Gli stupri dei soldati russi sulle donne ucraine e la violenza carnale dei Calmucchi nell’Oltrepò Pavese

Gli stupri dei soldati russi sulle donne ucraine e la violenza carnale dei Calmucchi nell’Oltrepò Pavese

Gli orrori della guerra si ripetono ad ogni conflitto. Nell’inverno del 1944 la Divisione tedesca Turkestan dilaga con feroci rastrellamenti, violando tutte le donne incontrate sul suo cammino. Nella quasi impotenza militare delle Brigate antinaziste. Anche i partigiani (e i medici cattolici), con grande umanità aiutarono le donne ad interrompere centinaia di gravidanze. Un gesto illuminato che ci auguriamo venga seguito anche nella cattolicissima Polonia, dove si sono rifugiate le profughe ucraine violate dai russi

Il commento di VITTORIO EMILIANI

LA NOTIZIA SECONDO la quale le autorità polacche non concederebbero alla donne ucraine violentate dagli invasori russi, rifugiatesi nel vicino Stato, la possibilità di abortire secondo i precetti molto restrittivi della Chiesa e delle associazioni cattoliche della Polonia mi ha riportato alla mente un analogo lontano terribile episodio. Siamo infatti nell’inverno del 1944, fra l’altro fra i più nevosi, e la Divisione Turkestan formata da Calmucchi traditori unitisi ai nazi-fascisti viene inviata dal Ravennate nelle Valli dell’Oltrepò Pavese per compiervi un vasto e feroce rastrellamento. Impossibile reagire a tante forze armate e il rastrellamento non risparmia niente e nessuno. Tutte le donne trovate nei casolari e nei villaggi vengono violentate, dalle giovani alle anziane. Le Brigate partigiane non sono in grado di organizzare un minimo di resistenza. Lo tentano i matteottini della “Dante Barni” nello Stradellino, sorprendendo per breve tempo i feroci e attrezzati Calmucchi, ma poi devono sganciarsi verso l’alto delle cime cariche di neve. 

La violenza su tutte le donne incontrate nel loro cammino pone seri problemi anche ai partigiani cattolici. Cattolico è ad esempio il presidente del Cln dell’Oltrepò Luigi Gandini, e lo sono altri componenti dei Comitati di Liberazione. Segretario del Vescovo della Diocesi di Tortona, sotto la quale ricadeva l’Oltrepò, era un personaggio che poi ha avuto una certa notorietà del mondo politico, don Gianni Baget Bozzo. Il quale evidentemente suggerì al vescovo monsignor Melchiori una linea di grande prudenza: non pronunciarsi e lasciare che i medici, pure quelli cattolici, praticassero decine e decine di interruzioni di gravidanza. Un gesto illuminato e umanitario che ci auguriamo venga seguito anche nella cattolicissima ma anti-russa Polonia. 

I Calmucchi della Turkestan, tornati nel Ravennate, si trovarono praticamente di fronte alla avanzata alleata e sapendo che, se catturati, avrebbero subito la peggiore delle sorti, giunti al Po, sgarrettarono i loro cavalli e si esposero volutamente al fuoco delle armi alleate scegliendo così un suicidio di massa. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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