L’estate dei cento festival dei ragazzi del Cinema America: buone notizie lungo lo Stivale

L’estate dei cento festival dei ragazzi del Cinema America: buone notizie lungo lo Stivale

Per lo più sono ragazzi che fanno tutto da soli, con budget piccolissimi, sostenuti (ma a volte no) dalle amministrazioni locali. Spesso sono riuniti in associazioni culturali che si occupano di attività diverse, anche se per molte ormai il festival è normalmente l’evento principale. Con questo schema sono andati avanti per anni festival “storici” come lo Short Film Festival di Trieste e quelli più recenti di Ca’ Foscari a Venezia, di Santa Marinella a nord di Roma, di Montecatini in Toscana, di Forlì, Cortina, Ancona, Rimini e altri tra i quali quelli di Amantea in Calabria e di Cisterna di Latina nel Lazio. Qui si è da poco concluso il Cisterna Film Festival animato dai ragazzi di MOBilitazioni artistiche. Quello di Amantea è oggi uno dei maggiori festival del cortometraggio in Italia: tornerà dal 7 al 12 agosto per confermarsi nella sua decennale missione di «riportare il cinema alla gente e la gente al cinema»

L’articolo di CESARE PROTETTÌ
TORNANO AD APRIRSI in tutta Italia le arene estive gestite da quelli che sono stati ribattezzati “i ragazzi del Cinema America”, sulla scorta dell’esperienza contagiosa dei ragazzi (ventenni) che a Roma, nel 2012, hanno salvato dalla demolizione l’omonimo cinema e poi hanno proposto arene estive gratuite e riaperto il cinema Troisi a Trastevere. «Sono tanti e sono ovunque in Italia», ha scritto Giulia Echites su La Repubblica. «Hanno nomi diversi, ma si danno da fare per lo stesso obiettivo: portare il cinema nelle piazze, raccontare storie e creare socialità. I ragazzi del Cinema America oggi sono tutti quei giovani impegnati a organizzare festival e rassegne cinematografiche da nord a sud Italia, talvolta in borghi bellissimi di qualche migliaio di abitanti. I volontari scelgono un tema, selezionano i film da ammettere in concorso, curano gli aspetti tecnici, rendono arene, rocche, castelli e piazze sale cinematografiche naturali».

Per lo più sono ragazzi che fanno tutto da soli, con budget piccolissimi, sostenuti (ma a volte no) dalle amministrazioni locali. Spesso sono riuniti in associazioni culturali che si occupano di attività diverse, anche se per molte ormai il festival è normalmente l’evento principale. Con questo schema sono andati avanti per anni festival “storici” come lo Short Film Festival di Trieste e come quelli, più recenti, di Ca’ Foscari a Venezia, di Santa Marinella a nord di Roma, di Montecatini in Toscana, di Forlì, Cortina, Ancona, Rimini e molti altri tra i quali quelli di Amantea in Calabria e di Cisterna di Latina nel Lazio.

Ad Amantea, piccolo centro della costa tirrenica calabrese, l’associazione culturale promotrice del festival si chiama Guarimba, che nel linguaggio degli indios venezuelani significa “posto sicuro”; a Cisterna di Latina, popolosa cittadina laziale (37mila abitanti) senza un cinema da 40 anni, ma con un benessere diffuso dovuto alla massiccia e redditizia coltivazione del kiwi, si chiama MOBilitazioni artistiche. Quello di Amantea è oggi uno dei maggiori festival del cortometraggio in Italia: tornerà dal 7 al 12 agosto per confermarsi nella sua decennale missione di «riportare il cinema alla gente e la gente al cinema». La Guarimba, fondata da due ventenni — spiegano i giovani promotori — è una storia di emigrazione al contrario: il ritorno in terra calabra per investire e costruire il futuro con la realizzazione di un festival di cinema. L’associazione ha rappresentato la voce e le braccia di tante battaglie di civiltà, realizzando progetti di riqualificazione urbana negli spazi abbandonati ad Amantea, impegnandosi nella lotta alla discriminazione sociale e razziale, inaugurando spazi comunitari in un paese senza luoghi dedicati alla cultura e all’aggregazione, creando programmi di formazione cinematografica per i ragazzi delle scuole della Calabria e della Puglia e per giovani registi internazionali, portando una rassegna itinerante di cinema migrante nelle cinque provincie calabresi. 

Cisterna Film Festival (22-24 luglio), i ragazzi di MOBilitazioni artistiche, guidati dalla presidente Marianna Cozzuto, direttrice organizzativa, portano vitalità e cultura in una città dove l’ultimo cinema, il “Luiselli”, è stato chiuso da otto lustri dopo che negli ultimi anni della sua esistenza aveva ormai una programmazione trash, fatta di film di serie Z. Due generazioni sono cresciute qui senza film di qualità, senza stimoli che fanno riflettere, conoscere, discutere. Da otto anni, però, qui il festival internazionale dei corti porta un’atmosfera nuova, di creatività e cultura. Il direttore artistico è Cristian Scardigno, orgoglioso per la scelta dei “corti” (alcuni provenienti da manifestazioni come Cannes, Venezia e Locarno) e soprattutto per il fatto che quest’anno il 50% dei film in concorso a Cisterna era diretto da donne. Ad aprire le serate sono stati i cortometraggi della sezione Focus On Croatia, organizzata in collaborazione con il Croatian Audiovisual Center (Hrvatski Audiovizualni Centar). Prima di ogni proiezione nella corte dello storico Palazzo Caetani, davanti a un pubblico di tutte le età, numeroso e attento, sono state organizzate presentazioni di libri da poco usciti: Una persona alla volta, del compianto Gino Strada, Monica Vitti, di Cristina Borsatti (Giunti editore) e due libri dedicati a Steven Spielberg (Bigger Boat e Blinded by the light, ed. Bakemono Lab) di Emanuele Rauco. Spazio anche alle mostre d’arte: quest’anno intrigante quella intitolata “Persona”, di Emanuele Manco, anche lui molto giovane (è sua la foto del manifesto di quest’anno del Festival), con all’attivo due mostre in Francia, a Parigi e ad Arles, e collaborazioni artistiche con Warner Bros, Walt Disney, Rai 5, Italia 1 e Fondazione Cinema per Roma.

Per la cronaca, la giuria composta da Francesco Di Pierro (direttore della fotografia), Adriano Della Starza (docente e youtuber), Cristina Borsatti (sceneggiatrice e scrittrice) e Karla Bacic-Jelincic (promotrice cinematografica per il Croatian Audiovisual Centre) ha scelto come miglior film il cortometraggio Warsha di Dania Bdeir, un film selezionato anche per il Festival di Amantea di agosto 2022: il protagonista è Mohammad, un muratore di Beirut che un giorno si offre di salire su una delle gru più alte e pericolose di tutto il Libano.  Da lassù riesce finalmente ad esprimere la sua passione segreta e a ritrovare la sua libertà. Al protagonista del corto, Khansa, è andato il Premio MOBilitazioni Artistiche per il miglior interprete. Il Gran Premio della Giuria per la miglior regia è stato vinto da Valerio Vestoso per il corto Le buone maniere. 

Menzione speciale, tra le altre, per la sceneggiatura di La Banyera diretto da Sergio Martì, che ha vinto anche il Premio del pubblico: una piccola ma intensa storia che ha per teatro una vasca da bagno vintage dalla quale il protagonista risponde incautamente alla telefonata di Klara, giovane operatrice di un call center. Tra i voti del pubblico c’era anche il mio: La Banyera mi è piaciuto molto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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