Nella terra di Archimede, l’idrogeno verde siciliano per la decarbonizzazione europea

Benché negli ultimi anni la Sicilia sia apparsa l’ombra della sua stessa storia, la sua importanza per il nostro Paese e per il Mediterraneo resta sempre in primo piano. Stavolta è la prima regione in Italia, tra le prime in Europa, a subire la desertificazione conseguente ai cambiamenti climatici. Ciò la rende un centro perfetto per studiare sul campo il global warming ed anche per sperimentare nuove forme di energia alternativa ai combustibili fossili. In Sicilia, negli anni scorsi, si è provato a creare centrali innovative per la produzione di energia solare termodinamica. Ci riprova ora Enel Green Power con il progetto Nexthy, e l’Hydrogen Industrial Lab sarà finanziato dai fondi europei per la produzione sperimentale dell’idrogeno verde, il vettore energetico che dovrebbe pensionare i combustibili fossili
ROMA, 31.8.2022 (Red) — Nel III secolo a.C. la Sicilia era una terra molto fertile, teatro di guerra tra due grandi potenze mediterranee in conflitto tra loro, in quello che potrebbe essere considerato il primo dei tanti scontri tra superpotenze che avrebbero segnato la storia dell’umanità. Roma e Cartagine, una da nord e una da sud, volevano il controllo su quell’isola ricca di grano e sulle ricche città della Magna Grecia. Tra queste spiccava Siracusa, culla di una mente geniale che avrebbe segnato la storia della matematica e dell’umanità tanto quanto gli esiti delle Guerre Puniche molto osteggiate, persino duemila e duecento anni dopo, da alcuni ministri dell’uscente governo Draghi. Guerre puniche tanto tragiche per Archimede da costargli addirittura la vita: fu ucciso nel 212 da un legionario romano durante il sacco di Siracusa perpetrato nella polis magno greca che pure s’era difesa eroicamente dall’assedio delle truppe di Marco Claudio Marcello.
Il genio di Archimede si è declinato in vari modi: ha scoperto il principio idrostatico (o appunto “spinta di Archimede”), ha formulato il principio teorico della leva, ha inventato la coclea o “vite di Archimede” un sistema di sollevamento dei liquidi utilizzato ancora al giorno d’oggi negli impianti di depurazione delle acque. Uno scienziato, un inventore e uno sperimentatore, in una terra che nel corso dei secoli è stata all’avanguardia della cultura, oltre che importante centro politico e strategico.
Sebbene negli ultimi anni la Sicilia sia apparsa l’ombra della sua stessa storia, la sua importanza per il nostro Paese e per il Mediterraneo resta sempre in primo piano. Stavolta è la prima regione in Italia, tra le prime in Europa, a subire la desertificazione conseguente ai cambiamenti climatici. Ciò la rende un centro perfetto per studiare sul campo il global warming ed anche per sperimentare nuove forme di energia alternativa ai combustibili fossili. Negli anni scorsi, qui si è già provato a creare centrali innovative per la produzione di energia solare. L’iniziativa — fortemente voluta dal Premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia, nei cinque anni in cui fu alla guida dell’Enea — fu denominata “Progetto Archimede”. Si basava, difatti, su un’altra invenzione del genio siracusano: gli specchi ustori. Usati la prima volta per difendere la sua città (passata a fianco di Cartagine) dalle navi romane durante l’assedio di Siracusa, ventidue secoli dopo hanno ispirato la costruzione di un piccolo impianto solare termodinamico sperimentale nella centrale Enel di Priolo Gargallo, inaugurato a luglio del 2010.
A distanza di dodici anni da quel prototipo, Enel Green Power torna in Sicilia con un altro progetto innovativo per la produzione di idrogeno verde. L’Hydrogen Industrial Lab utilizzerà i fondi Ipcei Hy2Tech dell’Unione Europea e sarà un impianto che fa parte di Nexthy, l’iniziativa dell’azienda nata per accelerare l’implementazione delle tecnologie e del business dell’idrogeno verde. I nuovi impianti sorgeranno tra Sortino e Carlentini, a pochi chilometri da Siracusa. Il progetto sperimenterà la decarbonizzazione della produzione di idrogeno, il quale, incredibilmente, è ancora prodotto al 99% da combustibili fossili.
Al progetto parteciperanno anche aziende locali e start-up con lo scopo di sperimentare la produzione di idrogeno e il suo stoccaggio, mirata soprattutto alle aziende in cui non è possibile effettuare l’elettrificazione diretta. Gli impianti saranno composti da un parco eolico per la produzione di energia integrato da un sistema di elettrolisi come riferimento per lo sviluppo di tecnologie innovative.
Salvatore Bernabei, ceo di Enel Green Power, si è detto orgoglioso che l’iniziativa Nexthy sia stata considerata a livello europeo di interesse strategico: «Questa piattaforma sarà il luogo ideale per creare sinergie virtuose con il mondo delle start-up e con le eccellenze della ricerca avanzata, per rispondere a una delle principali sfide che ha davanti l’Europa: la decarbonizzazione dei processi produttivi». Sulla stessa lunghezza d’onda le parole di Ernesto Ciorra, chief Innovability officer di Enel: «Quello che intendiamo realizzare è un ecosistema integrato, con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo delle tecnologie di produzione di idrogeno verde».
Nella terra di Archimede, la sua eredità creativa è ancora viva. Guardare al futuro risolvendo i problemi dell’oggi con la stessa inventiva del passato resta la sfida più affascinante per tutti. © RIPRODUZIONE RISERVATA