Il francobollo per Maffeo Pantaleoni, bis del ministro post fascista Urso per un altro feroce antisemita
Le “cento camicie nere” autorizzate dal governo Meloni a manifestare nel centro di Bologna non sono solo una “provocazione” alla vigilia del rinnovo del Consiglio regionale. La presidente del Consiglio Meloni mena apertamente il can per l’aia contro il sindaco della città Lepore, che li ha chiamati con l’appellativo appropriato, mentre le camicie brune di Casa Pound rivendicano apertamente di essere «i fascisti del Terzo millennio», spesso in combutta con Salvini (quello delle «zecche rosse»). Il cui uomo di fiducia nel ministero dell’Interno, Matteo Piantedosi, ne prosegue le gesta anche per il corteo autorizzato sabato scorso a due passi dalla Stazione fatta saltare in aria dai neofascisti. E un altro ministro, Adolfo Urso, di origini missine come la presidente Meloni, dà continuità alla riabilitazione storica di foschi fascisti “onorandoli” con francobolli commemorativi. L’ultimo per Maffeo Pantaleoni, instancabile diffusore dei Protocolli dei savi di Sion su cui si è basata la propaganda antisemita che sfocerà poi nelle leggi razziali e nella Shoah. In questa riflessione Alfredo Antonaros si chiede perché le comunità ebraiche italiane tacciono sui governanti neo e post fascisti, o solo fascistoidi, diretti discendenti di Salò. L’appoggio a Netanyahu giustifica tutto?
◆ Il commento di ALFREDO T. ANTONAROS
► Il 10 Giugno di quest’anno un altro francobollo. È uscito in occasione del centenario della morte di Matteotti. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha emesso l’affrancatura commemorativa dedicata al martire antifascista, realizzata su bozzetto di Matias Hermo. Poi, per evitare che qualcuno sospettasse che il ministero si stesse spostando troppo a sinistra col ricordo del delitto del deputato socialista massacrato dai fascisti, si è subito provveduto a stampare un nuovo francobollo, dedicato questa volta allo squadrista Italo Foschi, a 140 anni dalla nascita. Il personaggio è stato un fervente estimatore dell’assassino di Giacomo Matteotti, Amerigo Dumini, da lui definito «un eroe, degno di tutta la nostra ammirazione». Foschi, annoverato tra i responsabili della persecuzione degli ebrei in Veneto durante la Repubblica sociale italiana, era seguace del gerarca Roberto Farinacci (che lo volle come federale di Roma) ed è stato il capo della squadraccia che ha devastato la casa dell’ex premier Francesco Saverio Nitti e le redazioni di vari giornali. Tra i suoi meriti anche quello di essere stato persino cacciato dal Partito nazionale fascista per “eccesso di squadrismo” (pistola e manganello erano i suo attrezzi di svago e di lavoro) anche se fu poi presto reintegrato nel partito.
Sempre per iniziativa del ministero delle Imprese e del Made in Italy dell’attuale governo, retto dal post-missino Alfredo Urso, l’emissione di un nuovo francobollo dedicato aIl’economista Maffeo Pantaleoni, fascista pure lui ma soprattutto antisemita fanatico, instancabile diffusore dei Protocolli dei savi di Sion su cui si è basata la propaganda antisemita che sfocerà poi nelle leggi razziali e nella Shoah. Attraverso la rivista «La Vita italiana», tra il 1915 e il 1924, Pantaleoni è stato il motore di quella campagna antiebraica diventata uno degli ingredienti essenziali dell’ideologia che ha portato Mussolini al potere.
Di fronte a questi fatti gravi sarebbe bene che anche le comunità ebraiche italiane, invece di tacere e di fingere di non vedere, si esprimessero con chiarezza e senza alcuna ambiguità. L’attuale governo, e le forze che lo sostengono, fanno gioco sulla loro marcata e acritica posizione filoisraeliana per rendere l’ebraismo italiano contemporaneo condiscendente e tollerante verso le destre. Il governo Meloni sfrutta questa situazione per nascondere l’antisemitismo che invece cova da sempre all’ interno della parte politica cui appartiene, visione oggi rafforzata da posizioni islamofobe che s’impastano saldamente con le dure campagne contro gli immigrati (deportati oggi come un tempo si deportavano altre minoranze).
Il risultato è che un ebraismo italiano, concentrato unicamente sulla difesa dello stato di Israele, sta completamente trascurando i sempre più frequenti segnali di quell’antisemitismo che da sempre s’annida nel cuore delle destre di tutto il mondo. Soprattutto oggi che teste rasate e il peggiore antisemitismo sente di potere alzare la testa e colpire dopo che Paesi Bassi, in Croazia, Finlandia, Ungheria, Italia, Slovacchia, Svezia e Austria hanno governi sostenuti dalla destra radicale. Un panorama certamente inquietante che dovrebbe obbligare ad allarmarsi. Invece l’urgenza della difesa ad oltranza del governo Netanyahu e dell’esercito di Israele sembra aver assunto, nella comunità ebraica italiana, un peso assai più importante della preoccupazione che si dovrebbe avere per un Paese gestito da governanti neo e post fascisti, o solo fascistoidi, diretti discendenti di Salò. Tutti signori che, se c’è da pensare a un francobollo, non perdono l’occasione per dedicarlo senza alcuna remora ad antisemiti dichiarati e a picchiatori fascisti. Col rischio che, prima o poi, dai francobolli si scivoli su qualcosa di molto più serio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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