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Il piano europeo per il mondo che ha fame. “Soccorso alimentare” tra guerre e siccità

di Italia Libera   
Il piano europeo per il mondo che ha fame. “Soccorso alimentare” tra guerre e siccità

L’invasione dell’Ucraina ha amplificato la tragedia della fame del mondo, perché si è interrotta la catena dei rifornimenti, a cominciare dal grano prodotto da Kiev. Ma l’Unione europea sta facendo la sua parte. La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è stata esplicita: “La guerra della Russia in Ucraina sta avendo un effetto importante sui rifornimenti alimentari globali. Paesi che erano già vulnerabili agli choc alimentari sono stati messi in una situazione drammatica”

L’analisi di GIORGIO DE ROSSI

I 27 PAESI dell’Ue stanno coordinando azioni per aiutare le persone a far fronte all’impennata dei prezzi e fornire assistenza alle popolazioni più povere della terra. A tale proposito la Presidente Ursula von der Leyen ha dichiarato: «La guerra della Russia in Ucraina sta avendo un effetto importante sull’approvvigionamento alimentare globale. Paesi che erano già vulnerabili agli shock alimentari sono stati messi in una situazione drammatica. Dobbiamo agire per evitare la carestia in alcune delle aree più povere del mondo. L’Ue sta dalla parte dei Paesi più vulnerabili e oggi estende il suo sostegno a coloro che ne hanno bisogno». La Commissione ha quindi intensificato gli aiuti alle persone più colpite dagli effetti devastanti della crescente insicurezza alimentare a livello globale varando un pacchetto di sussidi umanitari di 210 milioni di euro da fornire a 15 Paesi per soddisfare le loro sempre maggiori esigenze nutrizionali e non solo. Ciò ha portato il contributo complessivo dell’Unione Europea, stanziato per la sicurezza alimentare mondiale, a 8 miliardi di euro da spendere tra il 2020 e il 2024. Lo scorso anno la crisi alimentare ha raggiunto livelli senza precedenti, sia in termini di portata che di gravità, con almeno 205 milioni di persone in condizioni di insicurezza estrema e tali da necessitare un urgente soccorso.

L’assistenza umanitaria finanziata dall’Ue viene fornita in partenariato con le Agenzie delle Nazioni Unite e le Organizzazioni internazionali e copre numerosi settori di intervento quali: cibo e nutrizione, alloggio, sanità, acqua, servizi igienico-sanitari e istruzione. L’insicurezza alimentare ha seguìto una tendenza allarmante negli ultimi 5 anni, principalmente a causa di conflitti, shock economici (molti dei quali associati agli effetti del Covid-19) e cambiamenti climatici. L’invasione russa dell’Ucraina ha esacerbato drammaticamente la situazione a causa del suo impatto sui prezzi di alimenti, energia e fertilizzanti, nonché per le interruzioni della catena di approvvigionamento. Paesi come Afghanistan, Etiopia, Nigeria, Sud Sudan, Somalia e Yemen restano a rischio carestia.

