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Addio a Toni Ferigo, lo sguardo inquieto sul mondo del lavoro di un uomo e di un sindacalista libero

di Italia Libera   
Addio a Toni Ferigo, lo sguardo inquieto sul mondo del lavoro di un uomo e di un sindacalista libero

Dirigente delle Acli e della Federazione italiana metalmeccanici (la Fim-Cisl di Pierre Carniti) è scomparso a 78 anni, assistito con instancabile dedizione dai suoi amici più cari. Responsabile dell’Ufficio internazionale della Federazione lavoratori metalmeccanici (Flm), Ferigo è stato anche membro della Fism (Federazione mondiale sindacati metalmeccanici) con sede a Ginevra. Nella sua attività, iniziata a Torino, si è occupato, in particolare, di studi e ricerche sulla organizzazione del lavoro nel settore automotive, dei sistemi di relazioni industriali in Europa, Usa e America Latina. Per la Fism è stato anche coordinatore delle Aree balcaniche e del Medio Oriente. Stamattina l’ultimo saluto alla Camera ardente della Rsa Cottolengo di Grugliasco

◆ Il ricordo di IGOR STAGLIANÒ

► Ci eravamo persi di vista per molto tempo. I primi contatti erano cominciati nel clima turbolento delle lotte sindacali alla Fiat guidate dalla Lega Fim-Cisl di Mirafiori negli anni Settanta del secolo scorso, quando muovevo i primi passi nella redazione del “Quotidiano dei Lavoratori”. Cresciuto sotto le ali della Cisl torinese di Cesare Delpiano, Toni Ferigo ha affiancato Adriano Serafino, segretario generale dei metalmeccanici della Cisl e della Flm torinese. Erano gli anni in cui si dovettero fare i conti con le innovazioni tecnologiche introdotte nella catena di montaggio, frutto delle lotte operaie dell’autunno caldo contro lo sfruttamento selvaggio dell’operaio-massa e, insieme, del salto verso l’auto globale. Una rivoluzione produttiva che muoveva i primi passi a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta con cui sarebbe stato ridefinito il controllo sulle catene di montaggio nell’industria automobilistica dopo la crisi del modello fordista.

Di quel processo Toni ebbe l’opportunità di studiarne effetti produttivi e implicazioni sindacali, con uno sguardo sempre aperto alle opportunità che i nuovi processi lavorativi avrebbero potuto offrire alle conquiste economiche e professionali dei lavoratori. Animato da una volontà costante: estendere le conquiste operaie nei nuovi paesi in cui la globalizzazione avrebbe indirizzato gli investimenti economici non solo nell’auto. Ed è stato attraverso il suo sguardo libero — quanto radicato nell’impegno di costruire solidarietà e giustizia — che, negli ultimi tre anni, abbiamo provato a scandagliare quel che si muoveva in giro per il mondo nella tutela (e nella dignità) del lavoro che — fu lui a segnalarcelo — cominciava a farsi strada anche fra i giganti del web

«Ma perché si forma un sindacato nella Mecca del lavoro altamente qualificato?», si chiese nel suo primo articolo per “Italia Libera” a luglio del 2021. Qualche mese prima 230 ingegneri di Google, con sede nella Silicon Valley in California, avevano annunciato la fondazione dell’Alphabet Workers Union (Awu), un’unione sindacale per influenzare filosofia e cultura aziendale del Gruppo. Da lì prese il via la collaborazione di Toni con il nostro progetto editoriale cominciato da pochi mesi, dando vita a una rubrica originale, di grande acume ed interesse sociale. Concordammo di chiamarla “Occhio sul mondo”, una rassegna stampa ragionata frutto delle sue letture online, filtrate dalla sua singolare preparazione politico-sindacale e da una inestinguibile passione civile

Il primo pezzo lo dedicò alle riflessioni sul movimento sociale nato in Iran con la parola d’ordine “donna, vita, libertà”  dopo l’assassinio di una giovane kurda, Mahsa Amini, da parte della polizia perché non portava il velo nel modo corretto. Seguirono le notazioni sulla nomina di Anwar Ibrahim a Primo ministro della Malesia, una figura quasi leggendaria: due volte per lunghi periodi in prigione, mussulmano riformista, democratico. Era stato primo ministro nei primi tempi della Malesia indipendente, antirazzista. E poi le acute osservazioni di ricercatori indipendenti attorno agli effetti sull’Unione Europea dell’Ira (Inflation Reduction Act), il disegno di legge firmato da Biden nell’agosto del 2022 che prevedeva una spesa di 750 miliardi di dollari in dieci anni di cui 369 miliardi dedicati a «rendere più verde l’America» o meglio l’economia americana. O le denunce sugli operai-schiavi dei (e dopo) mondiali di calcio in Qatar. L’ultimo pezzo lo scrisse per socializzare con i nostri lettori le cose da sapere su Marina Silva — collaboratrice di Chico Mendes il sindacalista dei suringheros (fra i quali lei è nata), estrattori della gomma dagli alberi, ucciso dai latifondisti il 22 dicembre 1988 — a cui è affidato il futuro dell’Amazzonia.

L’ultima firma di Toni Ferigo porta la data del 9 gennaio 2023. I testi arrivavano in redazione con sempre maggiore difficoltà. Aveva già problemi nell’uso del computer e dell’iPad. E anche le comunicazioni telefoniche erano diventate più complicate. Si spense, per i nostri lettori, una luce preziosa per capire il mondo attraverso le sue letture, presupposto imprescindibile per cambiarlo in meglio, stando dalla parte dei più deboli sempre. Ciao Toni da tutti noi che ti abbiamo letto e apprezzato profondamente, fino all’ultimo giorno in cui le forze fisiche te lo hanno consentito nel generoso slancio di condividere con gli altri sapere ed impegno, rompendo con coraggio, all’occorrenza, anche i comodi recinti ideologici in cui finiamo talvolta per rifugiarci. Che la terra ti sia finalmente lieve. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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I suoi pezzi su Italia Libera

https://italialibera.online/page/2/?s=toni+ferigo

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