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1/ Amianto, killer fantasma. In Cina, India e Russia è ancora legale. Uccide, ma non viene detto quanto

di Italia Libera   
1/ Amianto, killer fantasma. In Cina, India e Russia è ancora legale. Uccide, ma non viene detto...

La storia dell’utilizzo dell’amianto in Italia è come un viaggio, che permette di capire come – da un materiale usato come panacea per la sua resistenza, economia e versatilità – si sia arrivati a scoprire, e a mettere fuori legge, una minaccia per la nostra vita e salute. Una minaccia anche oltre quello che si può immaginare, essendo sufficiente un’esposizione moderata per ammalarsi. In questo percorso ci accompagna un epidemiologo dell’Inail. Vedremo perché conoscere non vuol dire solo salvarsi la vita, ma scoprire altre minacce ignote che provocano patologie simili. Con una sorpresa: in una gran parte del mondo l’amianto è ancora perfettamente legale. Non vengono divulgati in questi Paesi (tra cui i due più popolosi al mondo: India e Cina) dati sulla mortalità, ma si lascia spazio libero a un materiale che – come è accertato da tempo – è un micidiale killer

L’analisi di ALESSANDRO MARINACCIOL’AMIANTO È STATO UTILIZZATO molto intensamente nel nostro Paese fino al bando del 1992 in un vasto spettro di attività industriali. Si tratta infatti di un materiale con straordinarie proprietà di resistenza e particolarmente adatto ad ogni esigenza di coibentazione ed isolamento dal calore e dal rumore. Il costo di utilizzo era inoltre contenuto in ragione della presenza, in particolare in Piemonte, di siti di estrazione (la miniera di amianto crisotilo a Balangero) e di trasformazione (la produzione di manufatti in cemento-amianto a Casale Monferrato). La storia dell’utilizzo dell’amianto, dello sviluppo delle conoscenze scientifiche degli effetti sulla salute dell’inalazione di fibre, dei provvedimenti restrittivi all’utilizzo fino al bando è straordinariamente istruttiva e costituisce un paradigma di riferimento per l’analisi della connessione fra ricerca scientifica, consapevolezza collettiva e iniziative di sanità pubblica. Si tratta di una lezione su cui è utile riflettere, non solo in ambito scientifico.Il primo ambito di riflessione riguarda lo scarto temporale fra evidenze di ricerca e provvedimenti di sanità pubblica. Gli effetti sulla salute dell’esposizione ad amianto,ed in particolare le evidenze epidemiologiche dell’associazione fra inalazione di fibre aero disperse di amianto e il rischio di mesotelioma pleurico, sono apparse nella letteratura scientifica nel corso degli anni ’50 e ’60 del secolo scorso. Senza volere ripercorrere puntualmente la ricostruzione storica degli studi pubblicati, si può considerare come intorno a quegli anni si sia andata formando la consapevolezza della elevatissima cancerogenicità delle fibre di amianto.

Nel panorama internazionale, i primi provvedimenti di bando dell’amianto furono emanati nei Paesi scandinavi negli anni ’80. L’Unione europea ha introdotto per il 2005 la cessazione dell’utilizzo del crisotilo, ma ancora oggi in Paesi di enorme rilevanza per sviluppo industriale e dinamica demografica come Cina, India e Russia, l’amianto (in particolare amianto crisotilo) è utilizzato correntemente senza restrizioni. Occorre riflettere su quali siano gli ostacoli che ritardano o addirittura impediscano ai risultati della ricerca scientifica di trasferirsi con efficacia e tempestivamente in termini di provvedimenti di sanità pubblica. A tale riflessione può contribuire l’analisi delle differenti esperienze sviluppatesi in Italia. A Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, la presenza di un’azienda di produzione di manufatti in cemento amianto ha determinato un’autentica epidemia di malattie amianto correlate fra i lavoratori e i cittadini (in conseguenza di un’elevatissima contaminazione ambientale).

In tale contesto, si è sviluppato a partire dagli studi epidemiologici, un percorso virtuoso di consapevolezza ed inclusione dell’intera cittadinanza e dei corpi intermedi che ha determinato gli interventi delle autorità di sanità pubblica e la chiusura dell’azienda da parte del sindaco di Casale. In altri contesti territoriali, che sono stati sedi, nello stesso periodo precedente al bando, di impianti di lavorazione dell’amianto e che hanno subito analoghe conseguenze sanitarie, tali percorsi non si sono sviluppati tempestivamente e con la stessa efficacia. La lezione dell’amianto è che gli studi scientifici, possono innestare percorsi virtuosi in termini di sanità pubblica, solo se trovano un terreno fertile in termini di sensibilità e consapevolezza delle autorità sanitarie e politiche, dei corpi intermedi e della stessa cittadinanza e se è ben funzionante e libero il sistema dell’informazione e della comunicazione.La storia dell’amianto e gli studi epidemiologici possono inoltre essere assai esplicativi del quadro corrente dei rapporti internazionali e delle regole del libero commercio. Per comprenderlo è necessario tenere presente alcuni elementi singolari dell’epidemiologia delle malattie amianto correlate. Il mesotelioma (il tumore della pleura indotto dall’esposizione ad amianto) non riconosce altri fattori causali oltre l’esposizione ad amianto. Persino il fumo di sigaretta non ha alcuna interazione con il rischio di contrarre la malattia. Si tratta, come si usa dire con un pessimo neologismo, di un “evento sentinella”, nel senso che un cluster di casi di mesotelioma indica certamente un’avvenuta esposizione ad amianto (molti anni prima, generalmente 30- 40 anni) della comunità. E che, se è nota la contaminazione da amianto di un territorio, allora è prevedibile la presenza in maniera significativa in quel territorio di soggetti ammalati.Addirittura la relazione fra consumi di amianto a livello nazionale e livello di incidenza della malattia è talmente regolare da potersi determinare con i metodi e gli strumenti dell’analisi matematica negli esercizi di comparazione internazionale. Questo significa che oggi è possibile indicare la dimensione dei casi di mesotelioma che è lecito prevedere nei Paesi come Cina, India e Russia (e molti altri) che utilizzano correntemente l’amianto e non pubblicano i dati delle malattie amianto- correlate.L’assenza di dati sui casi di mesotelioma in questi Paesi è gravissima e consente loro di disertare i tavoli delle agenzie internazionali che tentano di discutere del bando internazionale dell’amianto e di boicottare nella sostanza l’introduzione dell’amianto crisotilo fra i materiali vincolati nel commercio internazionale dal Trattato di Rotterdam come nocivi per la salute. “No data, no problem; no problem, no action”. (1. continua) © RIPRODUZIONE RISERVATA

di Italia Libera   
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