Eppure il fotovoltaico si muove: ora lo caldeggia anche il ministro Renato Brunetta

Eppure il fotovoltaico si muove: ora lo caldeggia anche il ministro Renato Brunetta

Il sole può essere la nostra grande, grandissima risorsa per le grandi periferie urbane come per i piccoli centri disseminati per ogni dove, specie nel Sud e nelle Isole. Alcuni si muovono già da soli. Ma ci vuole un piano di incentivi immediato. Per installazioni che non costano molto e possono rendere tanto e molto presto. Altro che “nuovo nucleare”, fracking gas e idrogeno blu. Fotovoltaico a tutto spiano dunque e non centinaia di pale eoliche inutilizzate, anzi dannose. Ma il governo Draghi non sembra accorgersi che nel Paese c’è una autentica corsa alle fonti rinnovabili e non fa di certo abbastanza per il loro sviluppo 

L’articolo di VITTORIO EMILIANI

IL MINISTRO MOLTO confindustriale Roberto Cingolani ha dichiarato che il governo Draghi ha fatto uno sforzo enorme per le fonti rinnovabili di energia nel quadro della reazione alle restrizioni di gas russo. A noi non pare e vorremmo ragionare su cifre precise, chiare, ma così per ora non è, e sarebbe importantissimo per quella decarbonizzazione che invece la crisi attuale ostacola in modo pesante giungendo a comprendere quella centrale a carbone di Civitavecchia che tanti danni ha provocato alla salute degli abitanti di quella sfortunata città e che non vogliono assolutamente ripetere una così drammatica esperienza sui loro corpo, polmoni, bronchi e altro.

Il governo Draghi non sembra accorgersi che nel Paese c’è una autentica corsa alle fonti rinnovabili, non alle pale eoliche seminate a centinaia su tutta la dorsale appenninica coprendo, dai dati che abbiamo rilevato, appena il 6,6 per cento della domanda di energia, contro quasi il 9 per cento del fotovoltaico che è stato trascurato o male utilizzato e per il quale ora c’è una autentica corsa alla quale non corrisponde purtroppo una risposta nazionale vasta, articolata, efficiente. Al contrario. In questi anni o decenni ormai l’industria italiana, in genere così inventiva, ha fatto ben poco in questo settore strategico per cui dipendiamo per lo più da pannelli solari cinesi scadenti e poco efficienti. Del resto dai vari governi non sono venuti impulsi e incentivi tali da stimolare una produzione nazionale. Mentre esiste una domanda decisamente vasta e diffusa che attende di venire soddisfatta.

Qualcosa sta però cambiando se un ministro come Renato Brunetta (Pubblica Amministrazione), e non per spirito ambientalista, ha rilasciato una intervista nella quale caldeggia la copertura dei tetti e dei terrazzi degli edifici pubblici con pannelli solari. Certo non nei centri storici di pregio, ma sull’immenso patrimonio edilizio al di fuori di quella cerchia di qualità estetico-storica da non turbare. Alcuni piccoli Comuni avevano già preso questa intelligente ed economica iniziativa, a partire dalla Sicilia per risalire sino al Nord dove certo il soleggiamento è inferiore ma si possono adottare misure di adattamento.

Nella Regione Lazio, secondo un’analisi compiuta dall’Anie (Federazione Nazionale delle imprese elettriche ed elettrotecniche) nel 2020 le rinnovabili sono ancora arretrate ed hanno sviluppato una potenza connessa di 1.492 megawatt di fotovoltaico su un totale di 57.676. Contro però 412 di idroelettrico, 180 di bioenergia e di geotermico e appena 73 di eolico. La discontinuità della politica nazionale è evidenziata dal fatto che fra 2010 e 2013 si erano raggiunti il 12 per cento con le rinnovabili e il 13 per cento di tutta la produzione e si doveva andare avanti. Mentre si è retrocessi negativamente. Si sa che ora la Regione e le Province hanno ripreso slancio concludendo le istruttorie importanti per un fotovoltaico che non schiacci però campi coltivati e prati a pascolo. A questo punto dunque il Lazio si colloca a metà della graduatoria nazionale con regioni del Nord che sono assai meno soleggiate dell’area laziale. Eppure nel 2021 prima risulta la Lombardia con per potenza Fer accumulata (essenziale) pari a 18.861 megawatt, seguita dal Veneto con 11,779, dall’Emilia con 7.707. In megawattora il Lazio è a quota 41, contro i 163 della Lombardia, i 116 del Veneto, gli 82 dell’Emilia-Romagna.

Il sole può essere la nostra grande, grandissima risorsa per le grandi periferie urbane come per i piccoli centri disseminati per ogni dove, specie nel Sud e nelle Isole. Alcuni si muovono già da soli. Ma ci vuole un piano di incentivi immediato. Per installazioni che non costano molto e possono rendere tanto e molto presto. Altro che “nuovo nucleare”, fracking gas e idrogeno blu. Oltre a Renaro Brunetta ministro antiveggente se ne è convinto un “traditore” di quell’ecologismo di cui fu tanti anni fa un pioniere, Chicco Testa. Fotovoltaico a tutto spiano dunque e non centinaia di pale eoliche inutilizzate, anzi dannose. Con grande convinzione però. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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