La crisi dei partiti, della politica, della democrazia. Cosa è successo, la soluzione che non c’è
La Costituzione aveva tracciato il percorso, ma di quel percorso si è persa la traccia. Il confuso movimentismo, la pretesa di Grillo di aprire il Parlamento come una scatola di sardine (o di tonno, a seconda del comizio), sono la risposta sbagliata a una democrazia messa all’angolo dalla dilagante corruzione. Ma purtroppo non brilla neanche la cultura politica dei cittadini
Il corsivetto di VITTORIO EMILIANI
SI SONO DETERMINATI scenari in Italia molto lontani dalla concezione della democrazia che avevamo derivato dalla Costituzione repubblicana del 1947. Con una confusione di ruoli che ci ha tolto ogni chiarezza privilegiando un convulso e confuso movimentismo.
L’attività del Parlamento per prima ne è stata investita a cominciare dalla pretesa di Grillo di aprirlo come una scatola di sardine. Il movimentismo può funzionare da acceleratore per la democrazia, ma può ingenerare anche pericolose e velleitarie ambizioni.
Per decenni nella Prima Repubblica i partiti hanno costituito l’impalcatura sulla quale costruire la politica a medio e lungo termine. La corruzione dilagata nonostante il finanziamento pubblico dei partiti ha minato e fatto marcire alle radici l’intero sistema con scandali a ripetizione e processi per tangenti che proprio il finanziamento pubblico doveva nelle intenzioni scongiurare.
Questo il nodo strategico di una crisi, di una caduta di credibilità per ora senza fine né soluzione. Se non lo sciogliamo in positivo il Paese intero galleggerà in modo permanente senza che si formi una solida base di fiducia dei cittadini la cui cultura politica democratica rimane purtroppo, lo sappiamo bene, deficitaria. © RIPRODUZIONE RISERVATA