“Here” di Robert Zemeckis: qui, ora e per sempre, il salotto della classe media americana. Dal fumetto al film

Ispirato all’omonimo fumetto del disegnatore Richard McGuire, il film procede per salti temporali, sottolineati da un elegante sistema di animazione dello schermo, ma si sviluppa in un unico luogo molto circoscritto. Dove un tempo si aggiravano i dinosauri arrivano gli uomini. Prima i nativi immersi nella natura, poi gli uomini bianchi che iniziano a costruire. La pace e la guerra, le gioie e i dolori, i piccoli successi e le grandi delusioni rivissuti dalle varie generazioni attraverso un’ampia vetrata nel salotto di casa
◆ La recensione di BATTISTA GARDONCINI *
► Sono tanti i film di successo nella carriera di Robert Zemeckis, dalla trilogia di “Ritorno al futuro” a “Forrest Gump”, passando per “Chi ha incastrato Roger Rabbit” e “Cast Away”. Ma un parte della critica non ha mai digerito la linearità delle sue storie, costruite senza troppi intellettualismi con l’esplicito obiettivo di piacere a tutti i tipi di pubblico. Con “Here”, in questi giorni nelle sale, il settantaduenne Zemeckis, ben coadiuvato da un gruppo di ottimi attori tra cui spiccano il suo amico Tom Hanks, Robin Wright, Paul Bettany e Kelly Reilly, ha scelto una strada diversa, più introspettiva e sofisticata. E ancora una volta ha fatto centro, soprattutto con un pubblico anziano e propenso, come lui, a riflettere sul senso della vita.
Il film è ispirato all’omonimo fumetto del disegnatore Richard McGuire e procede per salti temporali, sottolineati da un elegante sistema di animazione dello schermo, ma si sviluppa in un unico luogo molto circoscritto. Dove un tempo si aggiravano i dinosauri arrivano gli uomini. Prima i nativi immersi nella natura, poi gli uomini bianchi che iniziano a costruire. Ed è in una delle nuove case, di cui fino all’ultima inquadratura vediamo soltanto il salotto, che si dipanano le vicende degli inquilini. Cambiano i tempi, cambiano i vestiti, cambiano gli arredamenti, cambia il paesaggio che si intravede attraverso l’ampia vetrata, ma al centro c’è la vita della classe media americana: la pace e la guerra, le gioie e i dolori, i piccoli successi e le grandi delusioni. E la violenza, evocata da un padre nero che spiega al figlio adolescente come comportarsi per evitare di farsi sparare dai poliziotti dal grilletto facile.
Hanks e Wright sono marito e moglie, seguiti dalla spensierata gioventù fino al momento in cui gli acciacchi li costringono a lasciare la casa. Un tempo sarebbero stati ringiovaniti e invecchiati con ore di trucco. Oggi ci pensa il computer, con risultati strabilianti. E anche questo ci costringe a riflettere. © RIPRODUZIONE RISERVATA
(*) L’autore dirige oltreilponte.org
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