Il Delta del Po sfratta i suoi lupi di pianura: cacciano le nutrie che il governo vuole abbattere

Il Delta del Po sfratta i suoi lupi di pianura: cacciano le nutrie che il governo vuole abbattere

In Emilia Romagna i tanti bacini artificiali, nati per accogliere le acque di piena, sono diventati dei luoghi di rifugio e sosta per la fauna selvatica come gli uccelli stanziali e migratori dando luce all’Oasi naturalistica di Valle Santa e Campotto inserita sotto la tutela del Parco del Delta del Po, Regione Emilia-Romagna. Anche i lupi hanno scelto questi luoghi per costruire la propria tana. Si adattano. Cacciano di notte, furtivamente cibandosi soprattutto di nutrie (un grasso roditore di cui i lupi vanno particolarmente ghiotti). A Comacchio il Parco ha tenuto una conferenza dedicata a questi animali che riescono a sopravvivere negli ambienti urbanizzati (e ad agricoltura intensiva) della pianura padana. Purtroppo il governo ha deciso di spendere 15 milioni di euro nei prossimi tre anni per abbattere gli animali non autoctoni. Ciò priverà i lupi di pianura della loro principale fonte di sostentamento

L’articolo di ANGELO GANDOLFI, da Comacchio 
HOMO SAPIENS É quello strano animale che ha la pretesa di modificare l’ambiente per “migliorarlo”. Spesso combina invece disastri, per esempio quando restringe i fiumi, colma avvallamenti e bonifica paludi per trarne nuovi terreni agricoli. Inevitabilmente, dopo qualche anno le acque non trovano più i loro sfoghi naturali e arrivano le alluvioni. A volte è necessario correre ai ripari e scavare nuovamente qualche bacino artificiale che sia in grado di irreggimentare le acque di piena.

In Emilia Romagna il compito di assicurare la gestione sostenibile dell’acqua di pioggia viene svolto dal Consorzio della Bonifica Renana. In questo modo sono nate le “casse di espansione” delle valli di Argenta. Nel tempo questi bacini artificiali, che hanno tuttora il compito principale di accogliere le acque di piena, sono naturalmente evoluti in luoghi di rifugio e sosta per molta fauna, soprattutto per gli uccelli stanziali e migratori. È così nata l’Oasi naturalistica di Valle Santa e Campotto, che ha anche la tutela del Parco del Delta del Po, Regione Emilia-Romagna. Ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare che questo luogo potesse diventare una tana per lupi!

Sono andato volentieri a Comacchio ad assistere alla conferenza che il Parco ha recentemente dedicato a questi lupi che riescono a sopravvivere negli ambienti urbanizzati  — e ad agricoltura intensiva — della pianura padana. Si adattano. Cacciano di notte, furtivamente. Sono ghiotti di nutrie: grassi roditori più o meno grandi come marmotte, che da tempo frequentano fiumi, rogge e canali artificiali della pianura. I lupi hanno percorso tutta l’asta del Po, forse in parte provenienti dalle Alpi, forse in parte direttamente dall’Appennino emiliano, attraversando campi coltivati e autostrade. Si trovano così bene che nel 2020 e 2021 la coppia insediatasi nell’oasi ha prodotto molti cuccioli. 

Tutto bene, dunque? Purtroppo per loro, il governo ha deciso di spendere 15 milioni di euro nei prossimi tre anni per abbattere gli animali non autoctoni. E la nutria, si sa, è un immigrato (suo malgrado) sudamericano. Ciò priverà i lupi di pianura della loro principale fonte di sostentamento. Homo sapiens, si sa, non rinuncia mai alla sua pretesa di “migliorare” l’ambiente. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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