Il finanziamento viene erogato come segue: Africa occidentale e centrale: 2 milioni di euro in Burkina Faso, 1 milione di euro in Mali, 2 milioni di euro in Niger, 1 milione di euro in Ciad e 4 milioni di euro nella Repubblica centrafricana forniranno aiuti, oltre che per l’alimentazione, anche per la protezione, la nutrizione ed il sostentamento. Africa orientale e meridionale: 9 milioni di euro in Sudan aiuteranno le popolazioni colpite con la fornitura di servizi di emergenza di base salvavita e assistenza alla protezione; 6 milioni di euro in Sud Sudan contribuiranno a potenziare la risposta umanitaria emergenziale; 10 milioni di euro in Etiopia saranno destinati alla sicurezza alimentare di criticità, all’assistenza ai mezzi di sussistenza, alla nutrizione, all’acqua e ai servizi igienico-sanitari; 10 milioni di euro in Somalia saranno prioritariamente destinati ai gruppi di popolazione più vulnerabili. Medio Oriente: 35 milioni di euro nello Yemen forniranno assistenza alimentare ai più indifesi nel nord e nel sud del Paese; 15 milioni di euro in Siria sosterranno i più bisognosi di aiuti alimentari colpiti recentemente dai devastanti eventi sismici; 5 milioni di euro in Libano sosterranno i rifugiati per soddisfare i loro bisogni primari; 75 milioni di euro per la crisi regionale afgana serviranno a fronteggiare una drammatica situazione alimentare che riguarda circa 24 milioni di persone bisognose, sia per le esigenze legate all’inverno, quanto ai terremoti che hanno colpito il Paese. America Latina: 30 milioni di euro per la crisi regionale in Venezuela, in Colombia, Ecuador e Perù destinati ai bisogni più urgenti della popolazione; 5 milioni di euro nel “Corridoio Asciutto” dell’America Centrale contribuiranno all’alimentazione, alla nutrizione, alla salute, all’acqua, ai servizi igienico-sanitari e alla protezione.

La Commissione europea ha stanziato altri 175 milioni di euro in assistenza umanitaria per sostenere i più bisognosi in Ucraina e Moldavia. Inoltre, sono stati assegnati 10 milioni di euro al Pakistan per rispondere alle inondazioni improvvise che hanno avuto un grande impatto sul cibo, la nutrizione e i mezzi di sussistenza delle comunità colpite. In aggiunta ai predetti finanziamenti, una delle principali priorità per i Paesi dell’Ue nel far fronte alla crescente insicurezza alimentare è stata quella di aiutare l’Ucraina ad esportare la sua produzione agricola, che è stata gravemente compromessa dall’invasione russa. L’Ucraina, infatti, è uno dei principali produttori ed esportatori di alimenti di base come il frumento e il granturco. Tra il 2016 e il 2021 circa il 90% delle sue esportazioni di frumento è stato destinato all’Africa e all’Asia, contribuendo alla sicurezza alimentare in alcune delle regioni più svantaggiate del mondo. Con il blocco dei porti ucraini da parte della Russia dall’inizio della guerra, circa 20 milioni di tonnellate di cereali sono rimaste stoccate nei magazzini sulle coste del Mar Nero. Nel maggio 2022 la Commissione europea ha presentato un piano d’azione per creare corridoi di solidarietà Ue-Ucraina. L’obiettivo era quello di predisporre rotte terrestri alternative allo scopo di aiutare l’Ucraina ad esportare i suoi prodotti agricoli:

fornendo materiale rotabile, navi e camion per il trasporto merci; utilizzando in modo più efficace la capacità esistente delle reti di trasporto e dei terminali di trasbordo; semplificando e accelerando le operazioni doganali e consentendo l’immagazzinamento delle merci sul territorio dell’Ue.

Il 22 luglio 2022, grazie all’intervento del Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, l’Onu e la Turchia hanno negoziato un accordo con la Russia per aprire un corridoio umanitario marittimo sicuro nel Mar Nero, nell’ambito della cosiddetta “Black Sea Grain Initiative” (Iniziativa sui cereali del Mar Nero). Da allora oltre 600 navi piene di cereali e altri prodotti alimentari hanno lasciato tre porti ucraini: Chornomorsk, Odessa e Yuzhny/Pivdennyi. Dal 17 gennaio 2023 oltre 18 milioni di tonnellate di cereali, semi oleosi e altri prodotti alimentari ucraini sono stati esportati attraverso i corridoi di solidarietà. Il 46% del carico era costituito da granturco, il cereale più colpito dai blocchi nei granai ucraini all’inizio della guerra: doveva essere spostato rapidamente per fare spazio al grano proveniente dalla raccolta estiva; il 28% da grano, il 13% da semi di girasole ed il 13% da altri beni commestibili. Circa la destinazione dei prodotti, il 65 % del grano esportato attraverso l’iniziativa sui cereali del Mar Nero ha raggiunto i Paesi in via di sviluppo. Il 24 febbraio u.s., in occasione del primo anniversario dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, il ministero degli Esteri cinese ha pubblicato un documento in 12 punti: al punto 9 viene esplicitamente espressa la “necessità di garantire l’esportazione di grano. Tutte le parti dovrebbero attuare l’accordo sul trasporto di cereali nel Mar Nero firmato da Russia, Turchia, Ucraina e Nazioni Unite in modo equilibrato, completo ed efficace e sostenere le Nazioni Unite affinché svolgano un ruolo importante in tal senso. L’iniziativa di cooperazione internazionale per la sicurezza alimentare proposta dalla Cina fornisce una soluzione fattibile alla crisi alimentare globale”.

