La campagna elettorale di Meloni, Salvini, Berlusconi: il gas di Putin e il Papeete

La campagna elettorale di Meloni, Salvini, Berlusconi: il gas di Putin e il Papeete

Divisi su tutto, dall’atlantismo all’europeismo, il nostro due comico Meloni-Salvini si trova invece perfettamente in sintonia nello spingere Mario Draghi in due direzioni opposte: in primis (e assolutamente prima delle elezioni) allentare senza freni i cordoni della borsa finanziando in deficit un sostanzioso ristoro per il caro bollette da dare a cittadini e imprese colpiti dai rincari del gas di Putin e dal cinismo degli amici olandesi che si stanno arricchendo a danno dell’Europa. Così da poter dire ad elezioni passate: “non è farina del nostro sacco… è stato Draghi ad indebitare il Paese”

Il corsivo di D’ARTAGNAN

OGNI GIORNO CHE passa la campagna elettorale del centrodestra somiglia sempre più ad una farsa. Parafrasando Jean Tardieu, poeta sperimentatore del teatro francese dello scorso secolo, potremmo dire che “sarebbe comica se non fosse tragica”. Se ne sono accorti tutti, anche il direttore di “Repubblica” Maurizio Molinari che da ieri l’ha presa a ridere inaugurando una rubrica settimanale di comics aperta da “Italia flambé” della mitica matita di Ellekappa, con protagonisti i due veri contendenti della partita che si giocherà nelle urne il 25 settembre più prossimo che venturo: Giorgia Meloni e Matteo Salvini. 

Al di là delle godibilissime strisce di Ellekappa, i due prodi (iniziale minuscola) della destra più sovranista e populista che c’è, in attesa di farci piangere lacrime amare, nei fatti riescono a farci ridere più delle comiche di altre coppie celebri come Stanlio e Ollio o Gianni e Pinotto. 

Divisi su tutto, dall’atlantismo all’europeismo, il nostro due comico Meloni-Salvini si trova invece perfettamente in sintonia nello spingere Mario Draghi in due direzioni opposte: in primis (e assolutamente prima delle elezioni) allentare senza freni i cordoni della borsa finanziando in deficit un sostanzioso ristoro per il caro bollette da dare a cittadini e imprese colpiti dai rincari del gas di Putin e dal cinismo degli amici olandesi che si stanno arricchendo a danno dell’Europa. Così da poter dire ad elezioni passate: “non è farina del nostro sacco… è stato Draghi ad indebitare il Paese”.

Il secondo punto dell’agenda elettorale del duo comico riguarda il Papeete e gli altri stabilimenti balneari del Bel Paese. Ecco, di questa cosa è meglio che Draghi non se ne occupi. È una cosa troppo seria per essere affrontata da un Governo tecnico e per di più in carica per la normale amministrazione. “Ai balneari ci penseremo noi dopo il 25 settembre”. E il cavaliere sta a guardare.

Meditate gente, meditate. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Aiutaci a restare liberi