Giovanni Ugas: "Ecco chi erano i Giganti di Mont'e Prama, enigmatici testimoni di una grande civiltà"
Più di settemila torri di pietra punteggiano la Sardegna: i nuraghi. Semplici o complessi, polilobati o a torre unica. A volte distrutti da mille avversità, ridotti a ruderi; altre quasi integri, protesi verso il cielo. Simili a castelli medievali ma infinitamente più antichi e misteriosi. Accanto ad essi dolmen e menhir, tombe dei giganti e domus de Janas, santuari e pozzi sacri. Monumenti millenari custodi di un passato glorioso, a tratti misterioso. E poi le meravigliose statuette in bronzo: guerrieri, arcieri, spadieri, frombolieri, offerenti, sacerdoti, sacerdotesse, animali e attrezzi della vita quotidiana. E infine i Giganti di Mont’e Prama, colossi di arenaria dallo sguardo imperscrutabile, rivolto lontano, verso la notte dei tempi. Tornati alla luce a dar testimonianza di una grande civiltà, sbocciata e sfiorita nell’antica Isola a forma di sandalo, tra il bianco dei graniti, il turchese del mare e il profumo del lentischio. A riscrivere, probabilmente, pagine fondamentali per la storia del bacino del Mediterraneo.
Quali scenari finora insondati si aprono per la Terra al centro del "Grande Mare"? Per Giovanni Ugas, ex direttore archeologico della Soprintendenza e docente universitario, allievo di Giovanni Lilliu, tutto il patrimonio archeologico della Sardegna testimonia un passato glorioso. E i Giganti sono tasselli importanti di un puzzle sempre più intrigante, la prova che in quell'isola dall'animo ancestrale si manifestò una fiorente civiltà, antecedente a quelle di fenici, punici e romani.
Chi raffigurano dunque i Giganti trovati a Mont’e Prama, a Cabras in provincia di Oristano?
E chi erano i mitici Shardana, immortalati nei bassorilievi dei templi egizi? Dove abitava la popolazione guida dei Popoli del mare che dominò il Mediterraneo e lo percorse con le sue navi, avventurandosi spesso oltre le Colonne d’Ercole? Chi era il Popolo dall’”animo ribelle”, temuto dai nemici e rispettato perfino dai faraoni che vollero quei guerrieri come guardia personale?
Ed è possibile che le genti dei nuraghi non avessero una scrittura? E’ proprio vero che non ne esiste traccia?
L’abbiamo chiesto all’illustre archeologo, invitandolo a chiarire per quanto possibile la meravigliosa epopea degli antichi sardi. Il professor Ugas lo ha fatto attraverso una intervista VIDEO che pubblicheremo in tre parti sulla nostra testata.
Gli appuntamenti:
1^ parte: giovedì 26 marzo - "Ecco chi erano i Giganti di Mont’e Prama, enigmatici testimoni di una grandiosa civiltà"
2^ parte: 2 aprile - "Shardana, i mitici guerrieri celebrati dai faraoni che alla testa dei Popoli del mare dominarono il Mediterraneo"
3^ parte: 9 aprile - "Gli antichi sardi conoscevano la scrittura? A Monteprama un tesoro da scavare, in Sardegna un patrimonio da valorizzare".