“Corro da te” con Favino, il remake di Milani che si lascia guardare (senza entusiasmo)

“Corro da te” con Favino, il remake di Milani che si lascia guardare (senza entusiasmo)

La trama di “Corro da te” è identica anche nei dettagli a quella di “Tutti in piedi”, che nelle sale italiane era arrivato quattro anni fa. Il ricco imprenditore Gianni, impenitente donnaiolo, finge di essere bloccato su una sedia a rotelle per sedurre Alessia, che si occupa di assistenza ai disabili. Ma alla fine si innamora della bella sorella di lei, Chiara, che disabile lo è davvero per un incidente di macchina. La loro relazione, tra menzogne e tenerezze, avrà un esito facilmente prevedibile. Entrambi i film hanno il merito di affrontare con delicatezza un argomento difficile come la disabilità, senza mai cadere nel patetico

La recensione di BATTISTA GARDONCINI
NON AMO I REMAKE, che di solito sono operazioni commerciali per riproporre sui mercati internazionali, con i volti noti delle stelle del momento, vecchi successi o film interessanti che hanno avuto una circolazione limitata ai paesi di produzione. Quasi sempre sono peggiori degli originali, privi di freschezza e diretti da mestieranti che affrontano l’impresa senza particolari entusiasmi.

Così ho esitato a lungo prima di guardare “Corro da te”, la versione italiana del successo francese “Tutti in piedi”, che Riccardo Milani ha realizzato con Pierfrancesco Favino, Miriam Leone e Piera Degli Esposti nella sua ultima interpretazione. Milani è un buon regista, che ho molto apprezzato per lo scoppiettante “Come un gatto in tangenziale” e un po’ meno per lo stanco sequel “Ritorno a Coccia di morto”. I protagonisti sono bravi, e il risultato alla fine si lascia guardare, ma non entusiasma, nonostante i lusinghieri risultati al botteghino e i due nastri d’argento al film e alla Leone.

La trama di “Corro da te” è identica anche nei dettagli a quella di “Tutti in piedi”, che nelle sale italiane era arrivato quattro anni fa. Il ricco imprenditore Gianni, impenitente donnaiolo, finge di essere bloccato su una sedia a rotelle per sedurre Alessia, che si occupa di assistenza ai disabili. Ma alla fine si innamora della bella sorella di lei, Chiara, che disabile lo è davvero per un incidente di macchina. La loro relazione, tra menzogne e tenerezze, avrà un esito facilmente prevedibile. Il problema è che questo esito arriva dopo quasi due ore di film e qualche gigioneria di troppo, mentre l’originale francese era stato saggiamente contenuto nell’ora e mezza.

Entrambi i film, comunque, hanno il merito di affrontare con delicatezza un argomento difficile come la disabilità, senza mai cadere nel patetico. Merito soprattutto del regista e sceneggiatore francese Franck Dubosc, che del film originale era anche protagonista. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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L’autore dirige Oltreilponte.org

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