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Mario Cresci e i fischietti di terracotta: l’Homo Ludens e la relazione con il tutto attraverso il gioco

di Italia Libera   
Mario Cresci e i fischietti di terracotta: l’Homo Ludens e la relazione con il tutto attraverso il...

Dall’incontro inaspettato con le variegate forme espressive dei piccoli manufatti ‘insufflate’ nell’argilla dai maestri ceramisti salentini , la spiccata sensibilità di Cresci sui linguaggi visivi mette in luce la magia dell’antica tradizione salentina attraverso oltre 30 opere fotografiche. Esposte alla mostra “Homo Ludens” in corso al Castello Carlo V di Lecce a cura di Flavia Parisi e Alice Caracciolo, saranno destinate al Museo della Ceramica di Cutrofiano. Un incontro imperdibile tra il genio della fotografia «capace di coniugare conoscenza e bellezza, ricerca sul campo ed emozione visiva» e l’arte millenaria della manipolazione dell’argilla come libertà espressiva in grado di oltrepassare − con il gioco − il mero controllo sulla materia dell’homo faber

◆ L’articolo di ANNALISA ADAMO AYMONE

► Nel 2023 Mario Cresci visita il Museo della Ceramica di Cutrofiano e, inaspettatamente, si trova davanti ad una serie di fischietti di terracotta modellati a mano negli anni Settanta da Giuseppe Colí, detto Pini Rizzu. Da questo incontro, grazie a Salvatore Matteo storico direttore del Museo, nasce un’indagine sulle forme espressive e sulla manifattura di questi piccoli oggetti. Mario Cresci si confronta così con l’homo ludens, in grado di creare una relazione con il tutto attraverso il gioco per sondare la molteplice identità delle cose, tra forme e significati, servendosi delle suggestioni offerte dalla antica produzione leccese ed in particolare dai fischietti, dalle trombette e dagli utensili usati dai maestri ceramisti cutrofianesi. L’argilla, manipolata fin dalle origini dell’umanità e plasmata per gli usi più vari – dal giocattolo infantile agli oggetti del culto – diventava parlante e viva per mezzo del fiato che l’uomo vi espirava dentro

Fu lo storico olandese Johan Huizinga ad indagare per primo la dimensione di libertà che può nascere tra l’uomo e la materia mettendo in luce che, se per l’homo faber l’importante è avere il controllo sulla materia, per l’homo ludens ciò che conta è definire una propria sfera di azione dove tutto è possibile, ripetibile e sempre diverso. Nel suo saggio “Homo Ludens” pubblicato nel 1938 Johan Huizinga scrive: «sono sempre più saldamente convinto che la civiltà umana sorge e si sviluppa nel gioco, come gioco». Il pensiero di Huizinga sovverte l’idea che il gioco nasca dalla cultura per affermare invece che “la cultura nasce in gioco”, un punto di vista con conseguenze non indifferenti se si pensa che solo dando spazio ed energia al gioco potremo veder fiorire la cultura. In definitiva ciò che non andrebbe mai dimenticato è che il gioco sta alla cultura come la radice sta alle restanti parti dell’albero

La sensibilità di Mario Cresci non poteva non cogliere l’importanza del tesoro custodito nel Museo della Ceramica di Cutrofiano e non mettere in luce, attraverso i suoi scatti, la magia dell’antica tradizione legata ai fischietti di terracotta, custoditi in tutta la loro arcana bellezza in uno spazio espositivo costruito, passo dopo passo e con orgoglio, dalla piccola comunità salentina e dal vecchio direttore Salvatore Matteo, immortalato da Cresci nello scatto fotografico più iconico della mostra ‘Homo Ludens’ attualmente in corso al Castello Carlo V di Lecce fino al 15 settembre. Al termine della mostra, che comprende fotografie a colori, documenti d’archivio dalla storica serie Misurazioni del 1979, una selezione di fischietti e documenti, il Museo riceverà tutte le opere fotografiche di Mario Cresci, i cui scatti più memorabili sono già da tempo entrati a far parte della collezione del Moma di New York e di numerosi istituti, musei, gallerie, centri di ricerca italiani ed esteri. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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