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La rete idrica “fa acqua” e l’Italia muore di sete: «Raddoppiare la capacità degli invasi interrati»

di Italia Libera   
La rete idrica “fa acqua” e l’Italia muore di sete: «Raddoppiare la capacità degli invasi interrati»

Lungo tutta la Penisola ci sono circa 15 mila bacini idrici con una capacità complessiva di stoccaggio di 13 miliardi di metri cubi d’acqua. Metà di questa potenzialità di stoccaggio è inutilizzabile a causa dei “rifiuti” che si accumulano sul fondo: terriccio, ghiaia e vegetazione. Rinunciamo così a una quantità complessiva di acqua preziosissima che corrisponde alla portata media del Po per più di cinque mesi. Da qui l’appello a tutte le forze politiche e sociali per convergere verso un programma di manutenzione straordinaria dei bacini idrici per essere utilizzati appieno, sia per immagazzinare tutta l’acqua potenziale che per produrre elettricità attraverso pannelli fotovoltaici galleggianti. Rimedi semplici, facili da attivare. Coldiretti e Associazione Nazionale Bonifiche Italiane hanno già detto Sì

◆ L’intervento di GIANNI GIROTTO

► Il genere umano, se non vuole patire enormi sofferenze, deve decidersi ad affrontare in maniera globale e sistemica il più grave dei problemi attuali, e non stiamo parlando della crisi climatica, certamente apocalittica, ma di un qualcosa che, in termini strettamente cronologici, probabilmente la anticiperà, e cioè la scarsità d’acqua potabile. In India sono centinaia gli agricoltori, con i pozzi in secca, che si sono suicidati per la vergogna di non essere stati in grado di provvedere alle loro famiglie; diversi degli “States” che costituiscono gli Usa stanno affrontando gravissime emergenze idriche, l’Europa ha le falde che continuano ad abbassarsi ed inquinarsi con sostanze chimiche, con l’Italia del Centro-Sud ancora una volta in situazione drammatica. E questo terribile elenco potrebbe continuare a lungo, anzi lunghissimo. Dall’altro lato, mezza Africa, quella più ricca d’acqua, viene letteralmente conquistata dalle grandi multinazionali e/o da altre nazioni, che in tal modo fanno incetta di questa sostanza, infinitamente più preziosa di qualunque altra cosa: l’acqua appunto. Un bieco e terribile neocolonialismo di cui ovviamente pochissimo si parla.

E nel nostro Paese? Più che una fotografia della situazione, per dipingere la quale basta fare una rapida ricerca contestualizzata, credo sia meglio concentrarsi subito sui rimedi pratici ed efficaci da attuare. Al di là del noto problema di una rete di trasporto e distribuzione idrica che “fa acqua”, purtroppo, da tutte le parti, con perdite del 36% circa, vi è un aspetto decisamente meno conosciuto e ancora meno dibattuto, quello dei bacini di raccolta. In Italia ne abbiamo infatti migliaia, con una capacità complessiva di circa 13 miliardi di metri cubi, ma purtroppo metà è inutilizzabile dal momento che la capienza di tali bacini è per metà occupata da “rifiuti”, tipicamente terriccio ghiaia e vegetazione. Questo fa sì che perdiamo una capacità di stoccaggio di circa 6,5 miliardi di metri cubi d’acqua, una quantità difficilmente immaginabile, ma di cui ci possiamo rendere conto sapendo che rappresenta la portata media del fiume Po per più di cinque mesi. Provate ad immaginare cosa succederebbe se effettivamente il Po fosse completamente asciutto per 5 mesi.

Beh, “spalmato” in tutta Italia, questo è effettivamente quanto succede, e questo prendendo in considerazione solo, appunto, i bacini idrici, che in questi decenni sono stati ben poco oggetto di manutenzione, e quindi si ritrovano a poter immagazzinare solo la metà di quanto potrebbero. Ecco allora che tutte le forze politiche e sociali devono convergere su questo semplicissimo compito: fare manutenzione dei circa 15 mila bacini idrici già esistenti in tutta Italia. E, visto che ci siamo, dotiamoli anche di pannelli fotovoltaici galleggianti, perché otterremmo un duplice beneficio: l’ombreggiatura creata dai pannelli fotovoltaici ridurrebbe considerevolmente l’evaporazione, e quindi perdita, dell’acqua, mentre viceversa i pannelli fotovoltaici, tenuti al fresco dall’acqua sottostante, produrrebbero molto di più rispetto a quelli piazzati nei tetti o nei terreni, perché la relativa elettronica funziona decisamente meglio al fresco.

Questa soluzione è già stata sposata da Coldiretti e dall’Associazione Nazionale Bonifiche Italiane, nel convegno co-organizzato (“Potenza dell’acqua”) da M5S e Pd, lo scorso 9 aprile. Ora faccio appello a tutte le altre forze politiche e sociali affinché si uniscano nel chiedere a Parlamento e Governo di facilitare queste operazioni. Prima che la sete ci colga! © RIPRODUZIONE RISERVATA

di Italia Libera   
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