NON SONO SOLO le associazioni ambientaliste a lamentare il ritardo nelle rinnovabili, è Francesco Del Pizzo, il direttore strategie di sviluppo rete e dispacciamento di Terna, nel corso dell’audizione del 5 settembre scorso alla Commissione Industria del Senato: «Sia pur non ancora con la velocità che è nelle attese e negli obiettivi del nostro Paese, si nota una forte accelerazione del percorso che presupponiamo e speriamo posa essere un buon viatico per i prossimi anni in termini di ottenimento dei target della transizione energetica» (Public Policy@PPolicy_News FRA 051544 set 2023). La speranza di Del Pizzo si appiglia alla norma contenuta dal Ddl “Concorrenza”, in base alla quale si introducono tempi certi per l’approvazione del piano decennale di Terna. Al 30 giugno di quest’anno risultano installati nuovi 3,2 GW, ma sono un’inezia rispetto ai circa 317 GW di richieste di connessione che risultano a Terna alla stessa data, soprattutto al Sud e nelle isole, la maggior parte solare fotovoltaico.
I bene informati dicono che il Mascellone, zittito Salvini che con insolita aria vacua ripeteva “Nucleare, è la soluzione”, ha dato mandato ai suoi reparti ninja perché andassero “a insegnare la modestia” a questi petulanti richiedenti. “317 GW di solare sono una capacità produttiva pari a quella di almeno 40 centrali nucleari”, dicono che abbia ringhiato Descalzi alzandosi con un moto d’ira dalla poltrona dalla quale suole assistere al Consiglio dei ministri. “Glielo spieghi tu, Giorgia, a questo Lumbard, che ripete la litania del buon lavoro per lavoratori e imprese. Con le centrali nucleari dovremmo comprare tutto, missile di Ustica o meno, dalla Francia, e quali dieci anni! Sì a Flamanville, in casa loro, oltre dieci anni di ritardo!” E, alzando le mani come un direttore d’orchestra, ha diretto “Ora e sempre, idrocarburi”, con Pichetto Fratin che si distingueva in vibranti acuti per farsi perdonare le sue divagazioni salviniane sul nucleare. — (m. s.) © RIPRODUZIONE RISERVATA