Onore all’Ucraina. Con l’invasione, Putin ha distrutto l’equilibrio esistente. Ne troveremo un altro?
Ho visto una vignetta che comparava le conseguenze della guerra in corso: da una parte — la nostra — che deve affrontare i costi stratosferici della crisi energetica, agricola, e dell’ospitalità di milioni di profughi; dall’altra — la russa — con la rinunzia a Mc Donald, le piattaforme digitali, le carte di credito. Come dire che per noi è un disastro, per loro una salutare rinuncia al superfluo. Non sarà così! Quando i giovani capiranno che non potranno più vivere nella modernità, cercheranno di fare fortuna altrove. Non sono potenziali dissidenti, sono reali ventenni e in quanto tali accaniti consumatori di informazioni, di mode, di miti occidentali
Il pensierino di GIANLUCA VERONESI
LA GENTE INTELLIGENTE è utile in mille modi. Uno dei principali è la loro capacità di sintesi. Sono persone che tengono conto delle tante sfaccettature di un problema e riescono, ciononostante, a riassumerle in una frase che non solo è breve ma è anche un condensato, una mediazione di molte variabili. A volte la frase appare persino ovvia e banale mentre invece è illuminante e profonda.
Vi faccio due esempi, naturalmente a proposito della invasione della Ucraina. Scrive il filosofo francese Edgar Morin a proposito della reazione che devono mettere in campo le nazioni europee: «uno degli aspetti della tragedia è che non ci si può permettere né di essere deboli né di essere forti». L’altra è di Lucio Caracciolo, direttore di “Limes”: «l’Ucraina che conoscevamo non esiste più, innanzi tutto per carenza di ucraini».
In entrambi i casi il ragionamento ci porta a un futuro di medio termine: Putin, con la sua decisione, ha distrutto l’equilibrio esistente. Quando e soprattutto come ne troveremo un’altro? Non sono un esperto di geopolitica e le variabili in gioco sono talmente tante che è impossibile fare previsioni attendibili. Parto da un dato anagrafico: sono fuggite dal paese milioni di donne e bambini. Gli uomini giovani sono rimasti, volontariamente o meno. Quando tutto finirà, le ragazze e ragazzi (speriamo ne siano rimasti molti) dovranno decidere dove vivere, avendo la famiglia nel frattempo trovato una sistemazione in Occidente.
È probabile che assisteremo ad un esodo e ad un controesodo. I vecchi torneranno in patria nelle forme nel frattempo organizzate e i giovani opteranno per il mondo libero. Perché oggi noi assistiamo contemporaneamente ad una guerra di occupazione e a una guerra civile, frutto di etnie che si sono incrociate per secoli. Non mi soffermo sulle mille sfumature tra russofoni e russofili ma credo che la lingua in cui pensi, ami e sogni incida molto sulla tua personalità. Lo stesso sarà in Russia.
Ho visto una vignetta che comparava le conseguenze della guerra in corso: da una parte — la nostra — che deve affrontare i costi stratosferici della crisi energetica, agricola, e dell’ospitalità di milioni di profughi; dall’altra — la russa — con la rinunzia a Mc Donald, le piattaforme digitali, le carte di credito. Come dire che per noi è un disastro, per loro una salutare rinuncia al superfluo.
Non sarà così! Quando i giovani capiranno che — a differenza dei coetanei cinesi — non potranno più vivere nella modernità, cercheranno di fare fortuna altrove. Non sono potenziali dissidenti, sono reali ventenni e in quanto tali accaniti consumatori di informazioni, di mode, di miti occidentali. Che interessa loro vivere in un passato nostalgico, nel perenne ricordo di un fastoso e felice (e mai esistito) impero! Puoi rinunciare all’Eurofestival in cambio dell’ennesimo soliloquio di Putin?
In effetti l’autocrate russo — a forza di snobbare tutti e di disprezzare chiunque — sembra veramente parlare da solo. Quando non trova libero il povero Macron che intrattiene per ore, nel pieno della notte. Di cosa parleranno? Io penso del Paris Saint Germain. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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