“Flee”, l’odissea di Amin, documentario animato in corsa per tre Oscar (con pieno merito)

“Flee”, l’odissea di Amin, documentario animato in corsa per tre Oscar (con pieno merito)

Jonas Poher Rasmussen, classe 1981 e numerosi documentari al suo attivo, ha dichiarato che la scelta di portare l’odissea di Amin sullo schermo attraverso il cinema di animazione non aveva nulla a che fare con le poche immagini di repertorio disponibili, peraltro di grandissimo interesse. Nasceva invece dall’esigenza di avere una maggiore libertà creativa,  e in effetti gran merito spetta ai disegni del Sun Creature Studio di Copenaghen, frutto della continua interazione dei tecnici con il regista e lo stesso Amin

La recensione di BATTISTA GARDONCINI
INTENSO, A TRATTI commovente, “Flee” ha già raccolto decine di premi internazionali, ed è con pieno merito in corsa per ben tre Oscar: miglior film di animazione, miglior documentario e miglior film internazionale. Il regista danese Jonas Poher Rasmussen alterna disegni animati e filmati di repertorio per raccontare la storia di Amin, un giovanissimo afghano costretto ad abbandonare il paese nel 1989, dopo la vittoria dei mujaheddin. Con la famiglia trova rifugio a Mosca, dove la scadenza dei visti li lascia in balia dei poliziotti corrotti e dei trafficanti di uomini. Un primo tentativo di raggiungere l’occidente finisce in un lager estone. Alla fine soltanto Amin, che nel frattempo ha scoperto di essere gay, riesce a partire e a raggiungere la Danimarca. Ma a caro prezzo. 

Amin è il nome fittizio di un affermato accademico. Tutto il resto, invece, è vero. Il regista è da venticinque anni amico del protagonista, che gli ha raccontato la sua vita rocambolesca e sempre in fuga dalle circostanze e da se stesso. Ma la sceneggiatura, come si vede anche nel corso del film, si basa su una ventina di interviste realizzate con una tecnica molto simile a quella di una seduta psicoanalitica.

Rasmussen, classe 1981 e numerosi documentari al suo attivo, ha dichiarato che la scelta di portare l’odissea di Amin sullo schermo attraverso il cinema di animazione non aveva nulla a che fare con le poche immagini di repertorio disponibili, peraltro di grandissimo interesse. Nasceva invece dall’esigenza di avere una maggiore libertà creativa,  e in effetti gran merito spetta ai disegni del Sun Creature Studio di Copenaghen, frutto della continua interazione dei tecnici con il regista e lo stesso Amin. Ad esempio,  l’idea di rendere con tratti volutamente poco definiti i momenti più drammatici della narrazione, è nata dal fatto che molti di quegli eventi erano confusi anche nella memoria del giovanissimo protagonista. 

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L’autore dirige Oltreilponte.org