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Per far spazio al “Jova Beach Party 2022”, Vasto spiana le dune costiere. Ma Jovanotti lo sa?

di Italia Libera   
Per far spazio al “Jova Beach Party 2022”, Vasto spiana le dune costiere. Ma Jovanotti lo sa?

Per ospitare il concerto del cantautore ecologista, l’amministrazione comunale scambia per «vegetazione infestante da radere al suolo con mezzi meccanici» la Cannuccia Palustre o il Finestrino delle Spiagge: qui si riproducono specie rarissime come il Fratino. Oltre allo sbancamento, nella delibera comunale c’è anche l’idea di deviare il corso del Fosso Marino perché non riuscirebbe più a sfociare in mare. Con le ruspe del Comune sparirebbero alcune specie di vegetazione dunale come Cakile maritima, Xanthium italicum, Lotus creticus, Silene colorata. Altro che manutenzione ordinaria, denuncia Massimo Pellegrini presidente della Stazione Ornitologica abruzzese che denunciato l’iniziativa comunale “preparatoria” del Party 

L’inchiesta di LILLI MANDARA, da Vasto
NEPPURE UNA VOLTA che gli vada liscia. Ci aveva provato già tre anni fa il Comune di Vasto a organizzare un Jova Party. Mesi e mesi di preparativi, progetti, biglietti venduti e poi lo stop del prefetto per problemi di sicurezza: mica si poteva bloccare la statale e l’accesso ai mezzi di soccorso per un concerto. Glielo sfilò Montesilvano, a un centinaio di chilometri, che riuscì a doppiare persino la candidatura di Pescara, e fu un successo con ventiduemila fan in delirio sotto un acquazzone spaventoso. Adesso rifervono i preparativi e insieme ai preparativi un progetto che ha scatenato le proteste della Stazione ornitologica abruzzese e ha indotto la Regione Abruzzo a chiedere spiegazioni. 

Non si può  scambiare la vegetazione naturale di Fosso Marino, vegetazione protetta di un sito di riproduzione e rifugio di specie rarissime come Fratino e Anguilla, tra l’altro quest’ultima “a rischio critico” secondo l’Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura), per «vegetazione infestante da radere al suolo con mezzi meccanici» e decidere di spendere 90 mila euro di fondi pubblici regionali per raderla al suolo. «È un sito di rinaturalizzazione — ha spiegato Massimo Pellegrini, laureato in Scienze naturali e presidente della Stazione Ornitologica — composto da specie come la Cannuccia Palustre oppure il Finestrino delle Spiagge e altre tipiche della flora dunale protetta. Al Comune di Vasto non sanno che la cannuccia di palude viene usata nei progetti di fitodepurazione».

Ma non c’è solo il progetto di sbancamento nella delibera del Comune di Vasto, c’è anche l’idea di deviare il corso del Fosso perché non riuscirebbe a sfociare in mare. Altro che manutenzione ordinaria, niente di più falso, secondo Pellegrini, che mostra foto dalle quali risulta invece palese che l’acqua scorre e pure tranquillamente verso il mare. Insomma, un bel pasticcio che gli ambientalisti riconducono alla preparazione del Jova Beach Party previsto per fine agosto, in un’area tra l’altro classificata come “Sottozona Tutela ambientale e rinaturalizzazione” nel piano demaniale comunale, un concerto che questa volta l’amministrazione non intende farsi scippare.

Con le ruspe del Comune di Vasto quindi sparirebbero alcune specie di vegetazione dunale come Cakile maritima, Xanthium italicum, Lotus creticus, Silene colorata. Vegetazione che potrebbe essere certamente più ricca se l’area venisse lasciata all’evoluzione naturale, come accaduto a Pescara nell’area della Madonnina, ricolonizzata da specie anche molto rare. E tra i pesci si segnala la presenza della rana verde e dell’anguilla, mentre tra gli uccelli che si riproducono in quell’area si annoverano la Cannaiola e l’Usignolo, oltre al Piovanello, al Fratino, al Gabbiano corallino, al Beccapesci.

E così, alla fine, anche la Regione, il 25 febbraio scorso, dopo le osservazioni della Stazione ornitologica, è stata costretta a intervenire, chiedendo spiegazioni al sindaco Francesco Menna sulla «volontà del Comune di Vasto di realizzare interventi di bonifica» dell’area di Fosso Marino, «in considerazione dell’urgenza determinata dall’impossibilità delle acque di sfociare agevolmente verso il mare per la presenza di sabbia, vegetazione e materiale vario e dello spostamento della foce». La Regione chiede spiegazioni anche in merito alla presenza nell’area di «alcune specie di flora e fauna di interesse conservazionistico».

Dopo pochi giorni, il 10 marzo, il Comune risponde e insiste sulle sue ragioni, anche se glissa sulla possibilità che le attività siano finalizzate al concerto di Jovanotti: gli interventi sono di manutenzione ordinaria e nulla più, scrive nella risposta alla Regione Abruzzo il tecnico comunale. Si tratta soltanto della «rimozione di ingenti quantità di sabbia, che nel tempo si sono accumulate all’interno dello scatolare in cemento e che ne pregiudicano la corretta funzionalità», nonché nel «tracciamento di un solco nella sabbia, (dalla fine dello scatolare, sino al mare), per un percorso di circa 30 metri».

Quindi, ribadisce il Comune, non si tratta di opere permanenti. E la deviazione del corso d’acqua è semplicemente un «invito verso il mare», e «serve a evitare che l’acqua, una volta uscita dallo scatolare, si disperda sul litorale in modo casuale, andando potenzialmente ad interferire con le attività turistico ricettive presenti nell’area di intervento durante il periodo estivo». Viene ribadito quindi che «il tracciamento della sabbia verso il mare (per gli ultimi trenta metri di percorso) scomparirà nel giro di pochi mesi sotto l’azione degli elementi naturali (maree, piogge, vento, ecc…), come succede ogni anno». 

Una spiegazione che per gli ambientalisti, e forse anche per la Regione, ha il sapore della classica arrampicata sugli specchi: «Ma quale manutenzione ordinaria, quella è un’area che non si può toccare secondo il piano demaniale, e se passi con la ruspa il Fratino scomparirà per sempre perché non riuscirà più a nidificare, tanto per fare un esempio». Insomma si profila un altro braccio di ferro e un nuovo grosso punto interrogativo sul Jova Party del prossimo agosto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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