Alla luce della drammatica situazione della sicurezza alimentare e dei prezzi elevati dei prodotti commestibili, dopo due anni di pandemia di Covid-19 e a fronte delle conseguenze della guerra in Ucraina, la Commissione si è impegnata attivamente in otto azioni di sostegno alla trasformazione dei sistemi alimentari mondiali, proseguendo il percorso della strategia “dal produttore al consumatore”. “Food is never waste” (Il cibo non è mai un rifiuto) sostiene i Paesi nello sviluppo di una serie di interventi che vanno da politiche e regolamentazioni a iniziative volontarie, per dimezzare gli sprechi alimentari entro il 2030 e ridurre le perdite alimentari di almeno il 25 %.

“Healthy Diets from Sustainable Food Systems for Children & all” (Diete sane basate su sistemi alimentari sostenibili per i bambini e per tutti) affronterà tre questioni: la malnutrizione in tutte le sue forme, i prodotti alimentari non sicuri e l’impatto ambientale della produzione alimentare. Promuoverà diete alimentari sane con una quota maggiore di prodotti di origine vegetale. “School Meals Coalition” (La coalizione per i pasti scolastici) si concentrerà sull’ampliamento dei programmi per i pasti scolastici e sul miglioramento della loro qualità in tutto il mondo. Il progetto mira a creare un collegamento tra i pasti scolastici e la fornitura di prodotti alimentari sani provenienti dagli agricoltori locali; esso ritiene che una migliore alimentazione scolastica possa avere un effetto positivo sui tassi d’iscrizione e sulla frequenza scolastica. “Aquatic and Blue Foods” (Alimenti d’acqua dolce e di mare) è volto a realizzare il potenziale dei prodotti alimentari di origine acquatica sostenibili (pesci, molluschi, piante acquatiche ed alghe, pescati o coltivati in acqua dolce o in ecosistemi marini) per contribuire a porre fine alla malnutrizione e a costruire sistemi alimentari rispettosi della natura, equi e resilienti. “Agro-ecology” (L’agroecologia) mira ad aumentare gradualmente le pratiche agroecologiche e le catene del valore ponendo l’accento sul sostegno all’innovazione. • “Zero Hunger (Fame zero) contribuirà alla riduzione della fame con investimenti sui mezzi di sussistenza delle piccole aziende agricole, come la partecipazione alle organizzazioni di agricoltori, i servizi di divulgazione per le agricoltrici, i programmi professionali per la gioventù rurale, la conservazione e le catene del freddo. “Fighting food crises along the Humanitarian-Development-Peace nexus” (Lotta contro le crisi alimentari attraverso il nesso azione umanitaria-sviluppo-pace) intende creare condizioni e strutture resilienti dei sistemi alimentari in contesti fragili, come l’azione preventiva e lo sviluppo di sistemi di protezione. “Sustainable Productivity Growth” (Crescita sostenibile della produttività) si concentra sulla tecnologia e l’innovazione per incrementare la produttività agricola, affrontando nel contempo le sfide poste dai cambiamenti climatici.

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