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“Fuga in Normandia” di Parker: l’ultima avventura dei premi Oscar Michael Caine e Glenda Jackson

di Italia Libera   
“Fuga in Normandia” di Parker: l’ultima avventura dei premi Oscar Michael Caine e Glenda Jackson

Oliver Parker dirige Michael Caine e Glenda Jackson alla loro ultima interpretazione, in una commovente storia d’amore in tarda età. Bernie-Caine una mattina “fugge” dalla casa di riposo dove risiede insieme alla moglie Rene-Jackson alla volta della Francia per la celebrazione del 75° anniversario dallo sbarco in Normandia. Soprannominato dai media britannici “the great escaper”, Bernie attira l’attenzione mediatica per l’impresa ritenuta insolita data l’età, ma il film non indugia sulle difficoltà della vecchiaia, piuttosto ce le mostra come fasi naturali dell’esistenza alle quali siamo sottomessi. L’opera è anche una riflessione sulla memoria della guerra e i traumi che accompagnano i sopravvissuti condizionandone la vita. Caine e Jackson sono ammalianti, “Fuga in Normandia” è il loro regalo al pubblico

◆ La recensione di GIULIA FAZIO

► 6 giugno 1944, giorno dello sbarco in Normandia, tra i soldati superstiti di quell’evento indimenticabile vi è Bernie Jordan, che esattamente settant’anni dopo farà di tutto pur di approdare di nuovo in quelle spiagge per commemorare momenti indelebili nella sua memoria. Diretto da Oliver Parker e interpretato dai premi Oscar Michael Caine e Glenda Jackson, Fuga in Normandia è un dramma romantico, ricco di sentimento e tenerezza, ma puntellato di amarezza e malinconia. Distribuito da Lucky Red, il film è in sala dal 20 giugno.

Tratto da una storia realmente accaduta nel 2014, e che ha richiamato l’attenzione dei media britannici e internazionali, l’opera narra l’impresa di Bernie Jordan, veterano di guerra sulla soglia dei novant’anni, che una mattina “fugge” dalla casa di riposo in cui risiede con la moglie Rene alla volta della Francia per la celebrazione del 75° anniversario dallo sbarco in Normandia. Avendo tardato all’iscrizione del viaggio di gruppo, Bernie decide di avventurarsi da solo, sperando nella fortuna che lo aveva già accompagnato l’ultima volta. Soprannominato dai media britannici “the great escaper”, Bernie attira l’attenzione mediatica per l’impresa ritenuta insolita data l’età, ma il film non indugia sulle difficoltà della vecchiaia, piuttosto ce le mostra come fasi naturali dell’esistenza alle quali siamo sottomessi. La grandezza dell’uomo sta nella sua dedizione: nel portare a termine l’impresa in quanto spinto dal senso di colpa di aver avuto una chance di vita, a discapito di chi è morto in quella spiaggia

Il ricordo è un tema fondamentale della storia, che mescola reminiscenze del passato con il presente, senza mai eccedere nel sentimentalismo. Mentre Bernie riapre il cassetto dei ricordi e dei traumi, Rene ricorda la sua giovinezza: i primi scambi d’affetto con il marito e la paura che la guerra potesse portarsi via il loro futuro. È un viaggio nel passato, quindi, quello dei due coniugi: settant’anni dallo sbarco e altrettanti di matrimonio. Un amore ordinario, come lo definisce la stessa Rene, grazie al quale hanno creato insieme una vita semplice, ma appagante.

Un amore straordinario per il legame che li unisce e li rende ancora complici. Le scene dei flashback della coppia da giovane sono meno potenti e incisive, creando un dislivello qualitativo compensato dalle interpretazioni delle vicende ambientate nel presente. Glenda Jackson è ironica e frizzante, dona un’interpretazione carismatica e vivace, e Michael Caine porta tutta la sua maestria in questo ruolo commovente. Nonostante in molte delle scene i due siano lontani, Caine e Jackson coinvolgono lo spettatore nella loro magica sintonia. Il fazzoletto si è impregnato di lacrime, bisogna ammetterlo, perché non c’è niente di più commovente dell’amore in tarda età, lungo una vita, ma che arde come il primo giorno. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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