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“Anora”: la favola amara di Sean Baker, tra immagini sognanti senza virtuosismi, ancorate alla realtà

di Italia Libera   
“Anora”: la favola amara di Sean Baker, tra immagini sognanti senza virtuosismi, ancorate alla realtà

Ottimista e ingenua, Anora è una “sex worker” idealista e romantica che vive a Brooklyn e lavora a Manhattan. Nel club notturno incontra Vanya, il suo principe azzurro, figlio di un oligarca russo. Per quindici mila dollari Anora accetta di essere la sua fidanzata per sette giorni e Vanya la proietta in un mondo da sogno, di passione e divertimento. Il contratto temporaneo diventa un contratto di matrimonio ma genitori si mettono di traverso. Tra fughe e inseguimenti, la protagonista assoluta resta lei, la ballerina sognatrice. Per tutto il film la camera segue Anora “pedinandola”, inquadrandola tra la folla del locale, poi nel lusso e nel divertimento, fino alla ricerca e alla delusione. E l’autore (che è anche regista e montatore) imprime alla pellicola il suo il tratto distintivo: l’uso frequente della camera a mano, la fotografia con luce naturale e lo schermo panoramico in 35 mm. Nel perfezionismo di Baker, Mikey Madison (Anora) è la stella che risplende, la sua interpretazione riempie la scena, diventando uno dei personaggi più affascinanti dell’ultimo anno

◆ La recensione di GIULIA FAZIO

Una carrellata che inquadra delle ballerine in un locale notturno, sulle note di Greatest Day dei Take That, e si conclude su Anora: ecco l’inizio della fiaba. La scena iniziale tradisce un amore per la protagonista e del suo approccio alla vita: ottimista e ingenua, seppur in un mondo perverso. Sean Baker scrive, dirige e produce un film su una sex worker alle prese con una amore – quasi – da fiaba. Anora (Mikey Madison), che si fa chiamare Ani, è un personaggio idealista e romantico che vive a Brooklyn, New York. Una spogliarellista ventitreenne in un club di Manhattan che un giorno incontra nel luogo di lavoro Vanya (Mark Eydelshteyn), figlio di un oligarca russo. Il ragazzo chiede di vederla in privato e il giorno seguente la ospita nella sua grande villa dall’architettura moderna con una guardia all’entrata del cancello. Ani si recherà nuovamente in quella casa per la festa di Capodanno e, in quell’occasione, Vanya le offrirà un compenso di quindici mila dollari per essere la sua fidanzata per una settimana. In quei giorni di passione e divertimento, i due partono per un viaggio a Las Vegas nel quale convolano a nozze in un impulso di frenesia. 

Quando i genitori di Vanya scoprono del matrimonio, inviano i loro sottoposti affinché si ottenga l’annullamento. Il film a questo punto prende una svolta farsesca, i tre uomini e Ani si mettono alla ricerca del fuggitivo Vanya. Nella ricerca, Ani prende consapevolezza della realtà e il sogno si sgretola fra le sue mani. Il regista americano cattura l’azione nel suo farsi, un vortice irriverente e farsesco in un’ambientazione autentica. Per tutto il film la camera segue Anora “pedinandola”, inquadrandola tra la folla del locale, poi nel lusso e nel divertimento, fino alla ricerca e alla delusione. La scelta del formato imprime l’unicità e il tratto distintivo che l’autore ha voluto dargli: uso frequente di camera a mano, fotografia che predilige la luce naturale e lo schermo panoramico in pellicola 35 mm. 

I film di Baker seguono una scelta autoriale ben precisa che rimanda al cinema indipendente americano di Cassavetes. Egli riesce a costruire una pellicola autentica per intenti, sceneggiatura e mezzi tecnici sapientemente utilizzati. Il fiore all’occhiello è la bravura degli attori – selezionati dal regista che ha curato anche il casting. Baker è un perfezionista e non scende a compromessi con la sua visione, ed è per questo che nelle interviste ha dichiarato che una componente essenziale per la riuscita delle sue opere è il montaggio curato sempre da lui stesso. Mikey Madison è la stella che risplende, la sua interpretazione riempie la scena, diventando uno dei personaggi più affascinanti dell’ultimo anno. Anora è un rimando che la scrittura può essere più potente nell’essenziale; nel sincero ascolto della voce del proprio protagonista. Una favola moderna con note amare. Immagini sognanti che non eccedono nel virtuosismo, ancorate alla realtà seppur nel sogno. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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