“Hit Man – Killer per caso”: l’umorismo raffinato della commedia di Richard Linklater
Parzialmente ispirato a un personaggio realmente esistito, l’ultimo film del regista americano racconta la storia di un professore di college appassionato di elettronica che arrotonda i suoi guadagni aiutando la polizia a registrare i dialoghi tra un agente che si finge un killer a pagamento e le persone che si mettono in contatto con lui per eliminare i nemici: coniugi infedeli, genitori ricchi, superiori insopportabili, e via elencando. Una trama insolita, con la sceneggiatura che porta lo spettatore a porsi sofisticate domande filosofiche sul rapporto di ogni individuo con il suo vero sé, e i dialoghi traboccano di un umorismo raffinato, forse poco digeribile dallo spettatore medio
◆ La recensione di BATTISTA GARDONCINI *
► Nel panorama del cinema americano Richard Linklater è un regista per molti versi anomalo, apprezzato dalla critica – non si contano le candidature e i premi che ha vinto – ma apparentemente non troppo interessato al successo commerciale dei suoi film. “Hit Man – Killer per caso”, in questi giorni nelle sale, non fa eccezione. La trama è insolita, la sceneggiatura porta lo spettatore a porsi sofisticate domande filosofiche sul rapporto di ogni individuo con il suo vero sé, e i dialoghi traboccano di un umorismo raffinato, forse poco digeribile dallo spettatore medio. Il risultato è che il film, considerato dal Washington Post, dal New York Times e dal Guardian uno dei migliori dell’anno, al botteghino ha raccolto meno di cinque milioni di dollari.
Parzialmente ispirato a un personaggio realmente esistito, “Hit Man – Killer per caso” racconta la storia di un professore di college appassionato di elettronica che arrotonda i suoi guadagni aiutando la polizia a registrare i dialoghi tra un agente che si finge un killer a pagamento e le persone che si mettono in contatto con lui per eliminare i nemici: coniugi infedeli, genitori ricchi, superiori insopportabili, e via elencando. Queste intercettazioni, secondo una controversa legge della Luisiana, costituiscono prove sufficienti per arrestare i rei anche se nella realtà gli omicidi non vengono commessi.
Chiamato all’ultimo momento ad abbandonare il furgone delle intercettazioni per sostituire l’agente sotto copertura, il mite professore ci prende gusto, e diventa un artista del travestimento, capace con la sua parlantina di far dire a decine di aspiranti omicidi le parole necessarie ad incastrarli. Tutto procede bene, fino a quando una ragazza gli chiede di uccidere per lei il marito violento, e lui, sensibile al suo fascino, la convince a rinunciare. Il disastro è assicurato.
Ottimo Glen Powell nella parte del mite professore. Adria Arjona è la bella ragazza che gli fa perdere la testa. © RIPRODUZIONE RISERVATA
(*) L’autore dirige oltreilponte.org
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