Il regalo di nozze della Corte costituzionale a Solinas: “La legge salvacoste della Sardegna non si tocca”

In base alla legge regionale “cassata” dal Giudice delle leggi, la Giunta regionale Solinas avrebbe potuto rivedere a proprio piacimento la disciplina contenuta nel piano paesaggistico nella fascia costiera, nelle aree agricole e in relazione ai beni identitari, per esempio aumentando volumetrie ed eliminando norme di conservazione integrale, come più volte annunciato. Una “interpretazione autentica” della legge Soru (di rilevanza costituzionale) congegnata dalla Giunta “sardo-leghista” ad uso e consumo degli assalti speculativi al patrimonio paesaggistico della Sardegna. La folle interpretazione era stata impugnata dal Governo Draghi su sollecitazione dell’associazione di tutela ambientale “Gruppo di Intervento Giuridico”
L’articolo di STEFANO DELIPERI, presidente Grig (Gruppo di intervento giuridico)
IL PRESIDENTE DELLA Regione autonoma della Sardegna Christian Solinas si è sposato (auguri!) e la Corte costituzionale gli ha fatto un regalo di nozze. Contemporaneamente, la Corte ha fatto un bel regalo di Natale a tutte le persone che credono che il futuro sia nella salvaguardia dell’ambiente, il bene più prezioso che ha la Sardegna. Difatti, con la sentenza n. 257, depositata il 23 dicembre 2021, la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo l’art. 1 della legge regionale 13 luglio 2020, n. 21, che avrebbe consentito, attraverso un’assurda interpretazione autentica fatta dall’attuale Giunta regionale, la riscrittura del piano paesaggistico regionale (P.P.R.) approvato nel 2006 (cioè 15 anni fa) nelle sue parti fondamentali.
In estrema sintesi. In base alla legge regionale “cassata” l’Amministrazione regionale Solinas avrebbe potuto rivedere a proprio piacimento la disciplina contenuta nel piano paesaggistico nella fascia costiera, nelle aree agricole e in relazione ai beni identitari, per esempio aumentando volumetrie ed eliminando norme di conservazione integrale, come più volte annunciato. Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) aveva sollecitato l’impugnazione governativa con una specifica istanza (11 luglio 2020) che ha contribuito al successivo ricorso da parte del Governo Draghi. Ha, inoltre, promosso la petizione per la salvaguardia delle coste sarde finalizzata al mantenimento dei vincoli di inedificabilità costieri nella fascia dei 300 metri dalla battigia marina, stabiliti dalle normative vigenti e dalla disciplina del Piano paesaggistico regionale (P.P.R.), sottoscritta da più di 39 mila cittadini.
Il Piano paesaggistico regionale, a suo tempo (2006) approvato dall’Amministrazione regionale guidata da Renato Soru, è stato il primo a esser approvato ed è tuttora uno dei pochi piani paesaggistici a livello nazionale in linea con i contenuti del Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.). Un vero e proprio punto di riferimento nazionale per la buona gestione del territorio. La Giunta Solinas ha finora offerto, invece, solo pessimi esempi di politica ambientale (e la pagella in proposito è ampiamente meritata): norme illegittime adottate per favorire interessi particolari, finite tutte davanti alla Corte costituzionale come avvenuto per le leggi regionali sarde scempia-coste concernenti gli incrementi volumetrici nelle zone costiere e in quelle agricole (legge regionale n. 1/2021), la privatizzazione strisciante delle spiagge mediante permanenza di chioschi e altre strutture balneari (la legge regionale 21 febbraio 2020, n. 3), l’ennesima illegittima proroga del cosiddetto piano casa (la legge regionale 24 giugno 2020, n. 17) e riguardo l’interpretazione autentica (legge regionale 13 luglio 2020, n. 21) che avrebbe consentito — come già detto — la riscrittura del Piano paesaggistico nelle sue parti fondamentali.
Inoltre, Lo scorso 21 giugno 2021 la Giunta Solinas ha proposto ricorso per conflitto di attribuzioni avverso lo Stato, contestando l’applicazione delle competenze statali in materia di tutela del paesaggio. In proposito, il GrIG ha inoltrato (26 luglio 2021) alla Corte costituzionale una specifica memoria, liberamente valutabile, come la recente normativa sui giudizi davanti alla Corte costituzionale consente, a sostegno della legittimità dell’esercizio delle competenze statali in materia di tutela del paesaggio e di pianificazione territoriale paesistica. Con decreto presidenziale del 9 settembre 2021, l’opinione scritta è stata ammessa in giudizio.
La giurisprudenza costituzionale in materia è chiara e univoca: la competenza in materia di tutela del paesaggio e dell’ambiente è in capo allo Stato e l’attività di predisposizione dei piani paesaggistici, assegnata alle Regioni e alle Province autonome, deve necessariamente essere condotta mediante procedure di coinvolgimento incisivo e concreto (cosiddetta copianificazione) delle strutture del ministero della Cultura. La Corte costituzionale, con sentenza n. 101 del 20 maggio 2021, aveva già dichiarato illegittima la norma regionale (art. 2, comma 1°, lettera a, della legge regionale Sardegna n. 3 del 21 febbraio 2020) che, a semplice domanda del concessionario, consentiva la permanenza di chioschi e stabilimenti sulle spiagge della Sardegna, una vera e propria privatizzazione strisciante dei litorali. Ora la sentenza n. 257 del 23 dicembre 2021 ha dichiarato illegittima anche la folle interpretazione autentica del Piano paesaggistico regionale..
Attendiamo con serenità le prossime pronunce del Giudice delle Leggi. Abbiamo difeso, difendiamo e difenderemo la nostra Terra, millimetro per millimetro. Ne stiano certi. © RIPRODUZIONE RISERVATA