Il capitolo della mafia dei colletti bianchi resta aperto anche dopo la cattura di Messina Denaro

Oggi prosperano, al di fuori del sistema bancario tradizionale, in banche e finanziarie private, traffici di denaro “sporco” provenienti dalla penetrazione al Nord di cosche criminali che tendono a far proprio i territori più ricchi e avanzati del Paese sul piano agricolo, industriale e terziario con una forte componente (vedi Modena con le piastrelle) di export. Il caso di Modena è esemplare per l’intero Nord appetito daĺle “famiglie” mafiose, in specie dalle più potenti e ramificate, cioè da quelle della n’drangheta. Con forti legami anche all’estero per il traffico internazionale di droga. A questo apparato come reagisce lo Stato italiano? In modo quanto meno inadeguato per personale messo in campo, per tecnologie utilizzate e per altro ancora

Il commento di VITTORIO EMILIANI

LA CATTURA DI Matteo Messina Denaro chiude il capitolo della vecchia mafia omicida e stragista e ne lascia aperto un altro più inquietante: quello cioè della mafia dei “colletti bianchi” che pervade tutta Italia da Sud a Nord divenendo una componente dell’economia e della finanza fino a qualche anno semi sconosciuta. Oggi prosperano, al di fuori del sistema bancario tradizionale, in banche e finanziarie private, traffici di denaro “sporco” provenienti dalla penetrazione al Nord di cosche criminali che tendono a far proprio i territori più ricchi e avanzati del Paese sul piano agricolo, industriale e terziario con una forte componente (vedi Modena con le piastrelle) di export. 

Tale inquietante massiccia penetrazione è stata in pieno confermata da uno dei recenti processi tenuto a Modena, patria della ceramica per l’edilizia e di una delle agricolture più avanzate e fiorenti anche sulla trasformazione in insaccati, succhi, ecc. Il caso di Modena è esemplare per l’intero Nord ricco di attività agricole, agroindustriali, industriali e commerciali. Appetito quindi daĺle “famiglie” mafiose, in specie dalle più potenti e ramificate, cioè da quelle della n’drangheta. Con forti legami anche all’estero per il traffico internazionale di droga.

A questo apparato come reagisce lo Stato italiano? In modo quanto meno inadeguato per personale messo in campo, per tecnologie utilizzate e per altro ancora. Gli addetti al lavoro di contrasto svolgono già un lavoro encomiabile. La dimensione planetaria assunta dal commercio di droga e le nuove varietà di sostanze stupefacenti esigerebbero risposte commisurate all’entità di un fenomeno oltremodo mutante. Ma, né a livello di Onu né di altri organismi internazionali autorevoli, riusciamo a trovare su questi angosciosi problemi una capacità di contrasto agguerrita comune. E i signori di questa rovinosa guerra alla salute personale e collettiva spadroneggiano. © RIPRODUZIONE RISERVATA