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Qualcuno volò sul nido delle rondini. Dalla concorrenza dei piccioni alle stalle sparite, una Festa le salverà

di Italia Libera   
Qualcuno volò sul nido delle rondini. Dalla concorrenza dei piccioni alle stalle sparite, una Festa le salverà

Di questi tempi ritornano. Una rondine non fa primavera, ma le rondini sono la primavera. Amate dai contadini, si nutrono di insetti nocivi: una coppia di rondini da sola ogni giorno può catturare circa seimila insetti, e nove su dieci di questi sono mosche e zanzare. Con beneficio anche per gli essere umani e i loro animali domestici. Però la scomparsa delle stalle tradizionali, dove trovavano rifugio per nidificare, e l’abitudine di chiudere i pertugi nei palazzi per evitare che ci nidificano i piccioni, stanno impedendo la riproduzione di rondini e rondoni Per questo motivo  l’organizzazione Natour biowatching ha lanciato il progetto “Festa della Rondine” con cui si prevede che le Amministrazioni pubbliche premino i cittadini che ospitano nidi di rondine, balestruccio o rondone. Una festa che sta proteggendo i percorsi di questi “insetticidi naturali” in varie località dell’Italia

L’articolo di FRANCESCO MEZZATESTA

IN QUESTI GIORNI di marzo e aprile migrando dall’Africa sub sahariana la rondine (Hirundo rustica) sta tornando in Europa per nidificare e  il suo  arrivo  annuncia la primavera. I vecchi contadini l’hanno sempre accolta con favore nelle proprie stalle anche perché è’ una specie preziosa per la lotta biologica agli insetti dannosi  se si pensa che una coppia di rondini può catturare ogni giorno circa 6000 insetti di cui il 90% costituito da mosche e zanzare. E sono proprio le zanzare i vettori di malattie come la chikungunya o la leshmaniosi pericolose per umani e animali domestici. Questi formidabili “insetticidi naturali” che sono le rondini soffrono la scomparsa progressiva delle vecchie stalle loro habitat tradizionali ma per fortuna  stanno adattandosi a posti similari al coperto come porticati, androni e addirittura tunnel di garage di grandi palazzi come a Parma a Largo Haendel dove sia i còndomini, che l’amministratore e il costruttore edile, a testimonianza della crescita anche in Italia di una cultura della natura, le proteggono.

In questo spirito pro rondini l’organizzazione Natour biowatching ha lanciato il progetto “Festa della Rondine” con cui si prevede che le Amministrazioni pubbliche  premino con una pergamena e una targa i cittadini che ospitano nidi di rondine, balestruccio o rondone. La prima Festa della rondine è stata organizzata a Pegognaga (Mn) andando oltre divieti e sanzioni puntando soprattutto sul comportamento virtuoso di agricoltori e cittadini nel proteggerle. La “Festa” di Pegognaga ha fatto scuola e il 1° di aprile sarà la volta del Comune di Ravenna con il Parco regionale delta del Po Emilia Romagna a organizzare la manifestazione premiando campeggi e circoli ippici che ospitano i preziosi nidi. Altre Feste sono in programma nel mese di maggio in varie parti d’Italia come all’Isola d’Elba , a Piombino (Li) e a Sorbolo (Pr).

Il Balestruccio (Delichon urbicum) l’altra specie di rondine che nidifica sotto i cornicioni delle case di città e paesi, soffre a causa della distruzione dei nidi per via  degli escrementi che possono imbrattare i muri. E dire che le deiezioni delle rondini sono innocue in quanto formate da chitina (catturano solo insetti volanti il cui esoscheletro è chitinoso) che è sostanza assimilabile alla cheratina dei nostri i capelli. Abbattendo i nidi invece si favorisce l’incremento degli insetti pericolosi  per la salute umana. E poi c’è il Rondone (Apus apus) che pur assomigliando alla rondine appartiene a tutt’altro ordine, quello degli apodiformi. Vive in volo e addirittura, durante le ore notturne sale di quota per dormire in volo. Solo quando si deve riprodurre e deporre le uova ha bisogno di un foro dove introdursi senza dovere toccare terra.

Essenziale per la possibilità di fare nidi nei fori è la pervietà dei coppi sui tetti. Inoltre per impedire la nidificazione dei piccioni, sulle facciate dei vecchi palazzi vengono tappate le  buche pontaie in tal modo eliminando anche il potenziale spazio- nido per i rondoni. Così gli ambientalisti hanno proposto un sistema di “restauro selettivo”  che consiste nel non chiudere totalmente ma solo parzialmente la buca in modo che il colombo non possa entrare ma il rondone si. Un esempio di restauro ecologico di questo tipo è stato realizzato a Parma (restauri della Chiesa di S, Francesco e dell’Ospedale Vecchio) dove ben 500  buche chiuse in passato sono state riaperte selettivamente per i rondoni! © RIPRODUZIONE RISERVATA

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