, trasformandoli in eventi a distanza, podcast, … D’altra parte, una delle poche, forse l’unica eredità positiva del Covid è stata una maggiore diffusione della consapevolezza del ruolo e dell’importanza di piante e ambiente. Non credo che siamo diventati tutti più buoni, ma forse più attenti all’importanza di piante e agricoltura, sì. E, se molti piani sono saltati, non è saltato, per fortuna, lo studio che la FAO ha commissionato ad un gruppo di 10 ricercatori, provenienti da tutto il mondo, operanti in ambiti diversi (climatologi, agronomi, entomologi, fitopatologi, biotecnologi, informatici, …) che ho avuto il piacere di coordinare, uno studio sull’impatto dei cambiamenti climatici sulle malattie delle piante.  Lo studio, che è durato un anno intero, ha portato a produrre una analisi critica della letteratura sull’argomento, condotto in modo molto interdisciplinare da ricercatori provenienti dalle più diverse aree geografiche e un documento riservato a politici e legislatori, teso a fornire una serie di indicazioni concrete.

L’analisi critica della situazione

Tutti i dati dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) evidenziano con molta chiarezza che il riscaldamento globale è un processo in atto che, a questo punto, possiamo solo rallentare. I dati raccolti, confrontati con il periodo 1850-1900, considerato pre-industriale,indicano un continuo e costante aumento delle temperature, legato alle attività umane, aumento che negli ultimi anni sta avendo una forte accelerazione. Va ricordato che, accanto all’aumento della temperatura si osserva un incremento di eventi cosiddetti estremi (siccità, uragani, alluvioni, trombe d’aria, …) che si verificano anche in aree geografiche fino a poco tempo fa non soggette a questi fenomeni. Il cambiamento climatico ha effetti sempre più evidenti sull’agricoltura che, in alcune aree geografiche (Africa sub-sahariana, ad esempio), già sono devastanti e causano sempre più significative migrazioni di popolazioni alla ricerca di acqua e terre da coltivare. In particolare, il cambiamento climatico influenza i parassiti delle piante, che già imperversano anche come conseguenza del commercio globale. Un eventuale aumento della temperatura di 1,5°C (le previsioni più pessimistiche parlano addirittura di 2,0°C) tra il 2030 e il 2050 potrebbe avere effetti devastanti.

I risultati dello studio

L’analisi critica degli studi condotti nelle ultime decadi sugli effetti di diversi fattori (temperatura, anidride carbonica, umidità relativa) sullo sviluppo e la presenza di pericolosi parassiti e sul rischio che essi presentano non solo per le coltivazioni, ma anche per le foreste e gli ecosistemi, ha permesso di confrontare approcci metodologici diversi, dagli studi di laboratorio a quelli in ambienti controllati e in campo, fino all’analisi di modelli previsionali. La maggioranza degli studi condotti su colture agrarie indicano che, in generale, in presenza di cambiamento climatico, il rischio di attacco da parte di parassiti in generale (funghi, batteri, virus, insetti, infestanti, …) aumenterà, soprattutto nelle regioni artiche, boreali, temperate e sub-tropicali. Lo stesso fenomeno è prevedibile per i sistemi forestali. Nel caso, invece, dei sistemi non gestiti (parchi e aree naturali) la scarsità degli studi sin qui effettuati non consente di trarre conclusioni. Nonostante la quantità degli studi condotti, ci sono ancora aree inesplorate o poco investigate.

Ad esempio, non si conoscono ancora bene gli effetti dei cambiamenti climatici sulle strategie di difesa delle colture adottate. Ad esempio, l’aumento di temperatura e di anidride carbonica influenza l’efficacia di agrofarmaci tradizionali o di mezzi biologici di lotta? In confronto con gli studi condotti nel caso dei parassiti fogliari, pochi studi prendono in considerazione i parassiti terricoli. E, come già detto, mentre la maggioranza degli studi ha riguardato sistemi colturali, poca attenzione è stata riservata allo studio degli effetti dei cambiamenti climatici sui parassiti che interessano gli ecosistemi naturali. In generale, come vedremo più in dettaglio nella parte II, lo studio condotto dimostra che nella maggioranza dei casi il cambiamento climatico sta portando e porterà a un aumento dei problemi collegati alla salute delle piante nei sistemi agricoli e forestali. Le condizioni attuali, già critiche in molte situazioni, costringeranno a modificare sia gli orientamenti colturali cambiando le specie /o utilizzando varietà più adatte a situazioni di stress) che le strategie di difesa nei sistemi agricoli, per potere garantire la sicurezza alimentare e la disponibilità di cibo per tutti.

Come possiamo reagire: prevenzione, mitigazione, adattamento

In una situazione già fortemente critica, soltanto misure di prevenzione, mitigazione e adattamento potranno limitare l’ulteriore diffusione di pericolosi parassiti, peraltro già favorita dal commercio globale, che vede enormi quantità di materiale vegetale (semi, piante, frutti, …) spostarsi da un continente all’altro, spesso causando l’introduzione di parassiti prima non presenti in nuove aree geografiche. Queste misure spaziano dall’impiego di semi e materiale vegetale sano (o risanato) all’adozione di modelli previsionali che tengano conto anche del rischio di introduzione di nuovi parassiti, all’adozione di varietà resistenti agli stress ambientali, più idonee ad essere coltivate in scenari climatici diversi.

di Italia Libera   
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