Meno 10. Quel che non trovate nel dibattito elettorale dei partiti, ma che serve all’Italia

I reattori nucleari operativi negli Stati Uniti erano 93 a fine 2021. Un po’ meno del doppio, con loro buona pace, di quelli di Asterix e Obelix. Belli vecchiotti quelli americani, età media intorno ai 40 anni, e costante la riduzione della potenza erogata. Nell’ultimo quarto di secolo, solo due nuovi reattori sono entrati in esercizio. Una vicenda industriale chiusa, per quanto riguarda la grande elettromeccanica, ma con una colossale quantità di scorie radioattive da gestire e col problema di dove sistemarle. Mentre il Centrodestra si rimpinza di fautori del nucleare
Foto sotto il titolo: La centrale nucleare americana Watts Bar Unit 2 nel Tennessee è l’ultimo impianto atomico per la produzione di energia elettrica entrato in servizio negli Stati Uniti nel 2016
CALENDA, IN QUANTO liberale, è naturalmente portato alla razionalità e all’equanimità. Anche umanità, quando assiste Salvini, rimasto, stranamente, un po’ in bambola perché gli hanno spiegato che le ultime due centrali nucleari entrate in servizio negli Usa, in Tennessee, sono la Watts Bar Unit 1, nel lontano maggio 1996, e la Watts Bar Unit 2, ben vent’anni dopo, nel 2016. “Ma come ‘sta micragna, quando nel settore delle rinnovabili nel solo 2022 gli Usa installeranno 30 GW di solare ed eolico!” “Si, ma hanno una densità molto minore del nucleare”, spiega pazientemente Calenda.
“Ma sono sempre più di 30 TWh, più del doppio della produzione di tutte e due le Watts Bar” interviene Deus ex machina, che aggiunge: “È da prima di Chernobyl (1986) che Forbes ha denunciato il nucleare come il più clamoroso fallimento industriale degli Usa”. “E quelli ci pigliano – prosegue impietoso – visto che l’ultimo tentativo fatto dalla Westinghouse col suo AP 1000 (terza generazione ‘avanzata’) l’ha portata sull’orlo del fallimento e ha dovuto passare la mano al governo cinese, che è così divenuto operatore unico per il progetto ‘Cap 1400’ (reattore Westinghouse-Hitachi da 1400 MW)”.
“Allora, il mio reattore a Baggio me lo faccio fare dalla Francia! Me lo devono”, si stizzisce Salvini. Ma quando Calenda, che sa pure l’inglese, gli ha tradotto, e spiegato, l’articolo del Financial Times del luglio scorso sul perché l’Edf, l’ente elettrico francese, è stato nazionalizzato, il “capitano” ha stralunato un po’ gli occhi. E qualcuno gli ha sentito uscir dalle labbra: “Ma allora, tutte le enormi cifre per sanare questo casino … Recovery fund. Cioè la Ue, cioè anche noi. E siamo stati io e Orban a infilare il nucleare di Asterix e Obelix nei fondi verdi!”, mentre calde lagrime a forma di “famiglie e imprese” irrigavano il suo volto. © RIPRODUZIONE RISERVATA