Meno 13. Quel che non trovate nel dibattito elettorale dei partiti, ma che serve all’Italia 

Meno 13. Quel che non trovate nel dibattito elettorale dei partiti, ma che serve all’Italia 

«Nella mia casa in campagna abbiamo installato i pannelli solari nel 2006, quando un impianto da un kilowattora di sei metri quadrati costava seimila euro. Oggi per la stessa potenza bastano tre metri quadrati e duemila euro. Il pay back di un impianto domestico è di cinque anni contro i dieci-quindici dell’inizio». È Pasquale Pistorio, 86 anni, manager e imprenditore visionario a spiegare in parole povere quel che si può fare per affrancarsi dal gas e abbattere la Co2. In pochi anni ha portato un’azienda decotta dell’Iri a diventare la quarta impresa al mondo di microelettronica. «Ne ho parlato più volte con il ministro Cingolani». Pensate che sia servito a qualcosa?  

Foto sotto il titolo: La produzione dei microprocessori può ripartire in Europa dopo il prolungato dominio dei big asiatici

«IL SOLE FORNISCE in un’ora l’energia necessaria all’intero pianeta terra». E cita il Nobel per la Fisica Carlo Rubbia, ma non per indossare le piume del pavone, con una citazione colta. A come catturare una minima parte di tanta abbondanza Pasquale Pistorio ha dedicato gran parte della sua vita di manager e imprenditore visionario. Lo ha fatto in Italia, producendo ai piedi dell’Etna componenti elettronici e semiconduttori usati anche per la costruzione di celle fotovoltaiche. Nel 1980 aveva raccattato — è proprio il caso di dirlo — la morente Sgs (Società Generale Semiconduttori, controllata dall’Iri) e ne ha fatto, in pochi anni, la quarta impresa al mondo di microelettronica, diventata nel frattempo StMicroelectronics (Stm), joint venture italo-francese. 

Che c’azzecca, direte voi, con i programmi elettorali? Ce lo spiega, indirettamente, lui stesso. Oggi viaggia verso gli 86 anni di età dopo aver lavorato in mezzo mondo. L’Europa, egli dice, ha le carte in regola per riprendere la corsa nel settore dei semiconduttori dominata dai big asiatici. Il Chip’s Act può servire allo scopo, come dimostrano le prime operazioni di Intel e Stm nel Vecchio Continente. La partnership di Stm con Global Foundries per l’impianto di Grenoble va nella direzione giusta: i governi europei — sostiene Pistorio — devono assecondare le imprese. Per un nuovo stabilimento di microchip servono investimenti di 10-15 miliardi di euro. «Ne ho parlato più volte con il ministro Cingolani — racconta domenica 11 settembre su “Il Sole 24 Ore”—: il fotovoltaico è la forma di energia più disponibile e meno impattante, installando pannelli su tutti gli edifici pubblici e i parcheggi. Bisogna abbandonare il carbone e nel tempo non ci sarà neanche la necessità di trivellare il suolo e di ricorrere all’energia nucleare, un rischio troppo grande per l’umanità». Parlarne con il nostro ministro della Transizione ecologica non è servito a niente. 

Ma Pistorio insiste: microprocessori, semiconduttori e la tecnologia più sofisticata potranno risolvere l’abbattimento della Co2 e la crisi climatica, in primo luogo. Da uomo attento ai numeri e alla sostenibilità economica si spiega con l’esempio della sua casa in campagna: «Abbiamo installato i pannelli solari nel 2006, quando un impianto da un kilowattora di sei metri quadrati costava seimila euro. Oggi per la stessa potenza bastano tre metri quadrati e duemila euro. Il pay back di un impianto domestico è di cinque anni contro i dieci-quindici dell’inizio. La tecnologia è già a un livello altissimo e i progressi non si fermano. I pannelli solari bifacciali che Enel Green Power costruisce a Catania sono di livello eccellente».

Per rendersene conto, pensate che Roberto Humpty Dumpty Cingolani abbia trovato il tempo di farci un salto, tra un viaggio e l’altro al seguito del Mascellone dell’Eni? Dei leader politici manco a parlarne… © RIPRODUZIONE RISERVATA