L’Italia degli scandali. Abusi edilizi e speculazione: così i centri storici sono sempre in pericolo

Quando non sono gli abusi edilizi, sono i piani regolatori ad essere sacrificati alla speculazione. Lo scempio delle più belle città d’Italia è avvenuto – con rare eccezioni – costringendo alle dimissioni gli urbanisti che non si prestavano a compromessi. Un braccio di ferro che arriva a scene da film: l’architetto e urbanista Antonio Iannello passò la notte sotto la tavola del Prg di Napoli del 1972, appena approvato in Consiglio comunale. Per evitare che quel piano – dove il centro storico della città era stato salvato proprio dagli emendamenti di Iannello – venisse modificato nottetempo dalla lunga mano dei palazzinari
Il corsivetto di VITTORIO EMILIANILA SPECULAZIONE EDILIZIA più volgare e sfacciata ha aggredito nell’ultimo ventennio i nostri centri storici. Nessuno di essi, a partire dal più esteso, Roma, è stato risparmiato da questa marea di abusi edilizi. Del resto da fonti ufficiali sappiamo che Roma dentro la prima cerchia di mura è incredibilmente priva di piano regolatore e dentro quella cerchia sorgono molte delle vie e delle piazze (Navona, Montecitorio, Pantheon, ecc.) che formano la bellezza antica di Roma.
Lo stesso avviene in molte delle principali città storiche. Bologna soprattutto con Fanti e Cervellati è stata all’avanguardia in questa pianificazione e pure nella salvaguardia della collina da San Luca alla Osservanza. Torino invece ha molto presto abbandonato la propria preziosa collina alle dimore dei più ricchi, a cominciare dagli Agnelli. Per non parlare di Genova dove l’assalto speculativo verso i Forti è stato anticipato e violento.
L’attenzione rigorosa e la difesa dei centri storici sono state incisive negli anni della creazione e della prima attività di Italia Nostra e pure dell’Inu. Poi si è purtroppo indebolita aprendo varchi alla speculazione. Con episodi macroscopici a Napoli (dove Antonio Iannello arrivò a dormire sotto la tavola del Prg approvato per scongiurare spedizioni contrarie nottetempo). O a Palermo dove gli urbanisti incaricati del Prg dal sindaco Orlando si dimisero, a cominciare da Italo Insolera, perché si videro traditi nella missione concordata. O a Ferrara coi due orrendi grattacieli presso la Stazione ferroviaria alzati quando era sindaca Luisa Balboni. Aveva rappresentato una eccezione Brescia dove le amministrazioni Trebeschi e Martinazzoli avevano fatto coincidere il nuovo Prg di Leonardo Benevolo col piano dei musei comunali redatto da Andrea Emiliani su incarico della Giunta e dell’assessore Frati in particolare. Ma si trattava, appunto, di una eccezione. Anche rispetto a città storiche vicine e bellissime come Vicenza e Bergamo purtroppo meno difese dagli assalti speculativi. Come anche noi abbiamo scritto. © RIPRODUZIONE RISERVATA